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Catania – San Berillo, rinascita del quartiere tra arte, cultura e tradizione

Giorgia Lodato

Catania – San Berillo, rinascita del quartiere tra arte, cultura e tradizione

giovedì 01 Ottobre 2015

Nell’ex quartiere a luci rosse, una delle zone più antiche e caratteristiche della città con tante iniziative. Di recente vicolo Delle Belle è stato intitolato alla scrittrice Goliarda Sapienza

CATANIA – È l’(ex) quartiere a luci rosse di Catania, una delle zone più belle e antiche della città. è San Berillo. E sono tante le immagini e le storie che entrano nell’anima del quartiere e che sono state raccontate sul grande schermo in film come “Più buio di mezzanotte” di Sebastiano Riso, “I fantasmi di San Berillo” di Edoardo Morabito e “Gesù è morto per i peccati degli altri” di Maria Arena.
Per anni è stato lasciato al degrado, all’abbandono, in mano ai vandali, agli stranieri, alla prostituzione, spesso gente non sempre ben disposta nei confronti di chi passava da quelle parti.
Oggi si stanno facendo tanti sforzi per ridare al quartiere di San Berillo la giusta dignità e tante azioni rigeneranti che partono dal basso o volute dall’amministrazione, come il murales e la pista ciclabile. E ancora il presepe degli antichi mestieri, documentari, giri “turistici” come il “Catania Segreta Tour”, per conoscerne anche il vicolo più nascosto e, soprattutto, la storia e i protagonisti che hanno abitato il rione.
Vicolo Delle Belle, recentemente intitolata alla scrittrice Goliarda Sapienza, è stata decorata nell’ambito del progetto “Urban Art” dai disegni del writer Marco Mangione, meglio conosciuto come Guè, che con la sua arte ha contribuito a rivalorizzare il quartiere dove ancora si trova la casa della Sapienza e ha voluto rendere omaggio allo spirito artigiano del luogo. Proprio per questo le sue creazioni prendono il nome di “Antichi Mestieri”, una riflessione che l’artista fa su quello che è stato per tanto tempo il cuore pulsante di Catania.
“Il mio intervento – spiega Guè –  ha lo scopo di conservare la memoria di San Berillo. Per questo, restando sempre fedele al mio stile, ho realizzato sui muri di alcuni palazzi disegni e decori astratti che richiamano le antiche attività di bottega come la falegnameria e la tappezzeria, i personaggi che vivevano e vivono nelle case chiuse e il tema a luci rosse. Tutto quello che si riallaccia indiscutibilmente alla storia del quartiere”.
Nel febbraio 2014 lo chef Carlo Sichel ha aperto proprio a San Berillo il ristorante “Il Carato”. Perché la scelta è ricaduta proprio su questo quartiere?
“Innanzitutto – racconta Sichel – perché ho trovato un locale in buone condizioni e ho voluto approfittare di questa fortuna. Tra l’altro siamo a due passi dalla stazione, da piazza Teatro Massimo e dalla movida della città. E poi sono convinto che questa zona con il tempo verrà valorizzata, anche perché è una delle più belle e interessanti di Catania”.
Sichel, naturalmente, da ottimo chef ha anche una ricetta per far crescere ancora il valore e il fascino di questo quartiere.
“Fino a ora hanno fatto la pista ciclabile che rende la strada graziosa, ma non ci sono ancora attività commerciali e mentre durante il giorno è una zona tranquillissima, la sera necessita di maggiori controlli, anche a detta di chi ci abita. è una zona cosmopolita dove passano dai rumeni ai bulgari, dai senegalesi agli srilankesi e devo dire che personalmente non ho mai avuto problemi con nessuna di queste persone. Mi auguro che presto vengano realizzati i progetti che sono già in cantiere, come l’apertura di un hotel proprio di fronte al mio ristorante e di un teatro. Non so cosa dovrebbe fare di preciso l’amministrazione comunale, ma è necessario curare tutta la zona, per esempio ci sono delle strutture abbandonate, addirittura un palazzo antico murato, e questo dipende anche dai privati”.

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