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Palermo – Bilancio di previsione 2015 conti sani, nonostante i tagli

Gaspare Ingargiola

Palermo – Bilancio di previsione 2015 conti sani, nonostante i tagli

sabato 10 Ottobre 2015

Non sono stati intaccati i fondi per l’istruzione e i servizi sociali, peggio la cultura con un milione in meno. Soltanto quest’anno il Comune ha dovuto rinunciare a 22 milioni dallo Stato

PALERMO – L’obbligo di riequilibrare i bilanci eliminando entrate poco chiare o crediti inesigibili, i tagli ai trasferimenti statali e regionali, i ritardi nell’erogazione dei fondi da parte di Palazzo d’Orleans.
Non è certo un gran periodo per le Amministrazioni comunali della Sicilia, e Palermo di certo non fa eccezione, anche se il bilancio di previsione 2015 restituisce un quadro meno oscuro del previsto. I fondi per i servizi sociali e per l’istruzione, infatti, non sono stati intaccati, mentre la cultura ha subito un taglio di un milione che però potrà essere recuperato in fase di assestamento grazie agli introiti (1,9 milioni) della tassa di soggiorno. Resta un dato, quantomeno allarmante: dal 2008 a oggi le diverse manovre di spending review hanno comportato per le casse di piazza Pretoria una riduzione media annuale di ben 150 milioni di euro dei trasferimenti statali e regionali.
Soltanto quest’anno il Comune ha dovuto rinunciare a 22 milioni dallo Stato e 400mila euro dalla Regione.
Alla presentazione del bilancio di previsione il sindaco Leoluca Orlando, in qualità di presidente dell’Anci Sicilia, ha sottolineato come i comuni siciliani “siano costretti a onerose anticipazioni di cassa con produzione di pesanti interessi passivi, ciò anche in considerazione dei tagli continui, ormai pluriennali, alle risorse: da 914 milioni a 460 in un quinquennio.
“Fino a settembre – ha aggiunto il sindaco – il fondo di solidarietà per gli enti locali siciliani non era stato ancora distribuito e l’assessore regionale Pistorio si è impegnato a erogare ai comuni dell’isola appena un sesto delle risorse previste”.
Palazzo d’Orleans, inoltre, ha deciso di anticipare al 2015, quando ormai la gran parte degli enti locali aveva pressoché definito i previsionali, l’applicazione delle nuove norme della contabilità: basta con i crediti incerti, occorre “armonizzare” i residui attivi e passivi.
Il cosiddetto “riaccertamento straordinario” ha costretto Palazzo delle Aquile a scovare 27 milioni (che in futuro diventeranno prima 41 e poi 52) per il fondo crediti dubbia esigibilità, 10,6 milioni per il fondo rischi spese legali e 13,2 milioni per il ripiano trentennale, da pagare ogni anno per tre decenni.
Una mazzata da 50 milioni ammortizzata, in parte, da una sorta di spending review interna per una ventina di milioni: 7 milioni in meno per il personale, 2 in meno per le spese di funzionamento, 2 in meno per le utenze di luce, gas e acqua, 4 in meno di debiti fuori bilancio, 1 milione in meno alla cultura (-500mila al Teatro Biondo e -500mila al Teatro Massimo).
“Il bilancio che proponiamo – ha spiegato l’assessore al Bilancio, Luciano Abbonato – adempie agli obblighi di legge senza togliere risorse ai servizi sociali e alla scuola e con un piccolo taglio, che si spera di recuperare in fase di assestamento, alla cultura. Questo è stato possibile perché la situazione dei conti del Comune di Palermo è sostanzialmente buona e perché abbiamo continuato nell’opera di razionalizzazione e riduzione della spesa, già avviata negli anni scorsi”.
“In questo senso – ha concluso Abbonato -, anche se Stato e Regione stanno creando le condizioni per far saltare il sistema degli enti locali, Palermo è un’isola felice, perché abbiamo potuto compensare i tagli con le nostre risorse e, anzi, siamo persino riusciti a ridurre la Tari di circa il 7%”.
La manovra ammonta complessivamente a 2,3 miliardi fra entrate e uscite, con una spesa corrente di 781,5 milioni, investimenti per 343,5 milioni e una spesa per il personale che scende da 257,3 a 250,2 milioni.
Le spese di funzionamento si sono ridotte del 6,41 per cento rispetto al 2014, da 33,3 a 31,2 milioni. Quelle per le utenze sono scese da 21,7 a 19,5 milioni (-10,33 per cento). Per l’istruzione sono stati stanziati 32,4 milioni (libri di testo, borse di studio, assistenza per i disabili, mense, manutenzione ordinaria), per i servizi sociali 70,5 milioni (ricovero minori, accoglienza ragazze madri, asili nido, contributo alloggiativo, assistenza economica), per la cultura 9,1 (musei, spazi espositivi, spettacoli).

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