Nell'83 per cento delle mele residui di pesticidi - QdS

Nell’83 per cento delle mele residui di pesticidi

redazione

Nell’83 per cento delle mele residui di pesticidi

giovedì 22 Ottobre 2015

L’analisi di Greenpeace “promuove” soltanto la produzione biologica

ROMA – Una mela al giorno, si dice, toglie il medico di torno, soprattutto se è biologica: la coltivazione di questo frutto senza l’uso di fitofarmaci, infatti, esclude ovviamente la presenza di tracce di pesticidi che invece sono state rinvenute nell’83% delle mele prodotte in modo convenzionale.
Nel 60% dei campioni, inoltre, sono state trovate due o più sostanze chimiche. Questi i risultati di un’analisi di Greenpeace su 126 campioni di mele (109 prodotte convenzionalmente e le rimanenti provenienti da coltivazioni biologiche) acquistate nei supermercati di 11 Paesi Europei.
Metà dei pesticidi rilevati, spiega l’associazione in una nota, hanno effetti tossici noti per organismi acquatici come i pesci, ma anche per le api e altri insetti utili. Molte di queste sostanze chimiche, inoltre, sono bioaccumulabili, cioè, una volta rilasciati nell’ambiente, si degradano lentamente e possono risalire la catena alimentare accumulandosi in un’ampia varietà di organismi viventi, finendo così per danneggiare l’intero ecosistema. Infine, a causa dell’incompletezza di dati e conoscenze disponibili soprattutto sugli effetti di residui multipli, non si possono escludere rischi per la salute umana.
La sostanza trovata più frequentemente (sui 39 tipi diversi di pesticidi rinvenuti) è il THPI, un metabolita del fungicida captano. Tutto questo, insieme alla scarsa conoscenza dei possibili impatti dei “cocktail di pesticidi” sull’ambiente e sulla salute, è fonte di grande preoccupazione
Greenpeace chiede ai supermercati di abbandonare l’uso di pesticidi pericolosi – peraltro i residui individuati rientrano nei limiti stabiliti dalle normative – nella produzione ortofrutticola, incentivando gli agricoltori a preferire pratiche di coltivazione sostenibili.

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