Gelato artigianale, viaggio Baucina-New York di solo andata - QdS

Gelato artigianale, viaggio Baucina-New York di solo andata

Liliana Rosano

Gelato artigianale, viaggio Baucina-New York di solo andata

giovedì 22 Ottobre 2015

I siciliani di successo nel mondo: Francesco Realmuto, gelataio a New York. Trasferitosi a 19 anni, è stato anche muratore e tagliatore di diamanti

Dall’America ha imparato il senso della disciplina, il rispetto delle regole e la vocazione imprenditoriale.
La Sicilia che ha lasciato quando aveva diciannove anni, oggi è un’Isola meravigliosa, piena di ricordi e bellezze.
Francesco Realmuto è un self-made man. Uno che si è fatto da solo e che ha visto realizzarsi il famoso American dream.
Dopo il diploma in ragioneria a Baucina, suo paese di origine, in provincia di Palermo, parte con la famiglia a NY.
Non sta mai con le mani in mano e comincia subito a lavorare in diversi campi: dall’edilizia alla ristorazione e 12 anni come tagliatore di diamanti.
Fino ad arrivare al sogno imprenditoriale: aprire una gelateria artigianale siciliana a NY.
Nel 2005, Francesco apre la sua prima gelateria al Chelsea Market a Manhattan.
Oggi, conta cinque punti vendita in diverse e centralissime parti della città e un laboratorio artigianale che presto fornirà gelati a ristoranti gourmet e supermercati americani.
Francesco, si è portato un pezzo di Sicilia a NY e anche la sua vecchia cinquecento che ha sfilato il 12 Ottobre nella celebre parata del Columbus Day.
Francesco, da tagliatore di diamanti ad imprenditore. Cosa ti ha portato ad investire in un settore come quello del cibo?
“La mia passione per il cibo sicuramente. A NY, vedevo che mancava una buona gelateria italiana. Di quelle artigianali che fanno il gelato vero come si faceva da noi una volta. Io sono stato uno dei primi ad aver aperto la strada del gelato italiano artigianale. Importo le nocciole dal Piemonte, il pistacchio e le mandorle dalla Sicilia, scelgo il latte naturale e fresco in America. La gente ama la qualità e comincia ad imparare la differenza tra gelato e ice-cream”.
Come si diventa imprenditori di successo in una realtà competitiva come quella americana?
“Intanto devi fare le cose per bene e con molta professionalità. Qui non puoi improvvisare. Poi bisogna amare e fare con passione quello che fai. Quando io ho iniziato non avevo neanche un computer nè una strategia di marketing. Ho fatto tutto con molta passione, con il cuore, rischiando anche tanto. Molti imprenditori qui dopo un anno chiudono i battenti perchè la gente capisce se fai  business con passione e professionalità”.
Come ti sei adattato alla mentalità americana e cosa hai imparato?
“Il rigore, il rispetto delle regole, la disciplina. All’inizio non è facile ma se hai voglia di fare e sai rispettare le regole, vai avanti senza problemi”.
Insomma esiste ancora il sogno americano?
“Esiste nel senso che se dimostri di essere bravo e tenace, ti danno una possibilità. Esiste la meritocrazia. Non è come pensano gli italiani che tutto è facile e si avvera senza sforzi e con facilità. Una volta però qui era tutto più facile, facevi più soldi.
Oggi le cose sono cambiate. Gli affitti a Ny sono altissimi, i costi pure. La burocrazia è diventata più farraginosa e lunga”.
Cosa diresti oggi ai siciliani che sono rimasti?
“Chi vive in Sicilia dà per scontato le bellezze, la storia di questa meravigliosa terra finendo per non apprezzarla.
Dovete essere consapevoli della storia e del patrimonio e trasformarlo in ricchezza. Non è uno slogan ma una realtà. Dall’America si guarda tutto con un’ottica diversa e si riesce ad apprezzare quello che prima si ignorava. Rimboccatevi le maniche. Non lasciate per forza la Sicilia. Avete l’America a casa vostra. Lavorate per il vostro Paese. La Sicilia merita un futuro glorioso”.
Esistono ancora gli stereotipi legati alla Sicilia in America?
Le cose sono cambiate tantissimo perchè gli americani viaggiano e vanno in Sicilia.  Non sento quasi mai più associare la Sicilia alla parola mafia.
Guardano il commissario Montalbano e si innamorano di questa splendida terra”.
 


Il prossimo progetto: aprire un’agrigelateria nella sua terra di origine

Torni spesso nella tua terra, hai mai pensato di ritornare per sempre?
“Dopo tutti questi anni in America, è difficile. Vorrei però trascorrere più tempo in Sicilia. A Baucina abbiamo lasciato la casa cosí com’era il giorno della partenza. Il mio sogno è girare la Sicilia in barca e aprire un’agrigelateria nelle nostre campagne di Baucina”.
Pensi mai a come sarebbe stata la tua vita se fossi rimasto nella tua terra?
“Sarei sopravvissuto, mi sarei dato da fare per fare qualcosa. Ringrazio i miei genitori per avermi dato questa grande possibilità di vivere in America”.
Cosa pensi di fare ora?
“Vorrei far conoscere agli americani le torte gelato e soprattutto le granite siciliane con la brioche. Con il nostro laboratorio ci prepariamo ad entrare nei supermercati americani come Whole Foods, che vende solo cibo biologico, e ristoranti di un certo livello”.

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