Raffaele Squitieri: "Assicuriamo il controllo su Regioni ed Enti locali" - QdS

Raffaele Squitieri: “Assicuriamo il controllo su Regioni ed Enti locali”

Claudia Torrisi

Raffaele Squitieri: “Assicuriamo il controllo su Regioni ed Enti locali”

sabato 24 Ottobre 2015

Forum con Raffaele Squitieri, Presidente della Corte dei Conti

Negli ultimi anni stiamo assistendo a una maggiore incisività dell’azione della Corte dei conti nella lotta alla corruzione. Quali sono i poteri dell’Organo?
“La corruzione è un fenomeno complesso che esplica effetti negativi deteriorando le coscienze e i comportamenti, oltre a costituire un costo in termini economici. Tutte le istituzioni hanno l’obiettivo prioritario di contrastare i fenomeni corruttivi.
La Corte dei conti, organo magistratuale terzo e imparziale cui sono intestate funzioni giurisdizionali e di controllo, vigila sul corretto utilizzo del denaro pubblico per assicurare l’efficacia e la trasparenza dell’azione amministrativa. Va evidenziata la peculiare struttura dell’Istituto, articolato su tutto il territorio nazionale, ove operano magistrati contabili che, assistiti da qualificato personale, alla terzietà della funzione sommano una elevata specializzazione professionale.
Nei casi di spreco di risorse pubbliche dovute a cattiva gestione, le Procure regionali avviano l’istruttoria nei confronti dei presunti responsabili – amministratori o dipendenti pubblici – chiamandoli a risarcire il danno arrecato. Sulle domande proposte dal P.M. contabile giudicano le Sezioni giurisdizionali regionali e, in ultima istanza, le Sezioni centrali d’appello.
Il Dl 174/2012 ha incrementato in modo rilevante le funzioni dell’Istituto.
In sede giurisdizionale sono state previste nuove competenze intestate alle Sezioni riunite in speciale composizione; si tratta di tipologie di giudizi di grande rilevo per la collettività, quali le impugnazioni delle deliberazioni delle sezioni di controllo in materia di piani di riequilibrio o di rendiconti dei gruppi consiliari.
In sede di controllo sono state attribuite alla Corte importanti competenze riguardanti la gestione delle Regioni e degli Enti locali. Tra le più significative il “giudizio di parifica”, attraverso il quale la Corte conduce una approfondita analisi dei rendiconti delle Regioni e le accompagna nel processo successivo, evidenziando le accertate discrasie della gestione. Tale giudizio fornisce alle Assemblee regionali elementi di valutazione tecnici e oggettivi, utili al momento dell’approvazione dei rendiconti.
Quanto agli Enti locali, la Corte sta svolgendo un importante ruolo nel rilevare eventuali criticità e nell’indicare, anche attraverso l’approvazione di piani di riequilibrio, il percorso più idoneo per il risanamento finanziario e patrimoniale. Funzione, questa, la cui oggettività è garantita dalla possibilità, cui ho accennato, di ricorrere alle Sezioni riunite della stessa Corte.
Importanti sono le verifiche sulle spese dei gruppi consiliari delle regioni. Grazie anche alle incisive indicazioni delle Sezioni di controllo e alla puntuale azione delle Procure regionali, non solo si è ridotta l’entità delle spese in questione, ma le stesse sono anche di molto migliorate per tipologia.
Più in generale, vorrei aggiungere che l’incremento del numero dei centri di spesa pubblica autonomi, determinato dalla riforma del Titolo V della Costituzione, ha reso indispensabile garantire anche una efficace azione di coordinamento della finanza pubblica, nell’ambito della quale la Corte ha svolto e sta svolgendo un ruolo essenziale, tant’è che le è stata riconosciuta la funzione di “garante dell’unità economica della Repubblica”.
La Corte ha anche una funzione di indirizzo?
“Certamente. Anche sotto tale profilo l’azione della Corte è efficace. Così, previ incontri con le organizzazioni rappresentative degli enti territoriali, vengono annualmente diffuse “linee guida” dirette ai revisori dei conti delle amministrazioni interessate, attraverso le quali si attuano forme di collaborazione con le autonomie territoriali”.
Ma allora perché alcuni enti vanno fuori da questi binari?
“L’esperienza degli ultimi anni dimostra che ciò accade solo per alcuni enti. La gravità e l’incertezza della situazione economico-finanziaria del Paese, e quindi degli Enti pubblici, può rendere talvolta non agevole l’impostazione dei bilanci.
La Corte, attraverso le linee guida di cui ho cennato e l’analisi dei bilanci e dei consuntivi, è in grado di accertare e segnalare criticità ed errori e di indicare percorsi “virtuosi”, tesi a superare, nel tempo, le varie difficoltà”.
 
Cosa succede se la Corte trova situazioni di dissesto?
“Il compito riconosciuto alla Corte dei conti di analisi delle scritture contabili degli enti locali ha fatto emergere situazioni di difficoltà. Va però detto che i magistrati dell’antica Istituzione che mi onoro di presiedere non sono solo ‘analisti’, ma anche ‘medici’. Quando la Corte accerta una situazione di predissesto, indica al Comune il percorso per il risanamento. L’ente può proporre un piano di riequilibrio per rientrare, al massimo in dieci anni, dal deficit. La Corte valuta la credibilità di tale piano anche attraverso verifiche semestrali. La Corte assicura il costante monitoraggio dei conti e, in caso di gravi e reiterati inadempimenti rispetto agli obiettivi fissati nel piano, si può pervenire anche alla dichiarazione di dissesto”.
Questa funzione è forse poco conosciuta.
“Non direi assolutamente. Nell’ultimo triennio numerosi Comuni hanno fatto ricorso a questo nuovo strumento, che ha impegnato una parte significativa delle nostre risorse magistratuali, soprattutto in alcune aree geografiche. Purtroppo alla attuazione di queste nuove funzioni, come già accaduto a fronte di altri importanti compiti assegnati alla Corte dei conti, non è corrisposta una adeguata integrazione dei nostri organici: siamo circa 400, con una carenza del 35-36%. Qualche giornale ha detto che la Corte costa troppo rispetto a quello che dà al Paese. Ragionamenti di questo genere sono superficiali ed errati. Anche investendo sulla nostra Magistratura, corruzione e mala gestio potranno essere arginate”.
 

 
Funzione giurisdizionale contro sperperi di risorse

La funzione di controllo e indirizzo vale solo con i Comuni o anche con le Regioni?
“Alla Corte è affidato il ruolo di ‘garante imparziale’ dell’equilibrio economico finanziario di tutte le amministrazioni pubbliche a tutela dell’unità economica della Repubblica. Il referente principale dell’attività di controllo della Corte è il potere legislativo, naturale destinatario delle valutazioni sulle gestioni pubbliche, che l’Istituto formalizza in referti o audizioni, a livello nazionale e regionale. Anche nei confronti delle regioni i poteri della Corte sono stati di recente potenziati”.
Anche questa possibilità viene dal Dl 174/2012?
“Si, tale provvedimento ha esteso il giudizio di parifica ai rendiconti delle Regioni a statuto ordinario e ha introdotto la verifica della copertura delle nuove o maggiori spese anche per le leggi regionali. Si tratta di attività fondamentali che esaltano la funzione ausiliaria della Corte nei confronti degli organi assembleari”.
E oltre a queste funzioni?
“Come accennato, in sede giurisdizionale la Corte giudica i comportamenti illeciti dei soggetti legati da rapporto di servizio con le pubbliche amministrazioni. Si pensi a coloro che hanno il maneggio di risorse pubbliche, quali i concessionari della riscossione dei tributi o i tesorieri degli enti territoriali. Parimenti, sono assoggettati alla giurisdizione della Corte dei conti gli amministratori e dipendenti di tutte le pubbliche amministrazioni.
La finalità è quella di perseguire le condotte illecite che tali soggetti commettono, con dolo o colpa grave, e di condannarli a risarcire il danno arrecato al pubblico erario in termini di maggiore spesa o minore entrata. Sempre in materia di giurisdizione, la Corte ha competenza a decidere sulle controversie pensionistiche del personale pubblico, civile e militare, oltreché sulle pensioni di guerra”.
 

 
Impossibile quantificare il costo della corruzione
 
Qual è il vostro braccio operativo?
“Negli ultimi anni, l’acuirsi dei fenomeni di malversazione e violazione dei precetti di legalità nella gestione pubblica ha reso necessarie sinergie con altre istituzioni ed efficiente e intensa la collaborazione con l’amministrazione finanziaria e con le forze dell’ordine, in particolare con la Guardia di finanza, che opera a supporto delle Procure e delle Sezioni di controllo. Recentemente è stato attivato un tavolo operativo con l’Anac”.
La corruzione in Italia costa davvero 60 miliardi?
“Questo è un dato da tempo erroneamente attribuito a stime effettuate dalla Corte dei conti. La verità è che la corruzione è un fenomeno che non si può seriamente quantificare. Certo è che, al di là delle stime effettuate da organismi diversi, la corruzione riduce la qualità dei servizi, incide sulle entrate fiscali, scoraggia gli investimenti, aumenta l’ingiustizia sociale e la povertà e, infine, mina la credibilità del Paese anche in ambito internazionale. Occorre intervenire anche sul contesto ordinamentale, con norme chiare e incisive, in quanto è nella complessità e scarsa chiarezza delle leggi e nella macchinosità delle procedure che si annidano più facilmente i fenomeni corruttivi”.
Ci sono poteri che mancano alla Corte?
“L’azione della Corte è molto efficace, e ben più di quanto emerge e viene generalmente riconosciuto, nell’esercizio tanto delle funzioni giurisdizionali che di quelle di controllo. In quest’ultimo ambito, le indicazioni della Corte non devono tuttavia restare tali, in attesa di un volontario recepimento. Negli ultimi anni, la normativa, in specie quella relativa alla gestione degli enti territoriali, si è già evoluta in questi termini. È una strada che il legislatore dovrebbe proseguire, rafforzando il ruolo di questa magistratura”.

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