Formazione, tutto fermo: inutile il bando varato lo scorso agosto - QdS

Formazione, tutto fermo: inutile il bando varato lo scorso agosto

Michele Giuliano

Formazione, tutto fermo: inutile il bando varato lo scorso agosto

giovedì 15 Ottobre 2015

È bloccato il sistema degli accreditamenti e così gli enti non possono presentare i progetti. Fermi l’Avviso 1 da 167 mln, l’Avviso 2 da 45 mln, l’Avviso 6 da 35 mln

PALERMO – Il bando c’è da agosto scorso: sulla carta sembrerebbe tutto in regola. Eppure, a distanza di oltre due mesi dall’emanazione di quel provvedimento dell’assessorato regionale alla Formazione non un solo corso della nuova annualità è partito. La colpa non è in questo caso degli enti che, in queste condizioni, hanno ben poco da fare. In realtà loro in questo caso hanno proprio le mani legate. Infatti non possono presentare alcuna progettazione per il finanziamento dei corsi da organizzare: semplicemente perché nessun ente gode dell’accreditamento.
Il sistema è stato azzerato dalla Regione oramai da un bel po’ di mesi in attesa di fare chiarezza e passare nuovamente ai raggi X tutto il settore per verificare chi merita e chi no di godere dei finanziamenti dell’Unione Europea. Se di fondo questa idea potrebbe essere apprezzabile, se dovesse andare realmente nella direzione di fare piazza pulita degli enti tutt’altro che virtuosi e sfoltire quindi l’enorme mole di organismi attaccati alla mammella di mamma-Regione, dall’altra però emerge per l’ennesima volta l’elefantiaca macchina burocratica che si muove al passo di lumaca. Basta andare a verificare on line, sulla piattaforma per la procedura di accreditamento degli enti, per accorgersi che è tutto vuoto.
In pratica nessun ente ad oggi in Sicilia ha l’accreditamento e quindi non può presentare una progettazione per far partire i corsi. In pratica siamo di fronte all’ennesimo flop della formazione siciliana che continua a dimostrarsi il solito cane che si morde la coda.
Quindi ad essere fermi sono: l’Avviso 1 da 167 milioni di euro, che è quello che avrebbe dovuto far ripartire i corsi “tradizionali” di formazione; l’Avviso 2 da 45 milioni, che invece riguarda le lezioni indirizzate ai ragazzi delle scuole ed è finalizzato al contrasto alla dispersione scolastica; infine l’Avviso 6 da 35 milioni, destinato a quei lavoratori che erano dipendenti degli oramai soppressi “sportelli multifunzionali”. “La situazione – denuncia Giovanni Migliore, segretario regionale della Cisl Formazione – è drammatica.
A causa della mancata pubblicazione dell’accreditamento gli Avvisi non sono operativi. E del resto non sono mai apparsi in Gazzetta ufficiale. Così gli enti quasi certamente saranno costretti a licenziare. Anche perché, se si vuole essere ottimisti, se tutto andasse bene, prima di poter far partire i corsi passeranno mesi. Se ne parlerà a primavera inoltrata”.
Dalla Regione invece si dicono ottimisti che i tempi potranno essere molto più brevi. In pochi però oramai credono alle stime e agli annunci che arrivano dal governo siciliano che, specie in tema di formazione, troppe volte ha fallito riguardo alle tempistiche. “Gli enti – conferma Giuseppe Raimondi della Uil – non sono nelle condizioni di poter dare lavoro almeno per i prossimi tre o quattro mesi. Noi siamo contrari ovviamente alle procedure espulsive. Abbiamo pensato alla possibilità di una sospensione del rapporto di lavoro. Ma è chiaro che la situazione è grave, anche perché recentemente è stato confermato che i lavoratori della formazione non hanno diritto nemmeno alla Cassa integrazione in deroga. Tutto va discusso al tavolo di crisi nazionale”.
 


Un tavolo tecnico interassessoriale per superare la crisi
 
Gli addetti ai lavori sostengono che prima di sei mesi nessun corso sarà in grado di ripartire. Tra i tempi di pubblicazione, presentazione dei progetti, valutazione, graduatorie provvisorie e definitive servirebbero almeno 6 mesi. Intanto si parla di un tavolo tecnico interassessoriale che elaborerà in tempi rapidi la stesura di un articolato piano industriale di riordino dell’intero settore della formazione in Sicilia, che verrà proposto al tavolo di crisi, la cui richiesta di apertura è stata già avviata presso il competente ministero del Lavoro. è quanto emerso nel corso di una riunione tenuta nei locali della Presidenza della Regione, a cui hanno preso parte, l’assessore regionale alla Formazione professionale e Istruzione Mariella Lo Bello e l’assessore al Lavoro Bruno Caruso, insieme ai vertici dei due Uffici di Gabinetto Roberto Barberi, Vincenzo Pernice e Marino, nonché i dirigenti del Dipartimento Formazione della Regione Siciliana, con in testa Gianni Silvia. è stata già stilata una tabella di marcia che dovrà essere condotta attraverso l’esame del Fondo di Garanzia, i contratti di ricollocazione e le procedure di prepensionamento.

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