Pianificare per colmare divario Nord-Sud - QdS

Pianificare per colmare divario Nord-Sud

redazione

Pianificare per colmare divario Nord-Sud

martedì 01 Dicembre 2015

La città metropolitana di Messina chiamata a realizzare interventi per lo sviluppo infrastrutturale e produttivo

Il divario tra Mezzogiorno e Centro-Nord ha subito un ulteriore pesante incremento in questi anni di crisi, con cifre negative che confermano la necessità di interventi strutturali e durevoli. Solo facendo perno sulla ripresa degli investimenti il nostro tessuto produttivo può essere difeso. Tuttavia, non è più pensabile immaginare che la sola finanza pubblica possa colmare il crollo drammatico degli investimenti registrato nel Mezzogiorno tra il 2008 e il 2014, con il calo del 38% degli investimenti fissi lordi, di quasi il 60% nell’industria in senso stretto e con una contrazione di 5 miliardi della spesa per investimenti pubblici.
Dopo anni di vuoto programmatico per il Sud, Il Masterplan, le cui linee guida sono state presentate i primi di novembre, si propone come strumento organizzatore degli investimenti prioritari. Dovrà essere riempito con i contenuti individuati dagli accordi di programma siglati da amministrazioni regionali e metropolitane meridionali, tra cui figura anche la Città Metropolitana di Messina, e dovrà concretizzarsi in interventi di rilievo per lo sviluppo infrastrutturale e produttivo. L’obiettivo dichiarato del Masterplan è quello di razionalizzare le risorse reperibili per la realizzazione degli interventi, raccordando i Fondi strutturali e il Fondo di Sviluppo e Coesione. Si tratta dunque di uno strumento di pianificazione che, se per un verso organizza ingenti risorse pubbliche, per altro include fra i punti cardine della strategia di investimento la partecipazione attiva degli attori del territorio.
Le premesse inducono a valorizzare lo strumento del Partenariato Pubblico Privato (PPP), forma di collaborazione fra Amministrazioni e Imprese avente il preciso scopo di garantire il finanziamento, la realizzazione, il rinnovamento, la gestione o la manutenzione di un’infrastruttura, o la fornitura di un servizio. Non a caso, stante la ormai consolidata contrazione dei flussi finanziari pubblici, e l’esigenza di processi gestionali supportati, l’utilizzo del Partenariato Pubblico Privato (PPP) ha registrato ovunque in questi anni una forte espansione, in quanto permette alle amministrazioni di reperire risorse finanziarie private e, allo stesso tempo, di beneficiare maggiormente del know-how e delle caratteristiche gestionali tipiche del settore industriale. Anche nel Mezzogiorno, si registra un certo aumento delle gare per partenariati pubblico-privato, con un incremento del 13%tra il 2013 e il 2014, ma l’utilizzo di questo strumento resta marginale, quando non addirittura osteggiato, sul territorio messinese.
Adesso, però, lo strumento partenariale risulta strettamente funzionale alla strategia degli investimenti per il Sud, ma anche alla programmazione 2014-2020 dei fondi europei, che incoraggia lo sviluppo locale di tipo partecipativo e la collaborazione tra le amministrazioni pubbliche e gli attori che rappresentano gli interessi socio-economici dei territori. Il connubio fra gli Enti Locali e le Imprese diventa, quindi, imprescindibile e non è solo una questione finanziaria.
Attraverso partenariati pubblico-privati, ispirati da efficace collaborazione, si possono superare le profonde divisioni tra gli attori economici e limitare, per quanto possibile, il “narcisismo politico” e la burocrazia che rendono tanto difficile la collaborazione, l’innovazione e la trasformazione del nostro territorio e delle nostre imprese.
Alle nostre imprese è richiesto di attrezzarsi per sostenere la rischiosità della finanza di progetto e alle nostre Amministrazioni di superare la riluttanza a cogestire competenze e procedimenti, fattore che può invece essere risorsa e punto di forza nella conduzione delle operazioni più critiche e difficoltose.
Non invertire questa tendenza significa assumersi la responsabilità di un processo di impoverimento della base produttiva, che mina le prospettive di crescita di un territorio già fortemente provato.

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