Ma non è questo il danno maggiore, che deriva dalla mancata trasparenza e dalla mancata concorrenza, con la conseguenza che gli enti pubblici di qualunque livello acquistano beni e servizi a prezzi superiori (spesso molto) a quelli di mercato. Essi acquistano anche beni e servizi del tutto inutili al loro fabbisogno.
Fra gli sprechi ve n’è uno macroscopico che è l’enorme numero di dipendenti delle pubbliche amministrazioni, all’incirca 4,3 milioni (3,3 milioni diretti più uno di indiretti). L’esubero di personale è conseguente ad una politica clientelare basata sul favore cominciata con lo stop ai concorsi pubblici da quindici anni a questa parte, in modo da consentire il libero arbitrio nelle assunzioni.
La corruzione non è solo in Italia, ove da non molto tempo funziona l’Autorità Anticorruzione presieduta da Raffaele Cantone.
La corruzione, udite udite, si è diffusa a macchia d’olio in Europa e segnatamente in una delle sue capitali che è Bruxelles. L’altra è, di fatto, capitale in quanto sede del Parlamento, cioè Strasburgo.
Da un punto di vista istituzionale, l’Unione europea conta 28 commissari, uno per ogni Stato membro. La Commissione ha assunto ben 33mila dipendenti con stipendi mediamente superiori a quelli dei Paesi più avanzati. Vi è poi il Consiglio dei Capi di Stato e di Governo, formato da 30 membri, con 3.100 dipendenti, nonché il Parlamento che conta 751 deputati e 6.700 dipendenti.
Il Parlamento è tale solo di nome perché non è chiamato ad approvare le leggi, cioè i regolamenti, sottoposti invece al Consiglio prima richiamato. Però, esso acquisisce via via più poteri man mano che lentamente gli Stati membri si privano di pezzetti di sovranità nazionale.
Ed è proprio l’inconsistenza dell’azione del Parlamento, una delle cause della disfunzione dell’Unione europea nel suo complesso.
A Bruxelles sono stati normalizzate società di lobbyng. Ve ne sono oltre seimila registrate con 15mila dipendenti. Le società di lobbyng svolgono attività di pressione a favore dei propri rappresentati, ricevendo dagli stessi un compenso ufficiale.
Il budget annuale dell’Ue, cioè le entrate, è di circa 140 miliardi che corrispondono grosso modo all’1% del Pil di ogni Paese. Di essi, l’Europa mette a disposizione una cospicua parte ai propri Stati membri, modulando le disponibilità in relazione al loro livello di sottosviluppo. Cosicché le nazioni o le regioni che sono al di sotto della media europea ritenuta non sviluppata, possono attingere ai fondi che finanziano formazione, infrastrutture, agricoltura, pesca ed altri.
Ovviamente, quando vi sono molti denari da spendere, il cancro della corruzione cerca di fare breccia. E fa breccia. Ben il 70% dei cittadini europei ritiene che Bruxelles sia corrotta e l’Europa sia infetta. Le inchieste sulla tangentopoli della capitale, datano da oltre dieci anni ma approdano a scarsi risultati anche perché le condanne sono irrisorie.
Quindi, giustizia lenta e spesso inefficace perché il tessuto è molto elastico, le regole sfuggenti e spesso consentono la loro altalenante interpretazione.
La Commissione ha annunciato una forte azione contro le tangenti in tutti gli Stati membri, tranne che nei suoi uffici, omissione bollata dalla Corte dei Conti europea.
Insomma, così com’è, l’Europa non funziona perché non ha sposato il ruolo della madre che governa bene la famiglia. Neanche l’Uem, (Unione europea monetaria) che ha unito 19 Paesi nell’euro, riesce a governare i processi politici perché ha una funzione esclusivamente finanziaria.
Nonostante quanto scriviamo, l’Europa è il futuro. Bisogna lavorare perché diventi uno Stato federale.