Fallimenti in calo nell'Isola del 19,2 per cento - QdS

Fallimenti in calo nell’Isola del 19,2 per cento

Gianluca Di Maita

Fallimenti in calo nell’Isola del 19,2 per cento

venerdì 16 Ottobre 2015

Osservatorio Cerved: 18,3 mila imprese nel II trimestre 2015 hanno avviato le procedure di chiusura aziendale, -6,3 % rispetto al 2014. Tra le cause, la scelta degli imprenditori di non procedere a liquidazioni: -6,1% nel I semestre 2015

PALERMO – Cala drasticamente il numero dei fallimenti in Sicilia. Una valutazione positiva registrata dal gruppo Cerved, nell’ambito del rapporto “Osservatorio su fallimenti, procedure e chiusure di imprese”, relativamente al secondo trimestre del 2015.
Contrazione, quella riguardante fallimenti e altre procedure concorsuali, che interessa quasi tutt’Italia. Tra aprile e giugno 18,3mila imprese hanno avviato la procedura di chiusura aziendale, il 6,3% in meno rispetto a quanto riportato nello stesso periodo del 2014.
Unendo i dati relativi ai primi tre mesi del 2015, emerge che nella prima metà dell’anno il calo delle chiusure aziendali è stato del 6,5% rispetto all’anno precedente. Per quanto concerne invece nello specifico il numero dei fallimenti, quanto registrato nei primi tre mesi del 2015 ha trovato conferma successivamente: l’11,3% in meno di procedure fallimentari rispetto allo stesso periodo del 2014.
Anche le procedure concorsuali non fallimentari sono state interessate da una contrazione abbastanza rilevante: nei primi sei mesi del 2015 ne sono state aperte 1,3 mila, -12,1% rispetto al 2014.
Secondo quanto rilevato dal gruppo Cerved una delle ragioni di questo calo sarebbe da imputare ad una minore tendenza, da parte degli imprenditori, ad effettuare liquidazioni volontarie. Nel primo semestre 2015 sono calate infatti del 6,1% le liquidazioni volontarie rispetto al 2014.
Prendendo ad oggetto il numero dei fallimenti, dal punto di vista macrosettoriale vi è stato un omogeneo calo durante tutti i primi sei mesi del 2015. La contrazione più rilevante è stata tuttavia quella riguardante il settore dell’industria, dove sono 1,1 mila le procedure aperte da imprese che operano nella manifattura, con un calo del 16,4% rispetto ai primi sei mesi del 2014 (e del 13,1% rispetto al 2013).
Un po’ di respiro in ogni caso per quasi tutti settori manifatturieri, dalla fabbricazione di altri beni di consumo (-46,4%) a quelli di  prodotti intermedi (-32,8%), con le uniche eccezioni relativa alle industrie chimiche (+21%) e del largo consumo (+6,8%).

Nel comparto edile sono state 1,7 mila imprese le imprese che hanno avviato una procedura di fallimento: il 7,4% in meno rispetto allo scorso anno che riporta il numero di procedure ai livelli del 2013.
Riduzione anche nel comparto servizi: tra gennaio e giugno 2015 sono entrate in procedura 4 mila imprese, -4,5% rispetto allo stesso periodo del 2014 (ma +11,2% rispetto al 2013). Bene le società immobiliari (-13,3% rispetto al primo semestre 2014) e le imprese della filiera informazione-comunicazione (-8,3%). Male i servizi finanziari (+4,6%) e non finanziari (+0,6%).
È dal punto di vista territoriale che emergono le novità più interessanti: il calo dei fallimenti interessa dodici su venti regioni italiane, tra cui troviamo la nostra Regione con un tasso di contrazione addirittura a due cifre (-19,2%). Bene anche Basilicata, Lombardia, Piemonte, Puglia, Marche, Liguria e Sardegna. Il fenomeno dei fallimenti continua invece a crescere nelle restanti regioni italiane, soprattutto nel Lazio e in Calabria.
Per quanto riguarda le procedure concorsuali non fallimenti, è da registrare anche qui una concreta diminuzione, influenzata dal forte calo dei concordati preventivi.
I casi di insolvenza registrati nei primi 6 mesi del 2015 sono il 12,1% in meno rispetto allo stesso periodo del 2014, per un totale di 1,3mila procedure. Da Gennaio a Giugno 2015 si contano 785 concordati, il 21,6% meno del 2014 (e il 31% in meno del 2013). Aumentano invece le altre procedure, che superano quota 500 (+7,3%). Dal punto di vista geografico il calo coinvolge tutte le aree del paese, in particolare il Nord Ovest, dove nei primi sei mesi del 2015 si registrano quasi il 20% di procedure in meno rispetto al 2014. Più contenute le riduzioni al Centro (-9,9%), al Nord Est (-8,4%) e nel Mezzogiorno (-7,6%).

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