Via libera ai 900 mln dal Fondo sviluppo coesione - QdS

Via libera ai 900 mln dal Fondo sviluppo coesione

Raffaella Pessina

Via libera ai 900 mln dal Fondo sviluppo coesione

sabato 07 Novembre 2015

673 mln contributo finanza pubblica, 140 mln cofinanziamento, 88 mln forestali. Davide Faraone: “Il Cipe conferma l’impegno del governo nazionale”

PALERMO – Arriva per la Sicilia il via libera da Roma ai soldi che serviranno a far quadrare il bilancio 2015. Il Cipe (Comitato interministeriale programmazione economica) ha approvato la proposta della Regione siciliana di utilizzare circa 900 milioni di euro del Fondo sviluppo e coesione, relativamente alle programmazioni 2007-2013 e 2000-2006, per assicurare la copertura del contributo di finanza pubblica della Regione (per circa 673 milioni di euro), del cofinanziamento regionale della programmazione comunitaria 2007-13 (per 140 milioni di euro) e per la difesa del patrimonio boschivo (per 87,9 milioni, destinati a pagare i 24.000 forestali nei giorni scorsi sul piede di guerra).
Insomma via libera al piano che consente alla Regione di chiudere i conti. Contestualmente, è stata approvata la proposta di garantire con fondi del Piano di azione e coesione 2014-2020, per 780,2 milioni di euro, la copertura degli interventi che è stato necessario definanziare per reperire le risorse necessarie a quelle finalità.
Soddisfatto il sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone che ha dichiarato in un comunicato che il Cipe “ha confermato il suo impegno, e che lunedì a Palazzo Chigi continuerà il confronto, già avviato la scorsa settimana, tra governo nazionale e governo regionale per discutere dei rapporti finanziari tra Stato e Regione e trovare soluzioni adeguate già in Legge di Stabilità. Il governo nazionale ha fatto e continua a fare la sua parte. Sono certo – ha concluso Faraone – che anche il nuovo governo regionale lavori in continuità e con lo stesso vigore”. 
Intanto il governatore Crocetta è deciso a non rimanere con le mani in mano e ha fatto sapere che “gli assessori sono già al loro lavoro per affrontare gli adempimenti necessari alla vita della Regione”. Nel corso della prima giunta del nuovo governo, tenutasi mercoledì scorso, sono stati approvati: la dichiarazione di stato calamità naturale per la crisi idrica di Messina e la richiesta al governo nazionale del riconoscimento dello stato di emergenza. Nominata, su proposta dell’assessore Antonello Cracolici, l’ex assessore Sara Barresi, come direttore all’Agricoltura, mentre su proposta dell’assessore Giovanni Pistorio, è stato nominato ad interim il direttore Fulvio Bellomo che, nelle more della nomina definitiva, sostituirà il direttore del dipartimento tecnico Giovanni Arnone, andato in pensione nei giorni scorsi.
La Giunta si riunirà nuovamente martedì mattina per una discussione generale sugli obiettivi programmatici, amministrativi e legislativi da proporre al Parlamento e alle forze politiche nei prossimi giorni. E, a proposito di obiettivi, molto chiari sembrano essere quelli del nuovo assessore regionale all’Istruzione Bruno Marziano che ha indicato le sue priorità: “Università, bandi sull’edilizia scolastica e approvazione della legge sulla formazione professionale. Ma anche tutte le problematiche legate al sudest siciliano”. Marziano intende incontrare i rettori delle università siciliane per un confronto sui temi delle politiche dell’assessorato e del sistema formativo universitario. Sul tema della formazione professionale, sui bandi per l’accreditamento e sull’avvio dei corsi Marziano ha ammesso che “esistono difficoltà legate al reperimento delle risorse che devono garantire almeno un triennio e al rilancio dell’intero settore, sulla base delle regole che sono state definite in questi anni”.
Contro il Governo e l’Assemblea regionale siciliana in “risposta forte alla mortificazione della dignità dei sindaci e delle amministrazioni comunali” i sindaci del Palermitano hanno deciso che si candideranno in massa alla carica di sindaco della città metropolitana. “Ad oggi affermano i sindaci – è stata ignorata l’impugnativa di Roma e non sono state fornite indicazioni sul metodo di svolgimento di queste elezioni”.

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