Chiusura dei negozi. Sicilia, maglia nera - QdS

Chiusura dei negozi. Sicilia, maglia nera

redazione

Chiusura dei negozi. Sicilia, maglia nera

venerdì 13 Novembre 2015

A Catania quattro imprese al giorno muoiono

Se i consumi, a dire degli economisti, lentamente sembrano ripartire, la crisi complessiva del commercio resta cronica. A Catania, come nel resto dell’Isola, nei primi otto mesi dell’anno hanno abbassato le saracinesche 892 negozi di commercio al dettaglio e 208 tra bar e ristoranti. Più di quattro aziende al giorno.
La Sicilia detiene la maglia nera in Italia per diminuzione percentuale di esercizi più elevata: il 2,3%, un totale di 1433 negozi in meno rispetto ai primi otto mesi del 2014. La diminuzione degli esercizi riguarda tutti i settori merceologici.
“Una lenta e progressiva resa dei piccoli commercianti con drammatiche conseguenze a livello occupazionale e sociale e con la desertificazione del centro storico – denuncia Salvo Politino, direttore di Confesercenti Catania – Come più volte denunciato sui negozi pesa la tassazione eccessiva e la liberalizzazione degli orari. I piccoli esercenti non riescono a restare aperti 365 giorni l’anno con orario continuato e questo non fa altro che far perdere quote di mercato in favore della grande distribuzione”.
Per interrompere il flusso negativo e consentire il ripopolamento dei centri storici Confesercenti a livello nazionale chiede al governo di inserire nella prossima Legge di Stabilità un meccanismo cosiddetto “combinato”, una norma che permette di introdurre canoni concordati e cedolare secca anche per gli affitti locali commerciali. “Si tratta di un accordo – spiega Politino – tra i proprietari di immobili, le aziende e le amministrazioni locali che permetterebbe di ottenere un triplice vantaggio: ripartenza dell’economia, ripesa del mercato immobiliare e ripopolamento delle vie cittadine storicamente a vocazione commerciale. Da un punto di vista fiscale, questa operazione porterebbe al fisco, a livello centrale e locale, introiti per oltre 1,5 miliardi di euro. Ribadiamo inoltre la necessità e l’urgenza di ridurre l’aliquota Imu per gli immobili ad uso commerciale”.
Facendo eco a quanto sostenuto dal presidente regionale di Confesercenti, Vittorio Messina, per Politino “Bisogna riuscire a cogliere i piccoli segnali e tentare di agganciare la crescita. Ma soprattutto bisogna non far spegnere nei piccoli imprenditori la voglia di investire che, ancora, nonostante tutto, resiste. In questo la politica ha un compito di primo piano poiché deve fornire gli strumenti per sostenere le strategie di sviluppo e far sì che il mercato non sia alterato dalla mancanza di rispetto delle regole. L’illegalità, infatti, altera l’economia e assorbe risorse fisiche ed economiche destinate al bene comune. Confesercenti Catania continua a chiedere con forza una politica giusta e si impegna da anni e sempre di più per rimettere in moto un sistema che possa consentirci di ripartire nell’interesse di coloro che rappresenta. Uomini, donne e giovani, che hanno affidato le loro speranze e il loro futuro”. 

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