Il Legge di Stabilità ha deluso il Sud - QdS

Il Legge di Stabilità ha deluso il Sud

Rosario Battiato

Il Legge di Stabilità ha deluso il Sud

martedì 27 Ottobre 2015

La Regione ha chiesto 28 miliardi per ottenere un sistema infrastrutturale all’altezza, attualmente sono disponibili 4,9. Continuano gli incontri per varare i 15 patti per il Sud, saranno pronti entro novembre

PALERMO – Si aspettava il ‘masterplan’ per il Sud, il grande progetto renziano di politica industriale e infrastrutturale, ma nessuno l’ha visto. La componente specificatamente meridionale del ddl di Stabilità da 26,5 miliardi (che potrà aumentare fino a 29,5), già all’esame del Senato, non ha certamente soddisfatto quanti si aspettavano il grande piano annunciato lo scorso agosto dal premier Renzi. Però le risorse potrebbero arrivare da altre fonti.
A leggere il materiale presentato dal governo, che ha diffuso il disegno di legge una decina di giorni fa, per il Mezzogiorno ci saranno tre grandi interventi mirati: 450 milioni di euro (150 già quest’anno) per “chiudere la ferita della terra dei fuochi”; lo stanziamento finale per la Salerno-Reggio Calabria e il fondo di garanzia Ilva per superare la crisi.
A fare gli altri conti alle tabelle di bilancio allegate al Ddl di stabilità è stato ieri il Sole 24 Ore. Sul fronte infrastrutturale si prevedono 3,8 miliardi in più all’Anas, tra il 2016 e il 2018, a partire da 1,25 miliardi del prossimo anno (a legislazione vigente ne erano previsti 50). Uno stanziamento necessario data la mole di lavoro necessaria, anche in Sicilia, per avviare la manutenzione delle rete per evitare i futuri crolli. In vista c’è anche il grande investimento sulla A19, circa 840 milioni di euro per i prossimi anni. Per Rfi ci saranno meno fondi nell’immediato, data la riduzione dei trasferimenti in conto impianti di 250 milioni di euro. Un dato che non pregiudica il contratto di programma in fase di negoziazione tra Rfi e il ministero delle Infrastrutture che dovrebbe sbloccare complessivamente circa 4 miliardi di euro. Nel complesso crescono anche gli investimenti ferroviari su base triennale con 500 milioni di euro in più (613 milioni nel 2017 e 1,9 miliardi nel 2018).
Non basta. La Regione tramite i tecnici dell’assessorato Infrastrutture, già da agosto quando il governo aveva lanciato la proposta di un mega piano per il Sud, aveva preparato una lista da 28 miliardi di euro per ricucire e rendere “europeo” il sistema infrastrutturale isolano. Un dato ribadito sabato scorso da Giovanni Pizzo, assessore alle Infrastrutture, che ha poi confermato quanto si sapeva da tempo: attualmente ci sarebbero disponibili soltanto 4,9 miliardi.
Non ci sono soltanto le Regioni a chiedere di più, ma anche gli imprenditori. Marco Gay, presidente dei giovani imprenditori di Confindustria, ha scritto una lunga lettera aperta sul suo blog ospitato all’interno dell’HuffPost, spiegando che il “Master Plan per il Sud annunciato da Renzi qualche mese fa ci è sembrato una delle idee più avanzate e coraggiose del governo”. Un’idea coraggiosa che si arenata: “a noi sembrano pochi i 150 milioni specificatamente dedicati al Sud nella legge di stabilità”. Tuttavia il vero cambiamento potrebbe passare da altre parti, ad esempio dal “piano Juncker – scrive –, fondi strutturali e clausola investimenti: 11 miliardi, di cui 7 dedicati al Sud”. Del resto il governo sta predisponendo “15 Patti per il Sud, da varare entro novembre, insieme a presidenti di Regione e sindaci”.
In effetti qualcosa si muove. Dal 24 settembre al 14 ottobre il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Claudio De Vincenti ha incontrato diversi amministratori tra cui Rosario Crocetta e Leoluca Orlando, proprio per discutere di patti per il sud. In campo ci sono i progetti per accelerare la ripresa del territorio.

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