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Palermo – Quella zavorra delle partecipate da tagliare con l’accetta

Luca Insalaco

Palermo – Quella zavorra delle partecipate da tagliare con l’accetta

mercoledì 11 Novembre 2009

Un peso per le casse del Comune, alle cui porte si continua a bussare per i contratti di servizio. Aziende con organici ridondanti, spese fuori controllo e dirigenti con stipendi d’oro

PALERMO – Società partecipate, queste zavorre. Utilizzate ora per assorbire l’esercito di precari comunali, ora per far quadrare gli equilibri politici, le ex municipalizzate continuano a essere la spina fianco dell’amministrazione comunale.
Se il caso più eclatante è l’Amia, con i suoi 180 milioni di deficit (buco, peraltro, che secondo il democratico Faraone ammonterebbe a 230 mln di euro), non c’è azienda che non renda pesante il cordone ombelicale con la propria casa madre e non rappresenti un peso per le esangui casse di Palazzo delle Aquile, alle cui porte continuano a bussare per adeguare i rispettivi contratti di servizio. Organici ridondanti, spese spesso fuori controllo (si vedano i viaggi dorati degli ex-vertici Amia in quel di Dubai) e dirigenti lautamente retribuiti. Troppo, secondo l’opposizione, che boccia l’ipotesi di ritoccare i compensi dei vertici societari e torna alla carica per dare un taglio drastico al numero di poltrone. Entro il 30 novembre, infatti, le aziende devono stabilire il budget per il 2010, ma sulla base degli indirizzi che dovrà fornire il Consiglio comunale.
“È assurdo – dice il capogruppo del Pd, Davide Faraone – che in un momento di crisi finanziaria, come quello che sta attraversando il Comune, l’amministrazione pensi di portare in aula la delibera per l’aumento del budget degli amministratori delle partecipate. Questa delibera va rivista nei suoi punti cardine, bocceremo gli aumenti previsti in questo atto e ne approfitteremo per modificarlo e proporre l’amministratore unico nelle aziende”.
“Finora – accusa – i Cda di queste aziende sono stati utilizzati come luoghi per fare affari e parcheggiare i trombati della politica, occorre ridare dignità alle aziende partecipate e farle funzionare risparmiando anche sugli incarichi inutili”.
Fanno la voce grossa anche le associazioni dei consumatori. Per Giuseppe Messina, coordinatore regionale del Movimento del cittadino: “Troppo spesso il sistema di compensazione delle perdite garantito dalla pubblica amministrazione ha permesso l’incancrenizzarsi di servizi non funzionali per la pubblica collettività. Occorre attivare immediatamente una commissione d’inchiesta per verificare la funzionalità dei servizi erogati, la corrispondenza delle tariffe applicate ai contratti di servizi stipulati ed il rispetto dei piani industriali, delle carte dei servizi ed i piani finanziari”.
 

 
Il sindaco. “Si può fare molto di più”
 
PALERMO – “Amia a parte, le altre aziende comunali vanno complessivamente bene e non hanno problemi di squilibrio del conto economico”, ci ha detto qualche giorno fa il sindaco Diego Cammarata. “Ritengo tuttavia – ha aggiunto il primo cittadino – che l’esperienza di rigorosa amministrazione fatta quest’anno con l’Amia debba essere trasferita nelle altre società. Si può fare di più, si possono generare economie con un’azione più capillare. È quello che abbiamo intenzione di fare dopo aver lavorato nell’ultimo anno in maniera così alacre ed efficace sull’Amia”. Cammarata ha poi ribadito l’intenzione dell’amministrazione comunale di creare un “polo dell’energia” attraverso la fusione tra Amia e Amg (con la cessione del 49% delle azioni senza diritto di voto all’Amia) e di seguire le linee tracciate dalla società Medhelan nel progetto elaborato lo scorso anno per il Comune, “sia come governance che come ristrutturazione del sistema delle società partecipate”.

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