Volksgate, 11 milioni i veicoli coinvolti - QdS

Volksgate, 11 milioni i veicoli coinvolti

Patrizia Penna

Volksgate, 11 milioni i veicoli coinvolti

mercoledì 23 Settembre 2015

Chieste indagini sulla regolarità delle emissioni anche in Europa

Lo scandalo sulle manipolazioni ai gas di scarico di Volkswagen sta assumendo proporzioni sempre maggiori di ora in ora. La società ha rivelato che i veicoli potenzialmente coinvolti nel mondo sarebbero 11 milioni, e di aver deciso di accantonare 6,5 miliardi di euro sul terzo trimestre per fronteggiare le probabili spese supplementari che deriveranno dalla vicenda. La casa automobilistica tedesca ha inoltre fatto sapere che le previsioni sugli utili dovranno essere riviste.
Intanto, in Borsa le azioni Volkswagen hanno subito un crollo verticale e dopo gli Stati Uniti, anche altri Paesi hanno manifestato la propria volontà di avviare inchieste  sulla regolarità delle emissioni per le auto diesel della casa tedesca. La Corea del Sud ha annunciato di aver convocato i rappresentanti di Volkswagen per chiedere chiarimenti con l’intenzione di avviare una indagine entro ottobre.
Il ministro delle Finanze francese, Michel Sapin, ha detto che è necessario avviare un’indagine “a livello europeo” dopo le rivelazioni sui controlli anti-smog volontariamente falsificati dalla Volkswagen sulle auto diesel nel mercato statunitense.
Le case automobilistiche francesi non hanno esitato ad appoggiare la proposta di Sapin, ben consapevoli che per “rassicurare” i cittadini, sembra dunque “necessario” condurre controlli simili. “Siamo su un mercato europeo, con delle regole europee, che devono essere rispettate e affinché tutti possiamo rassicurarci, mi sembra necessario farlo anche per i costruttori francesi”, ha detto il ministro, aggiungendo di non avere “ragioni particolari per credere che i costruttori francesi si siano comportati come la Volkswagen”.
Anche l’Italia accende un faro sulla truffa della Volkswagen ai controlli sulle emissioni dei motori diesel negli Usa. Il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha deciso di contattare, sia il KBA, Kraftfahrt-Bundesamt, soggetto terzo, il maggiore omologatore delle auto in questione, sia il costruttore.
Il ministero chiede di conoscere se il medesimo illecito, avvenuto negli Usa dove vigono però regole differenti per la omologazione, risulti essere praticato su omologazioni della stessa autorità tedesca per l’Europa e se i veicoli sono stati commercializzati in Italia.
La certificazione della rispondenza delle omologazioni dei veicoli, ed in queste ricomprese le verifiche della rispondenza alle emissioni inquinanti, sono emesse sulla base della norma comunitaria – obbligatoria – Direttiva Quadro 2007/46 inerenti le procedure e le verifiche di tutti i veicoli.
Ogni Stato della Comunità Europea – sottolinea il ministero dei Trasporti – rilascia i certificati di omologazione sulla base delle verifiche condotte sulle diverse tipologie di veicoli di ciascun costruttore che lo richieda. Nel caso specifico del costruttore Audi-Volkswagen le omologazioni sono rilasciate nella maggioranza dei casi dal Kba – autorità tedesca di certificazione. La stessa Direttiva quadro obbliga tutti gli Stati Membri ad immatricolare qualsiasi tipo di veicolo e marca che abbia un certificato valido rilasciato da un qualsiasi paese, senza ulteriori controlli preventivi.

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