Il forte bisogno aguzza il cervello - QdS

Il forte bisogno aguzza il cervello

Carlo Alberto Tregua

Il forte bisogno aguzza il cervello

giovedì 26 Novembre 2015
La Santa crisi che ha investito il mondo occidentale, cioè quello cosiddetto ad economia avanzata, nella sua negatività, ha un aspetto molto positivo: la selezione naturale fra i capaci e gli incapaci.
In natura, esiste una legge tassativa: i più forti vanno avanti, i più deboli stanno in coda o addirittura vengono fagocitati dai primi. Si dirà che siccome le persone umane sono state dotate dal Padre eterno di cervello, non possono comportarsi come le bestie. Però, non si considera che anche nel mondo vegetale i soggetti più forti sopravvivono alle intemperie e quelli più deboli soccombono.
Tuttavia, non sempre fra le persone umane vi sono quelle che non vanno avanti perché incapaci. Spesso, non vanno avanti perché non hanno bisogni, non hanno stimoli, non hanno voglia di crescere, non si innovano: tutto questo accade perché non leggono i libri che sono il cibo della mente.
Senza leggere, senza acquisire conoscenza, una persona umana è simile alle bestie.

È il forte bisogno che aguzza il cervello. Il bisogno di sapere di più, da cui scaturisce il bisogno di procurarsi maggiori risorse, non solo finanziarie.
Tanti giovani non si impegnano fortemente nella scuola e nelle università, perché tanto, alla fine della settimana, o nei periodi di vacanze ricevono ugualmente i premi, piccoli o grandi. Le famiglie o i parenti che alimentano questo meccanismo perverso, non si rendono conto che fanno tanto male ai giovani, giustificandosi col volerli accontentare.
Non è così. Ai giovani bisogna dare le opportunità per formarsi professionalmente e per trovare nel mercato locale, nazionale o internazionale il lavoro o l’attività economica.
A questo proposito, chi cerca lavoro deve sapere che non sempre (o quasi mai) lo trova conforme ai propri desideri. Per cui, il lavoro si prende dove c’è e quello che c’è. Anche questo comportamento deriva dal forte bisogno che fa aguzzare il cervello.
Ovviamente, alla base di questi comportamenti ci deve essere una grande volontà di crescita e di soddisfare i propri bisogni, senza di che si galleggia e si resta in mezzo al fiume senza sapere se andare avanti oppure indietro.
 

Nella vita si cade, si prendono batoste, si viene sconfitti, ma la regola di quelli capaci è: non arrendersi mai. Non bisogna scordare il passato che insegna qualche cosa, ma non tutto. Falsa è l’affermazione che la storia è maestra di vita, perché ognuno capisce fatti e circostanze attraverso le proprie esperienze, anche se dovrebbe far tesoro delle esperienze dell’Umanità, che conosce attraverso un’assidua, intensa e trasversale lettura.
Non scordando il passato, però, bisogna guardare avanti. Progettare, programmare, trasformare le idee in azioni, battersi con tutte le proprie forze per raggiungere i risultati che ognuno di noi volesse raggiungere.
E poi, quando il traguardo viene raggiunto, non considerarlo come definitivo, ma come punto di partenza per un successivo traguardo, come trampolino di lancio per il successivo salto.
Insomma, bisogna essere dinamici, volitivi e positivi. 

Lorenzo Jovanotti ha portato al successo una canzone che dice: Penso positivo perché son vivo… ha sbagliato una parola, avrebbe dovuto scrivere: Penso positivo: perciò son vivo. Infatti, la condizione di essere vivi per pensare positivi non è vera, perché tante persone sono vive ma pensano negativo; queste sono la grande maggioranza.
Perché si pensa negativo? Perché si agisce in modo negativo? La spiegazione è fisica e si chiama legge di gravità, quella gravità permanente  che è stato un successo di Franco Battiato.
Che fa la gravità? Attrae verso il basso. Se essa non ci fosse, non esisterebbe la vita. Anche per l’umore vi è la forza di gravità. Esso È attratto sempre verso il basso. Infatti, chi vede e agisce positivo deve fare uno sforzo su sé stesso. Se non lo fa, pensa e agisce negativo perché subisce la gravità umorale che attira verso il basso.
Anche in questo caso, è il forte bisogno che, oltre ad aguzzare il cervello, fa capire come affrontare con un minimo di serenità le difficoltà e i problemi; facilita il trovarvi soluzioni e, con esse, vivere meglio possibile.

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