Fiducia nel prossimo? No, grazie Nell'èra social cresce la diffidenza - QdS

Fiducia nel prossimo? No, grazie Nell’èra social cresce la diffidenza

Patrizia Penna

Fiducia nel prossimo? No, grazie Nell’èra social cresce la diffidenza

venerdì 20 Novembre 2015

L’Istat: gli italiani fiduciosi sono il 22,9% al Nord, il 21,8% al Centro e il 15,8% al Sud. La cautela è donna: il sesso femminile è più propenso alla prudenza

ROMA – Nell’era digitale, dei social  network e della condivisione, siamo più soli e diffidenti che mai. è questa la fotografia scattata dall’Istat che, soprattutto per quanto riguarda il Sud Italia, rivela quanto scarsa sia la fiducia che riponiamo negli altri.
Il rapporto Istat sulla soddisfazione dei cittadini sulle proprie condizioni di vita rileva anche la fiducia interpersonale con due quesiti utilizzati anche a livello internazionale. è meglio essere molto cauti oppure in generale è sempre meglio fidarsi del prossimo?
L’altro quesito si concentra invece sulla valutazione delle probabilità che il nostro portafoglio, una volta smarrito, ci venga restituito a seconda che a ritrovarlo sia un vicino di casa, un esponente delle forze dell’ordine o un completo sconosciuto.
Al primo interrogativo, gli italiani non sembrano avere dubbi di sorta. Le risposte al primo quesito, rilevato dal 2010, hanno sempre mostrato come in Italia prevalga un atteggiamento di cautela verso il prossimo, confermato anche dai dati del 2015: il 78,6% delle persone infatti pensa che “bisogna stare molto attenti” nei confronti degli altri mentre il 19,9% è orientato ad un atteggiamento di fiducia (l’1,5% non esprime opinione al riguardo). Dopo due anni di lieve crescita, il livello di fiducia torna ai livelli del 2012.
A livello territoriale le quote di persone che si dichiarano fiduciose nel prossimo sono il 22,9% al Nord, il 21,8% al Centro e il 15,8% nel Mezzogiorno. Pur evidenziandosi una flessione della fiducia sia fra gli uomini sia fra le donne, queste ultime continuano a essere più diffidenti: l’80,2% esprime un’opinione improntata ad un atteggiamento di cautela, rispetto al 76,9% degli uomini. Rispetto all’età, la diffidenza è maggiore tra gli anziani (soprattutto tra gli ultrasessantaquattrenni), con livelli intorno all’80%. Nelle altre classi di età il valore oscilla tra 73,4% dei giovanissimi e 78,6% dei 25-34enni.
Prendendo in considerazione aspetti quali la condizione professionale e il titolo di studio, le persone di status sociale più elevato sono meno diffidenti rispetto alla media della popolazione. Il 31,4% dei dirigenti, imprenditori e liberi professionisti dichiara che ci si può fidare della maggior parte della gente, rispetto al 17,3% degli operai. In generale gli occupati hanno un atteggiamento di maggiore fiducia (23,5%). Lo stesso vale per il 23,8% degli studenti, mentre scende sotto il 20% la quota dei fiduciosi fra le casalinghe, fra chi è in cerca di nuova occupazione e fra coloro che si dichiarano in “altra condizione”.
Anche le persone con un titolo di studio più elevato dichiarano di fidarsi di più degli altri (32,7% dei laureati e 21,3% dei diplomati) rispetto a chi ha al massimo la licenza media (17,2%) o la licenza elementare (12,4%). Le differenze di genere invece permangono indipendentemente dal titolo di studio: ad esempio il 69,7% delle laureate dichiara che occorre stare molto attenti, contro il 62,2% dei laureati.
Nella cosiddetta wallet question, ovvero la “domanda del portafoglio” il risultato è abbastanza scontato, dal momento che il maggior grado di fiducia viene accordato agli esponenti delle forze dell’ordine (81,2%) e non poteva essere diversamente. A seguire troviamo i vicini di casa (il 69,4% ritiene probabile il vedersi restituito il portafoglio se trovato da uno di loro) e dagli estranei (11,1%). Confrontando il dato rilevato nel 2015 con quello degli anni precedenti, si nota subito che il giudizio sulle forze dell’ordine resta immutato mentre si evidenziano peggioramenti sulla probabilità di restituzione da parte del vicino di casa, che scende al 69,4% dal 71,0% del 2014, e la fiducia riposta nel completo sconosciuto, dall’11,1% al 12,3%.
Molto accentuate sono le differenze territoriali. Anche in questo caso la sfiducia è molto più elevata nel Mezzogiorno indipendentemente dalla figura a cui si fa riferimento. Le differenze sulla possibilità di restituzione del portafoglio da parte di un vicino è notevole tra Centro-Nord e Mezzogiorno (74,4% nel Nord, 71,8% nel Centro, 61,3% del Mezzogiorno). Per ciò che riguarda le forze dell’ordine, la percentuale è oltre l’80% per il Centro-Nord e il 77,1% per il Mezzogiorno mentre a dar fiducia ad un perfetto sconosciuto sono il 13,3% degli abitanti del Nord, il 10,7% di quelli del Centro e solo l’8,4% dei residenti nel Mezzogiorno.
Non si rilevano grandi differenze di genere, tranne sulle forze dell’ordine, che godono di una maggior fiducia tra le donne. Rispetto all’età, quelli che nutrono minore fiducia nei confronti del vicino sono gli over 64, i quali sono anche i più fiduciosi nelle forze dell’ordine. Se si considerano condizione professionale e titolo di studio, le persone di status sociale più elevato tendono a essere in generale più fiduciose.

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