Animali domestici in condominio: regole per una "sana" convivenza - QdS

Animali domestici in condominio: regole per una “sana” convivenza

Giorgia Lodato

Animali domestici in condominio: regole per una “sana” convivenza

mercoledì 11 Novembre 2015

L’ultimo comma dell’articolo 1138 del Codice civile disciplina un fenomeno sempre più diffuso. Si può intervenire nei confronti del singolo condomino per rumori molesti e disturbi

CATANIA – Gli animali domestici possono vivere in appartamento. Lo dice l’ultimo comma dell’articolo 1138 del Codice civile che riguarda il regolamento di condominio. Ovviamente se l’amico da compagnia, che sia a 4 zampe, pennuto o squamato, reca disturbo alla quiete degli altri condomini esistono delle strade percorribili.
“I divieti sono finiti, ma non vuol dire che non si può fare niente se l’animale disturba – spiega Carmelo Santonocito, presidente Anaci (Associazione nazionale amministratori condominiali e immobiliari). Si interviene nei confronti del singolo condomino per rumori molesti e disturbi. Se l’amministratore fino a un paio di anni fa poteva spedire una lettera di diffida ai proprietari dal 2013, anno in cui è entrata in vigore la riforma 220 del 2012, il condomino può tutelare la sua tranquillità in altri modi”.
Il proprietario dell’animale deve adottare alcune misure, come l’uso della museruola o cambiare il posto dove lo tiene. Insomma si trova un compromesso.
“Tenere un animale in casa è un fenomeno sociale in aumento, le famiglie adottano e tengono il cane per compagnia. Se si vive in condominio il discorso diventa un po’ più complicato, soprattutto se l’animale non ha un carattere tranquillo e ha la tendenza ad abbaiare o piangere. Molti casi si risolvono grazie alla diligenza del condomino che può trovare una soluzione al problema”.
Impossibile vietare di tenere un cane o un gatto, neanche con un regolamento di condominio. Ma il fatto di avere il diritto di tenere un animale non significa che si debba “abbandonare” o non si debba tenere pulito per evitare cattivi odori e situazioni spiacevoli per gli altri condomini.
“Il primo problema – spiega l’avvocato Jessica Gualtieri – è capire quali sono gli animali considerati “domestici”. Ormai nelle case oltre a cani, gatti e uccellini si trovano conigli, iguane e rettili in generale, galline e oche, ragni, scimmie. In teoria non dovrebbero rientrare tra gli animali da compagnia – continua l’avvocato – ma la questione è diventata controversa da quando è aumentata la diffusione di questi animali, soprattutto nelle unità unifamiliari organizzate nei condomini”.
L’unica ‘scappatoia’ per chi non va d’accordo con l’animale del vicino è quella dell’igiene. “Nel caso dei volatili si gioca molto sul fatto che penne e piume svolazzano da un balcone a un altro. In quel caso l’animale dovrà essere tenuto in uno spazio apposito, chiuso con le porte”.
Un’altra questione riguarda le parti comuni dell’edificio condominiale. “Gli animali possono accedervi con le dovute accortezze e non possono scavare o fare i bisogni nelle aiuole comuni. Nessuno comunque può avanzare minacce nei confronti di animale e proprietario, né tantomeno maltrattare o uccidere l’animale”.
Perché non solo per i proprietari, ma anche secondo i giudici, “il cane e il gatto vanno considerati come esseri senzienti e facenti parte del nucleo familiare”.

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