Riforma acqua, Crocetta insiste per lo scontro - QdS

Riforma acqua, Crocetta insiste per lo scontro

Raffaella Pessina

Riforma acqua, Crocetta insiste per lo scontro

martedì 10 Novembre 2015

Sarebbe paradossale opporsi allo Stato mentre la Sicilia muore di sete. Valeria Sudano (Pd): “Non ricorrere, piuttosto stralciare parti impugnate”

PALERMO – Riprendono questo pomeriggio i lavori parlamentari a Palazzo dei Normanni con all’ordine del giorno il ddl sul demanio trazzerale e le norme in materia di tutela aree caratterizzate da vulnerabilità e valenze ambientali e paesaggistiche n. 847/A. Ieri intanto il presidente della Regione, Rosario Crocetta, insieme con l’assessore all’Economia, Alessandro Baccei, si è recato a Roma per portare a casa il bilancio per il 2016. All’appello mancano ben un miliardo e quattrocento milioni di euro e per questo Crocetta ha portato con sè il piano dei tagli da sottoporre al sottosegretario alla Presidenza De Vincenti.
Oggi dovrebbe essere completata la Giunta di governo con la nomina dell’ultimo assessore con delega alla funzione pubblica. Lo ha annunciato in questo fine settimana il governatore che ha voluto sottolineare l’importanza della formazione di un governo politico al quale partecipano Udc e Ncd, allineandosi alle scelte fatte dai due partiti a livello nazionale. Ma non dimentichiamoci che è stato proprio il presidente della Regione che nella prima parte della legislatura si è voluto imporre nella scelta di assessori tecnici, più che politici e solo ora, con una maggioranza vacillante, si è arreso e ha lasciato carta bianca agli alleati.
Ora si prospetta la scelta dell’ultimo assessore. Se Ncd aveva palesemente dichiarato di non volere poltrone, altri si rendono disponibili: il Megafono, i Socialisti, Sicilia democratica, Sicilia futura (che peraltro già ha ottenuto una poltrona) e i Verdiniani. Inevitabilmente qualcuno dovrà rimanere scontento.
Intanto è polemica intorno alla legge regionale sull’acqua, impugnata dal Consiglio dei Ministri. Il deputato Pd Valeria Sudano stigmatizza il comportamento del presidente della Regione in seguito all’impugnativa, perché vuole fare ricorso. “Mentre la Sicilia muore di sete da Messina a Caltanissetta passando per Gela – ha detto Sudano – il presidente della Regione prepara un braccio di ferro esclusivamente ideologico davanti alla Corte Costituzionale per portare avanti la legge regionale sull’acqua. Il nuovo Governo non può partire da questi presupposti. Si abbandoni lo scontro e si porti subito in aula una legge per riparare ai danni fatti e dare risposte ai siciliani”.
 
Sudano critica soprattutto il metodo con cui vengono approvate le leggi: “Si tratta di una legge che contiene disposizioni palesemente incostituzionali e che mostra numerosi punti di criticità anche sul fronte del rispetto della normativa Europea. Quando la legge fu votata mi rifiutai di rimanere in Aula proprio perché tutti, a cominciare dai promotori, sapevano bene come sarebbe finita. Non si può continuare a fare norme solo di facciata ben sapendo che saranno impugnate”.
E infine avverte che la Sicilia andrebbe incontro ad un rischio concreto di perdere i fondi. “Applicare la norma in attesa del pronunciamento della Corte Costituzionale – ha aggiunto Sudano – significherebbe spendere fondi comunitari con il rischio concreto che, una volta bocciata la legge, questi fondi vadano perduti e si debba restituirli alla Comunità Europea. Senza contare l’enorme rischio di danno erariale per chi firmerà i provvedimenti”. Per Valeria Sudano c’è una sola cosa da fare: “portare in aula all’Ars con procedura d’urgenza, come già si sta facendo con la legge sui Liberi Consorzi, la norma stralciata delle parti impugnate e che recepisca i suggerimenti giunti da Roma per poter, così, far partire le gli Ambiti Territoriali Ottimali”.

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