Economia fa rima con ecologia nelle strutture turistico-ricettive - QdS

Economia fa rima con ecologia nelle strutture turistico-ricettive

Rosario Battiato

Economia fa rima con ecologia nelle strutture turistico-ricettive

mercoledì 18 Novembre 2015

La stima realizzata dall’Agenzia per la protezione dell’ambiente di Trento e presentata all’evento Ecomondo

PALERMO – Ecolabel fa risparmiare 10 euro per metro quadro all’anno a una struttura turistico ricettiva. A quantificare i benefici economici del marchio europeo di qualità ecologica volontario e selettivo, che premia i prodotti e i servizi migliori dal punto di vista ambientale che mantengono comunque elevati standard prestazionali, ci ha pensato uno studio diffuso dall’Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente di Trento in occasione di un convegno organizzato una decina di giorni fa all’interno dell’evento Ecomondo 2015 di Rimini. A livello nazionale la Sicilia deve crescere ancora tanto, ma si piazza tra le prime cinque piazze con 19 licenze Ecolabel rilasciate fino allo scorso anno.
“Lo studio dimostra che, per ogni metro quadro all’anno, una struttura Ecolabel, rispetto a una struttura standard, produce circa mezzo chilo di rifiuti indifferenziati e circa 38 chili di anidride carbonica in meno, e, sempre per metro quadro all’anno, consuma 13 kwh di energia e 3 metri cubi di acqua in meno”. Il riepilogo arriva da una nota informativa della provincia autonoma di Trento, che ha calcolato i benefici economici della sostenibilità ambientale in 10 euro per metro quadro all’anno. Tanto per avere un’idea: un hotel da 2500 mq potrebbe risparmiare all’anno circa 25mila euro.
“Le risultanze dello studio – scrivono dall’Agenzia –, pur essendo stato condotto lo stesso sulle strutture turistico ricettive del Trentino, sia certificate sia non certificate, appaiono estensibili a tutte le strutture certificate presenti sul territorio nazionale e, per la prima volta in Italia, consentono una vera e propria ‘pesatura’ degli effetti gestionali non solo sotto l’aspetto della sostenibilità ambientale, ma anche sotto il profilo economico e culturale; aspetti questi ultimi sinora soltanto intuiti ma mai misurati veramente”. 
Secondo l’Appa di Trento le maggiori criticità vanno ricercate a livello culturale, perché “il marchio è poco noto, per quanto apprezzato dai clienti, molto più che dai gestori”. Una conferma che sembra giungere dai dati che arrivano dall’Ispra che ha mappato la distribuzione regionale delle licenze Ecolabel aggiornando i dati al 31 dicembre dello scorso anno. Per i servizi è proprio il Trentino Alto Adige a prendersi la prima posizione con 52 certificazioni, seguito da Puglia (53), Toscana (24) e quindi Sicilia (19). Nell’altra graduatoria che riguarda i prodotti, la Sicilia resta a zero in una graduatoria nazionale che premia la Toscana con 29, seguita dalla Lombardia (26), e dall’Emilia-Romagna (24). Complessivamente la regione italiana con il maggior numero di licenze Ecolabel Ue totali (prodotti e servizi) è il Trentino-Alto Adige (56 licenze) seguita dalla Puglia e dalla Toscana (per entrambe, 53 licenze). A prendersi la fetta più consistente sono proprio i servizi di ricettività turistica che nel nel 2014 hanno visto 182 certificazioni rilasciate (erano 178 nel 2013) su un totale di 341.
Il numero di licenze e prodotti Ecolabel UE si può considerare come un indicatore di risposta della direzione sostenibile intrapresa dal sistema produttivo di un Paese. Rappresenta, spiegano dall’Ispra, “l’offerta di prodotti/servizi a ridotto impatto ambientale” da parte delle aziende e, conseguentemente, la richiesta di un “consumo più sostenibile” da parte dei consumatori, evidenziando in questo modo la sensibilità ambientale sia del settore produttivo che del consumatore.

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