I giovani senza lavoro spiegano come si diventa Neet in Sicilia - QdS

I giovani senza lavoro spiegano come si diventa Neet in Sicilia

Chiara Borzi

I giovani senza lavoro spiegano come si diventa Neet in Sicilia

martedì 24 Novembre 2015

Sono sempre più i ragazzi che non studiano, non lavorano né fanno qualcosa per formarsi. Sfiducia e mancato collegamento tra mercato occupazionale ed Enti di formazione

MILANO – In Sicilia, Sardegna e Campania il 20 per cento dei ragazzi è fermo al diploma di licenza media. E’ questo uno dei motivi per cui nel Sud Italia occupa un posto determinante la quota degli ormai noti Neet (Not engaged in Education, Employment or Training).
L’Italia, al pari degli altri paesi dell’Unione Europea, ha il compito di ridurre fino al solo 10 per cento il numero di giovani che oggi non studiano e non lavoro, ma secondo quanto riportato dal report “Ghost” della onlus We World, per il nostro Paese è difficile centrare l’obiettivo proprio a causa dell’alta percentuale di abbandono scolastico che caratterizza il Mezzogiorno. In fatto di Neet la Sicilia occupa – stando alle ultime statistiche Istat – una posizione di primo piano in quanto prima regione in Italia per percentuale di presenze di giovani né impiegati né impegnati in un percorso di formazione.
La geografia dei Neet è spostata tutta verso il Mezzogiorno d’Italia, con appunto Sicilia in testa, ma con accanto Campania, Calabria e la Basilicata. Nel Centro del Paese, Lazio, Marche, Abruzzo e Molise offrono una percentuale di presenze superiore al 20 per cento, mentre a Nord e in particolare a Milano, le statiche sono praticamente tutte inferiore al 18 per cento.
Sfiducia, incertezza, mancato collegamento tra mondo della formazione e del lavoro sono le motivazioni che gli stessi ragazzi Neet italiani riconoscono come causa delle loro condizione. Secondo lo studio condotto da We World, inoltre, accanto una condizione economica di crisi influisce anche una componente psicologica della società che non “incoraggia” in nessuna maniera il giovane che ha deciso di abbandonare gli studi o li ha completati senza riuscire ad accedere al mondo del lavoro.
La onlus milanese nel suo studio ha raccolto la testimonianza di due ventenni residenti a Palermo, una di nazionalità ivoriana e un’altra italiana, che rendono chiara esattamente la condizione vissuta dal neet. “Sudi per il diploma ma non hai garanzie – scrive la prima intervistata – non si fa nulla per migliorare la vita dei giovani”. “Ho raggiunto il mio obiettivo, una laurea con 110 e lode, ma oggi mi ritrovo a pregare per essere presa a lavorare”, denuncia la seconda ragazza coinvolta.
All’interno del rapporto “Ghost” è offerta anche un’analisi approfondita della condizione socio-economica che interessa i Neet del capoluogo siciliano. A Palermo convivono profonde discrepanze culturali tra giovani della stessa età che non permettono l’utilizzo di strumenti standard per azzerare le differenze di formazione, esistono inoltre delle ulteriori differenze tra la cultura dei giovani palermitani e quelli del resto d’Europa. Le istituzioni sono riconosciute come le maggiori responsabili di questa condizione e a queste viene attribuito il compito di ripensare il sistema di formazione guardando le reali condizioni del territorio. Ai neet palermitani manca un efficace percorso di orientamento scolastico e un canale che colleghi direttamente formazione e mondo del lavoro. Secondo quanto si legge ancora nel rapporto “Ghost”, è dell’amministrazione regionale la colpa di aver chiuso troppi enti di formazione professionale, ma allo stesso modo colpa degli stessi centri non essere stati in grado di gestire adeguatamente i fondi comunitari, determinando il loro stesso fallimento.
 


In attesa di qualcosa dopo Garanzia giovani
 
CATANIA – Scaduta la possibilità di aderire al programma Garanzia Giovani, ai giovani Neet siciliani non rimane che tornare a cercare lavoro o un tirocinio sperando in un posto che possa essere ricoperto senza che lo stipendio venga erogato da un ente diverso da quello facente riferimento all’azienda. L’impresa è assolutamente ardua, anche perché sembra che i datori di lavoro siciliani siano impassibili o non siano in condizione di cogliere le opportunità che il Jobs Act ha introdotto con la riforma del mercato del lavoro. Alcune regioni italiane, si vedano Toscana, Liguria, Emilia-Romagna, Puglia e Lombardia, hanno provveduto – anche contestualmente all’entrata in vigore di Garanzia – a stilare dei programmi dedicati ai Neet che offrissero un’alternativa a chi, notando probabilmente le particolarità che hanno caratterizzato i tirocini di Garanzia stessa, voleva battere altre strade già durante la realizzazione del piano. Esclusi i territori citati, però, per moltissimi giovani non c’è stata alternativa. Tra questi sono compresi quelli siciliani, circa 123mila neet, che ad oggi, una volta scaduta Garanzia, sono in cerca di nuove occasioni per fare il loro ingresso nel mercato del lavoro.

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