Vinci e Pennetta l'Italia che vince - QdS

Vinci e Pennetta l’Italia che vince

Carlo Alberto Tregua

Vinci e Pennetta l’Italia che vince

venerdì 18 Settembre 2015

Lottare per raggiungere risultati

Roberta Vinci e Flavia Pennetta sono due esempi fulgidi di come ci si deve comportare e di quello che si deve fare per arrivare ai vertici di qualunque competizione: sportiva, professionale e umana.
Le due campionesse ci ricordano due grandi del passato: Pietro Mennea, la Freccia del Sud, di Barletta, indimenticato campione mondiale che nel 1979, nel catino di Città del Messico fissò il tempo dei 200 metri in 19"72, record rimasto imbattuto per ben 17 anni. E poi Livio Berruti, altro campione, che nelle Olimpiadi di Roma del 1960, sempre nei 200 metri, fermò il cronometro sui 20"5, sconfiggendo gli statunitensi, favoriti della vigilia, e aggiudicandosi la medaglia d’oro.
I due campioni del passato si collegano alle due campionesse di oggi. Nell’Us Open hanno prevalso, contrariamente a tutte le previsioni dei bookmakers, intelligenza, forza mentale, abnegazione su campioni costruiti a tavolino come Serena Williams (numero uno del mondo) e la rumena Simona Halep (numero due del mondo).
La testa contro la forza, David contro Golia. La storia si ripete e si ripeterà ancora nel futuro.

Nessun organo di stampa italiano ha informato la nostra opinione pubblica che i media statunitensi hanno quasi ignorato l’evento snobbandolo. Ha fatto bene, perciò, il nostro primo ministro a presenziarvi perché ha supportato un evento quasi mai verificatosi prima. È vero che nonostante l’intervento di Matteo Renzi i media statunitensi hanno continuato a non evidenziarlo, ma quanto meno vi è stato un rimbalzo non solo nel nostro Paese, ma in tutta Europa.
Perché questo silenzio? Forse per la delusione degli sponsor di Williams e Halep, accoppiata alla delusione degli scommettitori. Il mondo dei bookmakers ha un potere formidabile sui media, cosa che non dovrebbe accadere perché l’informazione dovrebbe seguire i principi etici di completezza ed obiettività.
Il formidabile risultato di New York non deve farci dimenticare, però, che l’abnegazione e la forza delle due tenniste hanno loro procurato dei giusti vantaggi economici: 3,3 milioni di dollari alla Pennetta e 1,6 milioni alla Vinci.
Sono due ragazze del Sud, una di Brindisi e l’altra di Taranto. La Vinci è anche espressione del Country club di Palermo, ove è stata opportunamente festeggiata.
 

Il Sud ha una potenzialità enorme, paradossalmente, perché deriva dalla sua arretratezza e quindi ha fortissimi margini di crescita, di sviluppo, di produzione di ricchezza e di nuova occupazione.
Purtroppo la sua Classe politica e burocratica, nonché la Classe dirigente tutta, non hanno dato dimostrazione, in questo cinquantennio, di essere all’altezza di quelle del Nord Italia, che hanno fatto dell’interesse generale la loro stella polare.
La cancrena dell’Italia è a Roma, ove risiedono non solo i ministeri ma anche le rappresentanze di tutte le regioni d’Italia, le quali si dividono in due categorie: quelle che funzionano bene, nel Nord Italia, e quelle che funzionano male, nel Sud Italia.
Basterebbe che le regioni meridionali copiassero i modelli organizzativi e funzionali delle regioni del Nord, per rimettersi nel percorso della crescita e dello sviluppo. Non è una questione di risorse finanziarie, perché ci sono e lo dimostrano i fondi strutturali Ue che non vengono spesi. è una questione di capacità e di moralità.

Rosi Bindi ha ammonito i campani: prendete atto che la camorra permea il tessuto sociale, non solo quello più basso ma anche pezzi della Classe dirigente, come avviene in tante altre parti del Paese, ma lì il connubio fra camorra e popolazione è più radicato e lo è da almeno cento anni.
Una malattia si può vincere se si conosce, se non ci si spaventa di evidenziarla e se si adotta la necessaria terapia, così come un risultato si raggiunge se si mettono in atto i necessari mezzi, qualitativi e quantitativi.
Nonostante la gravità della criminalità organizzata, soprattutto in Campania, Calabria e Sicilia, non è questa la causa peggiore del suo sottosviluppo. La causa peggiore è l’incapacità del ceto politico e di quello burocratico di servire i cittadini facendo l’interesse generale. Mentre perseguono la linea del favoritismo e del clientelismo, cioè l’interesse privato.
L’esempio di Vinci e Pennetta indica la strada, soprattutto ai giovani: l’Italia vince quando utilizza le migliori risorse dei propri cittadini. E con essa il Sud che ne ha a iosa. Basta! Oggi occorre far prevalere i migliori!

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