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Palermo – Il Regolamento sulla pubblicità per ordinare un settore nel caos

Gaspare Ingargiola

Palermo – Il Regolamento sulla pubblicità per ordinare un settore nel caos

martedì 20 Ottobre 2015

Con l’approvazione del testo il Comune vuole mettere fine ad anni di abusivismo e irregolarità. Spazi disponibili in aumento: l’Ente punta a incassare almeno 6 mln di € l’anno

PALERMO – Basta con l’abusivismo e con i monopoli nella gestione delle pubbliche affissioni: è questo l’obiettivo del Piano e del Regolamento sulla pubblicità approvati dal Consiglio comunale. “Atti di importanza storica che rompono un sistema sancendo la vittoria della normale competizione economica” secondo il sindaco Leoluca Orlando e l’assessore alle Attività produttive Giovanna Marano, che così hanno salutato la nuova disciplina. Per il presidente della seconda Commissione, Paolo Caracausi di Idv, e il collega di partito Filippo Occhipinti le due delibere serviranno a “fare ordine in un settore per troppi anni ridotto a un Far West”.
Finalmente arrivano le regole, dunque: la città le aspettava da vent’anni e ci sono volute tre settimane e 13 sedute consiliari, oltre a un centinaio di emendamenti, per scrivere la parola fine dopo l’infuocato batti e ribatti tra maggioranza e opposizione, con il sindaco e l’assessore Marano costretti a intervenire a gamba tesa per sollecitare un rapido e felice esito del dibattito in aula. Alla fine il via libera è arrivato con 21 voti favorevoli, 16 astenuti e il voto contrario di Giuseppe Milazzo di Forza Italia.
Le polemiche, però, non si sono tradotte in uno stravolgimento dell’atto esitato dalla Giunta, anzi: la prima bozza è rimasta immutata nella sostanza. Il piano prevede la divisione della città in 81 lotti raggruppati in 14 blocchi, all’interno dei quali si distinguono otto zone in base al colore: rosso per il centro storico; arancione per l’espansione storica; giallo per quella urbana; azzurro per l’abitato consolidato; rosa per gli impianti sportivi, produttivi e commerciali; viola per nodi e corridoi di scorrimento; grigia per la cittadella universitaria e verde per le zone di riserva. Ogni blocco, quindi, potrà caratterizzarsi per uno o più zone di diverso colore: magari un’arteria stradale importante (zona viola, si pensi a via Roma) attraversa il centro storico (zona rossa) mentre accanto alla cittadella universitaria (zona grigia) si distingue subito il polmone di Parco Cassarà (zona verde, se e quando verrà riaperto).
Gli uffici hanno sei mesi di tempo per ridisegnare le mappe e stabilire con esattezza la collocazione di ogni singolo impianto pubblicitario. Orlando e Marano, infatti, intendono far partire le gare “entro un anno”. I bandi riguarderanno la concessione quinquennale degli 81 lotti. La superficie commerciale complessiva cresce da 46.648 a 60.381 metri quadri, così ripartiti: 12.693 mq in gestione diretta dell’amministrazione comunale per le pubbliche affissioni; 34.335 mq alle ditte pubblicitarie tramite bando; 7.353 mq per impianti di arredo urbano e 6 mila mq per fermate di autobus e tram. Si potranno installare impianti pubblicitari anche in centri commerciali, banche, cantieri, carrozze, mezzi pubblici e aree verdi (di cui bisognerà garantire la manutenzione).
Con l’aumento degli spazi pubblicitari piazza Pretoria conta di incassare almeno 6 milioni di euro all’anno contro i 5,2 attuali. Non ci sarà alcun periodo transitorio: tutti gli impianti regolarmente autorizzati fino al 2005 – dichiarati dalle stesse imprese in occasione del censimento del 2011 – e per i quali sono state versate le imposte, resteranno validi fino ai bandi di gara per l’assegnazione degli spazi pubblicitari. Gli altri dovranno essere smantellati. “Il regolamento – hanno commentato il primo cittadino e l’assessore – disegna una Palermo più bella e più ordinata, che assicura sviluppo e competitività. Le imprese potranno misurarsi sulla base della qualità delle loro proposte”.
Soddisfazione a metà anche dall’opposizione: per il capogruppo del Pd Rosario Filoramo l’atto presenta “una serie di carenze”: “Questo voto – ha aggiunto – è un primo step. L’atto dovrà ritornare in Consiglio solo quando verrà completato dalla relativa cartografia, mentre restano parziali e contradditori troppi punti dell’articolato e del piano che confidiamo gli uffici vorranno armonizzare”.

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