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Catania – Ansia per i lavoratori Tecnis. I sindacati chiedono garanzie

Melania Tanteri

Catania – Ansia per i lavoratori Tecnis. I sindacati chiedono garanzie

mercoledì 25 Novembre 2015

Dopo le vicende giudiziarie che hanno colpito una delle più grandi aziende del Sud Italia. Gaetano Tafuri: soluzione a portata di mano, basta applicare la legge antimafia

CATANIA – Cresce la preoccupazione della politica e dei sindacati per le sorti dei lavoratori e delle opere pubbliche che fanno riferimento alla Tecnis.
 
Dopo le vicende giudiziarie che hanno colpito una delle più grandi aziende d’Italia, sicuramente della Sicilia, cui fanno capo appalti importanti come la costruzione dell’ospedale San Marco di Librino, la nuova darsena del porto e soprattutto le tratte in fase di ultimazione della linea metropolitana, i segretari confederali di Cgil, Cisl e Uil, Giacomo Rota, Rosaria Rotolo e Fortunato Parisi e quelli di categoria Nunzio Turrisi della Filca Cisl, Antonino Potenza di Feneal Uil e Giovanni Pistorio di Fillea Cgil, hanno incontrato il primo cittadino etneo per chiedere garanzie occupazionali da una parte, e la prosecuzione dei lavori pubblici dall’altra.
“Riteniamo fondamentali – hanno detto – il rispetto dei tempi di consegna delle opere pubbliche (molte delle quali a Catania), il rispetto dei pagamenti da parte dei committenti, la salvaguardia dei livelli occupazionali diretti e dell’indotto, il pagamento degli stipendi maturati”.
 
Una richiesta inoltrata anche al Ministero dei trasporti – per quanto riguarda la metropolitata e la stazione appaltante – che si sarebbe impegnato a sollecitare il Prefetto di Catania per la nomina del commissario. Nel frattempo, però, monta l’ansia tra le forze sociali cui il sindaco Bianco ha assicurato il massimo impegno.
“Provo un grande dispiacere per quello che sta accadendo ad una delle più importanti imprese del Sud Italia – ha detto Bianco – che ha svolto e svolte opere nel nostro Paese e all’estero: solo a Catania si tratta della realizzazione della darsena del Porto di Catania, della Metropolitana, dell’ospedale San Marco. Quella legata alla Tecnis è una delle vicende più delicate della città – ha aggiunto: la questione giudiziaria e quella legata all’intervento del Prefetto seguiranno il loro corso. Noi, anche pensando ai tanti lavoratori coinvolti e alle opere da completare in città e non solo, riteniamo che sia importante l’immediata nomina di un commissario che abbia anche capacità manageriali e che sia messo nelle condizioni di lavorare adeguatamente”.
 
Per la realizzazione della metropolitana, in primo luogo, per la quale Tecnis, a Catania, impiega oltre 250 lavoratori e opera su diversi cantieri. Tra questi anche i tratti di metropolitana Borgo-Nesima, Stesicoro – Giovanni XXIII e Giovanni XXIII – piazza Galatea, finanziati dall’Unione Europea.
Una figura importante, quella del commissario, ma non necessaria, almeno in questa fase, per Gaetano Tafuri, ex Commissario della Ferrovia circumetnea, secondo cui, in ogni caso, si potrebbe applicare il Codice antimafia per la prosecuzione degli appalti in dirittura d’arrivo. Tafuri cita il Decreto legislativo 159 del 2011 ed evidenzia come l’art. 94 preveda che, nel caso specifico della metropolitana di Catania, l’appalto possa andare avanti perché arrivato alle fasi conclusive.
“Le Pubbliche amministrazioni revocano le autorizzazioni e le concessioni o recedono dai contratti fatto salvo il pagamento del valore delle opere già eseguite e il rimborso delle spese sostenute per l’esecuzione del rimanente, nei limiti delle utilità conseguite – recita la norma. Le pubbliche amministrazioni non procedono alle revoche o ai recessi nel caso in cui l’opera sia in corso di ultimazione ovvero, in caso di fornitura di beni e servizi ritenuta essenziale per il perseguimento dell’interesse pubblico, qualora il soggetto che la fornisce non sia sostituibile in tempi rapidi”.
”La soluzione è a portata di mano – ha sottolineato Tafuri – basta applicare la legge antimafia”.

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