Sanità, il 18 per cento a spese nostre - QdS

Sanità, il 18 per cento a spese nostre

Liliana Rosano

Sanità, il 18 per cento a spese nostre

mercoledì 11 Novembre 2015

Indagine “Bilancio di sostenibilità welfare italiano” realizzata dal Censis per il Forum ANIA-Consumatori. Prestazioni non coperte dal welfare nazionale e pagate interamente dal cittadino

PALERMO – C’era una vola il welfare sanitario, generatore di sicurezza sociale, oggi fonte di ansia e preoccupazione. Lo rivela l’ultimo Bilancio di sostenibilità del Welfare italiano del Censis e le ultime ricerche delle associazioni dei consumatori realizzate per il forum Ania-consumatori.
Secondo il Censis, il 53,6% degli Italiani dichiara che la copertura dello stato sociale si è ridotta e paga “di  tasca propria”. Questo significa che molte delle spese che un tempo venivano coperte dal sistema di welfare nazionale, oggi sono sborsate direttamente dai citadini.
Infatti, gli Italiani pagano “di tasca propria” il 18% della spesa sanitaria totale – cioè, oltre 500 Euro pro capite annuo – contro il 7% registrato in Francia e il 9% in Inghilterra.
Inoltre, a causa delle lunghe liste di attesa nella sanità pubblica e dei costi proibitivi della sanità privata, nel 41,7% delle famiglie almeno una persona in un anno ha dovuto rinunciare a una prestazione sanitaria.
Infine, in Italia ci sono 3 milioni di cittadini non autosufficienti che necessitano di assistenza, oltre 1,3 milioni  le “badanti”, con una spesa per le famiglie di circa 10 miliardi l’anno.

Liste d’attesa
Altro punto la lotta al fenomeno delle liste d’attesa, causate dal gap tra i servizi promessi a tutti e quelli  effettivamente erogati. Ineludibile anche il problema della non autosufficienza in tarda età: il 78% degli italiani è favorevole a un’assicurazione contro la non autosufficienza.

Prestazioni “in nero”
Oltre il 21% dei pazienti ha pagato senza fattura o ricevuta visite medico specialistiche, il 14,4% visite odontoiatriche e l’1,9% prestazioni infermieristiche. Nel Meridione “il 41% degli intervistati ha pagato prestazioni in nero”.
In questo contesto, con una popolazione che invecchia sempre di più, 3 milioni di italiani non sono autosufficienti, con una spesa annua per le famiglie di circa 10 miliardi. Il 78% dei cittadini è favorevole a un’assicurazione per affrontare questo problema. Mentre il 53,6% dichiara che la copertura dello stato sociale si è ridotta.
Il quadro che emerge è quello di una sanità sempre più distante dalle esigenze dei pazienti.
Per questo, nell’ambito del Forum Ania-Consumatori, assicuratori e consumatori hanno realizzato otto proposte per un sistema di welfare più efficiente ed equo. Innanzitutto, occorre fornire un’informazione trasparente, semplice e completa sulla situazione pensionistica a ogni cittadino e sulle prestazioni attese, anche per effettuare scelte  consapevoli per il proprio futuro previdenziale.
Tra le proposte viene sottolineata sia l’importanza di un quadro di regole chiare e uniformi per le forme sanitarie  integrative, sia la necessità di incentivare lo sviluppo di sistemi mutualistici.

Infine, un sistema equo e sostenibile non può prescindere da una politica fiscale che sia realmente “prowelfare” e che nel medio-lungo periodo sia positiva per i conti pubblici.
“Le indagini fatte – afferma Pier Ugo Andreini, Presidente Forum Ania-Consumatori – dimostrano che il sistema attuale di welfare è inadeguato alle reali esigenze dei cittadini. Ne è un chiaro esempio il fatto che gli Italiani pagano di tasca propria le spese sanitarie in misura doppia rispetto ai Francesi e agli Inglesi. Siamo convinti che gli assicuratori possano rendere più efficiente questa spesa e i consumatori possano rendere i cittadini sempre più consapevoli e informati".
“Il welfare italiano sta cambiando – dichiara Giuseppe De Rita, presidente Censis – e le famiglie rispondono con processi di adattamento che includono una forte esposizione finanziaria, anche con fenomeni di rinuncia alle prestazioni. Questo cambio del welfare è problematico e non ci saranno grandi riforme. Ciò di cui c’è bisogno è che la famiglia ritrovi quella percezione di fiducia essenziale per fare sviluppo".
 

 
Otto proposte per un sistema di welfare più efficiente ed equo
 
1) Informare i consumatori sulla propria situazione previdenziale.
2) Comunicazione trasparente ai consumatori/utenti sui costi e sulla qualità delle prestazioni sanitarie di cui beneficiano.
3) Combattere il fenomeno del razionamento dei servizi ridefinendo con chiarezza i Livelli Essenziali di Assistenza e l’universalità del sistema.
4) Incentivare lo sviluppo di sistemi mutualistici di copertura sanitaria integrativa, sia in ambito collettivo sia per le singole famiglie, e ampliare il loro ruolo e ambito di intervento anche alle principali voci di spesa “out of pocket”.
5) Definire un quadro di regole chiaro e uniforme, con un Testo Unico delle forme sanitarie integrative (fondi e casse sanitarie, società di mutuo soccorso, polizze malattia di imprese di assicurazione).
6) Affrontare il problema della non autosufficienza in tarda età incentivando la diffusione di soluzioni collettive di carattere mutualistico.
7) Informare e sensibilizzare i cittadini sui rischi legati alla salute e alla longevità, a partire da quelli della non autosufficienza, promuovendo l’adozione di comportamenti che mirano alla prevenzione dei rischi ad essa legati.
8) Un fisco “prowelfare”.

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