Bosco di Tarderia invaso dai rifiuti - QdS

Bosco di Tarderia invaso dai rifiuti

Lucia Russo e Serena Grasso

Bosco di Tarderia invaso dai rifiuti

venerdì 09 Ottobre 2015

Tra i meravigliosi alberi di quercia e i castagneti: frigoriferi, carcasse d’auto, vasche di eternit e tanto altro

PEDARA (CT) – La Natura deturpata dall’uomo. Questo succede nell’incantevole bosco di Tardaria, frazione di Pedara in provincia di Catania.
Domenica 27 settembre, Etnafreebike ha organizzato una passeggiata-denuncia in bici, su iniziativa del presidente e fondatore del club, Roberto Greco. 
La mountain bike offre la grande possibilità di raggiungere luoghi impensabili e meravigliosi, letti di torrenti, panorami mozzafiato, ma anche, in questo caso, di scoprire le assurdità dell’uomo il quale, anziché gioire delle bellezze che ci ha donato madre natura, piuttosto le disprezza abbandonandovi rifiuti di ogni tipo, persino inquinanti.
Il club sportivo Etnafreebike sin dalla sua nascita 26 anni fa, nel 1989, ha unito la passione per la mountain bike e il senso di libertà che la accompagna al rispetto e all’amore per l’Etna, la montagna di fuoco, e per l’ambiente in generale.
Per citare un esempio degli interventi di Etnafreebike a tutela del territorio, basti pensare al percorso di valorizzazione della vecchia ferrovia dell’Alcantara, cui partecipano ogni anno, la prima domenica di settembre, centinaia di bikers, che è servito a salvare la stessa dalla distruzione che era nei progetti delle istituzioni.
Ma come si fa a buttare un divano nei boschi di Tarderia? E tutte le vasche di eternit? E quel materiale edile? è qui che i ladri depositano i resti di auto o motorini rubati (vedi le foto in pagina realizzate da Etnafreebike il 27 settembre scorso).
Le istituzioni sono presenti sul territorio, ma, a quanto pare, non basta. Ecco perché sono importanti sia la denuncia da parte di volontari, come i soci del club Etnafreebike, che la pubblicazione delle foto sul giornale allo scopo di stimolare la coscienza civica affinchè tutti diventino guardiani a difesa del territorio.
“Abbiamo agito molte volte congiuntamente con la stazione dei Carabinieri di Pedara – spiega il comandante della Polizia municipale di Pedara, Giuseppe Marletta, al QdS -. Ci è stato possibile scoprire l’identità dei trasgressori o perché sorpresi in flagranza di reato, o grazie a ricostruzioni determinate dalla presenza sul posto di particolare documentazione, capace di ricondurci al responsabile.  Inoltre, ci stiamo attrezzando per dare un taglio drastico al fenomeno. Infatti, è nelle intenzioni dell’amministrazione dotarsi di un sistema di videosorveglianza più efficiente e capillare”.
“Il problema di base è di coscienza civile: la gente dovrebbe essere più attenta e più sensibile a queste tematiche. Non si tratta solo di un cattivo biglietto da visita che il Comune esibisce ai propri visitatori; ma si tratta anche di abbattere i costi non affatto indifferenti di un servizio che ogni volta si deve occupare di ripulire queste discariche”.
Comandante, quanti trasgressori avete sorpreso in un anno?
“Abbiamo sorpreso un numero di trasgressori superiore al centinaio solo nell’ultimo anno. Se consideriamo la consistenza organica molto esigua di questo Comando, non può che trattarsi di un numero di eccellenza. Non è semplice riuscire a trovare gli spazi per svolgere il lavoro ordinario e questo tipo di attività. Inoltre, meno di un anno fa abbiamo denunciato un soggetto per sversamento di prodotti pericolosi e nocivi nella zona boschiva. Per il resto, sono state fatte un numero consistente di contestazioni di violazioni amministrative ai trasgressori, sia colti in flagrante che con altri mezzi”.
Al sindaco di Pedara, Antonio Fallica, abbiamo chiesto quali iniziative ha adottato il Comune per combattere il fenomeno delle discariche nel bosco di Tarderia.
“Il piano di interventi – ha risposto il sindaco – previsto dal Comune di Pedara si formalizza in tre step, prevedendo iniziative a breve, medio e lungo termine. A breve termine, attraverso le associazioni di volontariato presenti sul territorio, sarà formalizzato un servizio di segnalazione ambientale che ci permetterà di procedere con le sanzioni post-segnalazione. A medio termine verrà adottato il regolamento di Polizia rurale che ci permetterà di istituire un corpo di Polizia con funzioni sanzionatorie dirette.
A lungo termine contiamo di sensibilizzare i proprietari dei terreni a provvedere alla recinzione in maniera definitiva”.
Avete pensato di provvedere a rimuovere i rifiuti spesso nocivi per la salute non solo delle persone, ma anche della flora e della fauna del bosco? Inoltre c’è il problema che i maleducati che gettano i rifiuti si sentono legittimati dal fatto che già trovano lì altri rifiuti, per cui sarebbe necessario rimuoverli.
“Noi provvediamo nei limiti delle nostre disponibilità economiche a pulizie straordinarie, ma tali interventi non possono essere ripetuti con costanza. Relativamente alla seconda parte della questione, i soggetti criminosi individuano i posti già sporchi come naturale punto di sfogo del proprio crimine. Ma ciò che induce maggiore riflessione è il fatto che l’intervento di pulizia non arresta il fenomeno, anzi, il ragionamento fatto dai ‘signori’ è che visto che si pulisce si può sporcare nuovamente”.
Quali sono le vostre iniziative per indurre comportamenti virtuosi? Le Isole ecologiche del Comune di Pedara funzionano? I cittadini sono adeguatamente informati?
“Abbiamo fatto varie campagne informative sul corretto smistamento dei rifiuti, agendo sulle scuole ed informando puntualmente i cittadini. Il nostro centro di raccolta, al quale può accedere esclusivamente il cittadino che paga le tasse, è pienamente funzionante. Naturalmente molti rimangono estromessi dall’accesso, non essendo in regola con i tributi”.
Rispetto al cinipide gallieno, ovvero l’insetto che intacca i castagni, il Comune di Pedara sta prendendo provvedimenti al fine di debellarlo. Se sì, di che genere?
“Siamo in stretto rapporto con il Parco dell’ Etna, a cui per competenza è affidato il compito di salvaguardia delle nostre specie autoctone. Il suddetto Ente sta lavorando a misure preventive per tale fenomeno”.
 

 
Roberto Greco, presidente di Etnafreebike: “Previsto per legge il controllo incrociato del conferimento”
 
L’ingegnere Roberto Greco, presidente dell’ASD Etnafreebike, spiega il perché del fenomeno delle discariche e suggerisce come intervenire efficacemente. “Il problema dell’abbandono dei rifiuti nei boschi e nelle campagne etnee è strettamente connesso all’esecuzione di lavori edili in siti vicini ai luoghi deputati a discarica abusiva. Tarderia, negli anni 60/70 ha conosciuto un vero e proprio boom edilizio delle cosiddette seconde case, spesso costruite in parziale o totale difformità agli strumenti urbanistici, generando anche una viabilità estesa e priva di qualsiasi disegno urbanistico, caratterizzata da mancanza di opere di urbanizzazione primaria (illuminazione pubblica, fognature, raccolta acque piovane). Queste seconde case, a cavallo del 2000, per la difficile congiuntura economica, per la difficoltà di trovare un alloggio a prezzi sostenibili in città, ha motivato la scelta di giovani coppie o singles di trasferirsi presso le case di vacanza dell’infanzia, approfittando della relativa vicinanza ai luoghi di lavoro e alla città. Queste scelte, unite alla necessaria insorgenza di manutenzione straordinaria degli immobili, ha comportato due elementi dirompenti: 1. opere di manutenzione straordinaria, riparazione tetti, ristrutturazioni interne, fino alla sostituzione completa o di parte del mobilio effettuata da muratori e squadre di operai totalmente o parzialmente fuorilegge; 2. incremento del carico antropico, non più stagionalizzato, con esigenze abitative diverse e con ambizioni di trasformazione degli immobili in ambiti di residenza stabile, forti anche della tipologia, generalmente rappresentata da ville e villini singoli”.
“La conseguenza è sotto gli occhi di tutti – continua l’ingegnere Greco – con l’accatastamento di vecchie vasche in fibrocemento (anche conosciuto come eternit), coperture dello stesso materiale, sfabbricidi vari, latte di intonaco o di colore, mobili vecchi, carcasse di frigoriferi o di lavatrici, in luoghi un pò appartati o direttamente su strada, come nei casi di via Tarderia, via Cozzarelli, dove si ha difficoltà a passare, nel generale disinteresse e, mi spiace dirlo, nella totale assenza di controlli territoriali”.
“La nostra "fame di verde" ci ha spinto ad esplorare e conoscere queste meravigliose propaggini boscose del versante Sud dell’Etna, ma sinceramente non credo affatto che l’auspicata recinzione delle proprietà private possa diminuire il problema, in quanto tali “insozzatori” si limitano ad utilizzare l’ambito prospicente quella zona “bonificata”, luogo che mantiene tristemente la memoria del rifiuto abbandonato”.
“Una maggiore severità e costanza dei controlli della Polizia Municipale, il controllo incrociato (già previsto per legge) del conferimento a discarica degli sfabbricidi da demolizione e il posizionamento di sistemi di videocontrollo TVCC del tipo wireless da controllare in remoto, queste le mie proposte per una limitazione di un fenomeno diventato dilagante e particolarmente pericoloso, stante la presenza di amianto, acidi ecc, contenuti in questi rifiuti”.

Foto a cura di Etnafreebike

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