In Italia CO2 ridotta dell'80 per cento - QdS

In Italia CO2 ridotta dell’80 per cento

Bartolomeo Buscema

In Italia CO2 ridotta dell’80 per cento

venerdì 06 Novembre 2015

I risultati sono emersi a Roma alla presentazione del rapporto Enea-Fondazione Enrico Mattei. Per i prossimi anni previsti più investimenti nel settore delle nanotecnologie

ROMA – Riduzione dell’80% delle emissioni di anidride carbonica rispetto ai livelli del 1990 e risparmi fino a 66 miliardi di euro sulla bolletta energetica nazionale. Questi alcuni dati significativi emersi dalla presentazione, il 26 ottobre scorso, a Roma, del rapporto Enea- Fondazione Eni Enrico Mattei (Feem) “Pathways to deep decarbonization in Italy – 2015”.
Uno studio  che fa parte  del progetto internazionale “Deep Decarbonization Pathways Project” (Ddpp), il primo programma di cooperazione globale per individuare percorsi concreti verso un’economia  a bassa emissione di carbonio , promossa dagli istituti Sustainable Development and International Relations (IddriI) e Sustainable Development Solutions Network (Sdsn).
Un rapporto che auspica una marcata decarbonizzazione del sistema energetico italiano, in uno scenario al 2050, che muove da cinque linee guida strategiche per la transizione verso un’economia verde.
1. Decarbonizzazione della produzione di energia elettrica e stoccaggio nel sottosuolo dell’anidride carbonica prodotta per arrivare al 2050 a un taglio del 97% delle emissioni per singolo kWh di energia elettrica prodotta, rispetto ai livelli del 2010. Una riduzione drastica da attuare tramite un esteso ricorso alle recenti tecnologie di sequestro di anidride carbonica. L’Italia, si legge nello studio, potrebbe così evitare l’immissione in atmosfera di 25 milioni di tonnellate di anidride carbonica.
2. Maggior ricorso alla produzione di elettricità da fonti rinnovabili fino alla copertura del 93% del fabbisogno italiano ,al 2050, che per quella data aumenterebbe notevolmente a causa di una notevole presenza di veicoli elettrici.
3. Incremento dell’efficienza energetica per ridurre il fabbisogno nazionale di energia primaria tra il 28% e il 39% rispetto ai valori 2010, e l’intensità energetica, ossia il rapporto tra energia primaria impiegata e Prodotto interno lordo, tra il 56% e il 62% sempre rispetto al 2010.
Ad esempio, nel comparto dei trasporti si potrebbero ridurre del 60% i consumi di fonti fossili, attraverso un maggior ricorso al trasporto pubblico anche con veicoli alimentati con biocombustibili, al trasporto marittimo e ferroviario delle merci in alternativa a quello su gomma.
4. Più investimenti pubblici e privati nella ricerca specialmente nel settore delle nanotecnologie, dei processi catalitici e dei nuovi materiali per rendere più efficienti soprattutto i processi produttivi. Più investimenti, ancora, per la formazione dei tecnici e l’informazione dei cittadini che devono imparare a consumare in maniera consapevole ,energeticamente corretta e rispettosa dell’ambiente.
5. Cooperazione internazionale della ricerca e coordinamento delle politiche energetiche e ambientali sia per abbassare il costo macroeconomico della decarbonizzazione sia per favorire un equo mercato dei “permessi di emissioni” o “crediti di carbonio” espressi in tonnellate di anidride carbonica. Quest’ultimo meccanismo dovrebbe,secondo i redattori dello studio, ridurre sensibilmente il costo stesso del processo di decarbonizzazione.

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