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Palermo – Solite criticità per il bilancio

Gaspare Ingargiola

Palermo – Solite criticità per il bilancio

sabato 28 Novembre 2015

Il Consiglio si appresta a votare un Preventivo 2015 che è ormai a tutti gli effetti un Consuntivo. Spese correnti a quota 849 milioni di euro (di cui 250 per il personale)

PALERMO – Il bilancio di previsione 2015 del Comune di Palermo è un consuntivo a tutti gli effetti. Lo ammettono anche i componenti della maggioranza del Movimento 139, che si apprestano a votare in aula il documento finanziario. Un problema che non riguarda soltanto il capoluogo ma tutti i Comuni isolani, la maggior parte dei quali a fine novembre risulta ancora inadempiente, tanto che la Regione Siciliana ha deciso di inviare 256 commissari per sollecitare la chiusura dei bilanci.
Questo grave ritardo si è accumulato perlopiù da quando in estate la Sicilia ha recepito la relativa legge nazionale anticipando al 2015 l’applicazione delle nuove norme sulla contabilità finanziaria locale. Norme che impongono l’armonizzazione dei conti, maggiore trasparenza sui residui attivi e passivi e la creazione obbligatoria di un fondo di riserva per le cause legali o i debiti improvvisi. Principi condivisibili, certo, ma la decisione, sommata ai nuovi tagli di Stato e Regione e ai ritardi nell’erogazione del fondo di solidarietà comunale, ha costretto decine di Enti locali a riscrivere da zero i bilanci già pronti, tagliando qua e là per recuperare le somme per il riaccertamento straordinario dei residui, che solo a Palermo varrà oltre 13 milioni l’anno per 30 anni. A nulla, insomma, è valsa la proroga dei termini fino al 30 settembre.
“In un quinquennio – ricordava soltanto un mese fa Leoluca Orlando, sindaco del capoluogo e presidente dell’Anci Sicilia – siamo passati da 914 a 460 milioni di euro per tutti i Comuni siciliani, meno della metà”, mentre l’assessore comunale al Bilancio, Luciano Abbonato, calcolava che “sommando questi tagli a quelli degli anni precedenti si arriva a 150 milioni di euro annui statali in meno”. Un’enormità.
E se Palermo, tutto sommato, “è un esempio perché, fra i Comuni a Sud di Roma, è quello con i conti più in ordine, come ha sottolineato il presidente della commissione Bilancio, Mimmo Russo, “per i piccoli centri la situazione è disastrosa, non so come faranno a chiudere il bilancio di quest’anno”.
Tanti sono a rischio dissesto e per questo la Regione ha pensato di inviare i commissari, che prima dovranno verificare se gli uffici hanno predisposto lo schema del preventivo e se i revisori hanno espresso il proprio parere – cosa che a Palermo si è verificata, mettendo Palazzo delle Aquile in salvo da qualsiasi rischio di commissariamento – e in un secondo momento dovranno eventualmente diffidare il sindaco e la Giunta e convocare in gran fretta i Consigli comunali per deliberare entro trenta giorni.
Nel capoluogo la bozza del documento finanziario è pronta da qualche settimana, ma è facile intuire come il suo percorso in aula sia irto di ostacoli. A partire dal parere dei Revisori dei conti, che è stato sì favorevole, ma con più di un dubbio sui debiti fuori bilancio, sulle partecipate e sulla scarsa produttività dei servizi a domanda individuale (asili nido, Musei, impianti sportivi, e così via). Ma procediamo con ordine.
I NUMERI – La manovra si attesta sui 2,3 miliardi, con una spesa corrente di 849 milioni, investimenti per 343,5 milioni e una spesa per il personale che scende da 257,3 a 250,2 milioni (mentre nel consuntivo 2014 per i 7.984 dipendenti comunali erano attestati 242,6 milioni). Le spese di funzionamento sono scese da 33,3 a 31,2 milioni (-6,41%), quelle per le utenze da 21,7 a 19,5 milioni (-10,33%). Per l’istruzione sono stati stanziati 32,4 milioni, per i servizi sociali 70,5 milioni, per la cultura non più 10 ma 9,1 milioni (-500 mila al Teatro Biondo e – 500mila al Teatro Massimo che si spera di recuperare con l’assestamento). Il fondo cassa è di 87,4 milioni. I debiti fuori bilancio drenano sempre più risorse – quest’anno si arriva a 34 milioni – tanto che i revisori contabili Cosimo Aiello, Antonino Mineo e Salvatore Di Trapani parlano senza mezzi termini di “fenomeno patologico di elevata significatività”.
LE TASSE – Le entrate tributarie ammontano a 469 milioni fra cui 22,4 di Tasi e 129 di Tari (ma nel bilancio si parla di 122).

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