La Milano morale conquista Roma - QdS

La Milano morale conquista Roma

Carlo Alberto Tregua

La Milano morale conquista Roma

mercoledì 04 Novembre 2015

Successo di Expo possibile per il Giubileo

Il presidente dell’Anac, Raffaele Cantone, ha detto che Milano è ridiventata la capitale morale del Paese. Ed è vero. L’Expo programmata da Letizia Moratti, quando era sindaco di Milano, ha avuto un successo superiore alle aspettative per mano di Giuseppe Sala, ma anche di uno staff di bravi dirigenti nonché della Regione Lombardia e dell’amministrazione comunale di Milano che, pur essendo agli antipodi dell’agone politico (una è di destra e l’altra è di sinistra) hanno collaborato pienamente alla riuscita dell’evento.
Ventuno e passa milioni di visitatori, centinaia di Paesi partecipanti, manifestazioni a gettito continuo, entusiasmi e, soprattutto, attrazione di ricchezza e lavoro per decine di migliaia di persone: ecco in sintesi cosa ha voluto dire per l’Italia Expo 2015.
L’Albero della vita nasce da un’idea semplice ma significativa. Non è certo il manufatto costruito a Parigi in occasione dell’Expo del 1889, a cento anni dalla Rivoluzione francese, quando l’ingegnere Gustave Alexandre Eiffel mise mano a quella montagna di ferro che è diventata il simbolo di Parigi. E pensare che subito dopo doveva essere smontata.

Domani si apre il processo per Mafia capitale. Ma il disastro dell’amministrazione capitolina non ha niente a che fare con la Mafia. A Roma la diffusa corruzione fra funzionari, burocrati e dipendenti da un canto, imprenditori, appaltatori e professionisti dall’altro, ha creato un sistema di potere volto a saccheggiare il danaro pubblico.
A Roma sono state quasi abolite le gare degli appalti, perché quasi tutti sono stati assegnati a trattativa diretta, con la conseguenza che le imprese non sono mai state messe sullo stesso piano in una sana concorrenza, bensì solo quelle amiche, perché pagavano tangenti, erano destinatarie dei lavori pubblici.
L’inefficienza dell’amministrazione capitolina non poteva essere affrontata da un chirurgo, o ex chirurgo, che con le sue furberie non si sa come sia diventato sindaco di Roma. Come altrettanto ha fatto Rosario Crocetta, che non è chirurgo e non risulta abbia esercitato qualunque altra professione o mestiere.
Tutto il mondo è Paese. Non c’è da sorprendersi.
 

Un sindaco che durante il cataclisma giudiziario se ne sta ai Caraibi, o che ufficialmente si sente “ricusato” dal Papa non può stare al suo posto. Cosicché con le dimissioni dei 26 consiglieri è stato cacciato.
Ora a Roma è arrivato il prefetto Francesco Paolo Tronca, palermitano di nascita e milanese di adozione. Dunque, Roma ora viene governata da due prefetti: quello della capitale che si occuperà del Giubileo, e lo stesso Tronca, coadiuvato da alcuni subcommissari, che tenterà di rimettere in carreggiata i conti, l’organizzazione ed i servizi. Entro il 31 dicembre 2015 dovrebbe varare il bilancio 2016, anche se una recente legge, erronea, ha consentito di spostare tale termine al 31 marzo 2016.
Il commissario Tronca riunisce in sè i poteri del sindaco, della Giunta e del Consiglio, quindi potrà operare i tagli degli sprechi e tentare di dare efficienza risparmiando e girando le risorse così recuperate ad investimenti.
Trasporti, strade, rifiuti e la costruzione della linea C della Metropolitana sono fra le prime attività che egli dovrà svolgere con interventi immediati.

Poi vi è tutto il capitolo delle opere pubbliche, fra costruzione, manutenzione ordinaria e straordinaria, che dovrà rientrare tra i binari dell’ordinaria amministrazione: lavori affidati mediante gare d’appalto, che per quanto lunghe e farraginose, se non vi è corruzione, offrono alle imprese partecipanti le stesse opportunità.
Roma è una grande e meravigliosa città. Una delle più antiche del mondo di questi ultimi due millenni. è piena di tesori archeologici e paesaggistici. Traspira cultura da ogni metro cubo. Il suo popolo, considerato erroneamente sfaticato, è invece laborioso, bonaccione e trasmette buon umore. Se fosse bene amministrata, con le grandi risorse di cui dispone, potrebbe diventare una metropoli atta ad attirare 60 milioni (come fa Parigi) e non 30 milioni di turisti.
Il prossimo Giubileo sarà il banco di prova. Senza Marino e col prefetto Tronca il tentativo di ripetere il successo di Expo 2015 ha buone chance.

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