Cantieri navali, a Palermo si naviga a vista - QdS

Cantieri navali, a Palermo si naviga a vista

Rosario Battiato

Cantieri navali, a Palermo si naviga a vista

mercoledì 07 Ottobre 2015

Fiom Cgil: fondi deliberati per il bacino, ma potrebbero essere necessari anni anche per realizzare i passaggi esecutivi. Secondo il ministro il governo sarebbe disposto a investire nelle infrastrutture per i bacini da 80 mila euro

PALERMO – C’è una lunga missiva, presente sul sito della Fiom, che alla fine di settembre i sindacati avevano indirizzato al ministro Delrio, contestando l’assenza di commesse di lungo periodo per il polo cantieristico isolano e i ritardi della Regione nell’approvare il finanziamento per il bacino da 80mila tonnellate, avvenuto soltanto nelle scorse settimane, mentre “si apre ora la questione dei passaggi esecutivi, col rischio che trascorrano altri anni”.
Nel capoluogo, in particolare, la situazione resta particolarmente tesa per i 450 operai che già da novembre potrebbero entrare in cassa integrazione mentre i progetti per il nuovo bacino di carenaggio restano ancora soltanto sulla carta.
Venerdì e sabato gli operai del Cantiere navale di Palermo che aderiscono alla Fiom Cgil si sono fermati per lo sciopero nazionale programmato già dalla metà del mese scorso per promuovere “il rinnovo del contratto integrativo e un’equa distribuzione dei carichi di lavoro tra i vari cantieri”.
Le rassicurazioni di Delrio in visita a Palermo proprio a ridosso delle giornate di sciopero non sono servite a rasserenare gli animi, anche se il ministro ha esaltato il ruolo del cantiere navale di Palermo negli scenari produttivi nazionali.
È un sito “importante”, ha spiegato, non soltanto per la città e per l’occupazione nel capoluogo siciliano, ma “anche per tutto il Paese”.
In discussione ci sono ancora gli investimenti relativi ai bacini da 80mila e 150mila tonnellate. Il governo sarebbe disposto a fare uno sforzo stanziando risorse aggiuntive per le infrastrutture del cantiere navale isolano e far partire i lavori visto che le risorse “sono già disponibili per gran parte”.
Per il titolare del ministero delle Infrastrutture nel capoluogo “si può sviluppare l’operazione di riparazione e di ristrutturazione delle navi per buona parte dei traffici del Mediterraneo”.
Meno convinti sono sembrati i sindacati che il giorno della visita del ministro avevano denunciato, in un durissimo comunicato, il rinvio dell’incontro tra Fincantieri e i coordinatori sindacali del gruppo di Fim, Fiom, Uilm, in cui si doveva verificare l’esistenza delle condizioni per riprendere la trattativa sul contratto aziendale, da mesi in situazione di stallo. Per la Fiom “il cantiere del capoluogo siciliano attende da tempo che governo regione e azienda avviino l’ammodernamento dei bacini di carenaggio”.
I cantieri navali del capoluogo rappresentano soltanto una delle tappe della crisi isolana. La visita di Delrio è infatti proseguita nello stabilimento dell’Ansaldo Breda a Carini (Pa), la principale società italiana di costruzioni di rotabili per il trasporto su ferro.
Una situazione ben diversa. A metà mese, infatti, era stato siglato l’accordo per la salvaguardia dei livelli occupazionali, interessato dal piano di riorganizzazione dell’azienda a seguito della cessione a Hitachi.
In questo caso si era trovata un’alternativa in casa con la cessione a titolo gratuito a Rfi, che ha garantito di ricollocare fino a 65 dei 138 lavoratori, mentre altri 40 dipendenti troveranno occupazione allo stabilimento Trenitalia di Palermo e si occuperanno di ricondizionamento delle carrozze. Per tutti gli altri incentivi all’esodo oppure, se in possesso dei requisiti, potranno accedere a strumenti di accompagnamento alla pensione. I restanti troveranno collocazione presso il sito Selex di Palermo. Operazione che dovrebbe scattare già dal prossimo anno.

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