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Palermo – La privatizzazione dell’aeroporto e la rivolta dei soci di minoranza

Luca Insalaco

Palermo – La privatizzazione dell’aeroporto e la rivolta dei soci di minoranza

giovedì 12 Novembre 2009

Sindaco e presidente della Provincia spingono per la cessione delle quote di maggioranza. Per il momento, tutto è stato bloccato fino a giugno del prossimo anno

PALERMO – Sull’aeroporto si è alzato un polverone. L’intenzione di Comune e Provincia – soci di maggioranza di Gesap con il 72% delle azioni – di vendere anzitempo le rispettive quote, ha scatenato un fuoco incrociato di dichiarazioni e polemiche, che poco ha tenuto conto dei rapporti di coalizione e delle “vicinanze” politiche.
I fatti: Cammarata e Avanti spingono perché l’assemblea dei soci della società che gestisce il Falcone-Borsellino deliberi la modifica dello statuto che vieta la cessione delle azioni prima del 2010. La mossa dei due enti non piace però ai soci di minoranza, Camera di Commercio (22,6%) e Comune di Cinisi (3,4%), in primis, oltreché al management della Gesap, al quale il presidente della Provincia Avanti rinfaccia le “continue perdite d’esercizio prodotte”.
Il bilancio societario del 2008, infatti, si è chiuso con una perdita di circa 900 mila euro. L’accelerazione suscita inoltre le critiche dei partiti di opposizione, al Comune come alla Provincia, in ordine ad un’operazione che a tutti appare poco avveduta, visto che lo scalo palermitano è destinato ad accrescere in breve tempo il proprio valore.
Alla fine, il veto dei soci dei due soci di minoranza si rivela determinante e l’assemblea va deserta. Privatizzazione, dunque, bloccata fino al giugno del prossimo anno e sindaco e presidente di Provincia costretti a fornire precisazioni sulle loro intenzioni e sull’iter che verrà seguito: nomina di un advisor per la stima del valore dei pacchetti azionari e pubblicazione di un bando per la loro cessione.
La faccenda aeroporto, tra le altre cose, dopo alcune scelte sulla gestione la città, ha visto nuovamente contrapporsi Cammarata e il leader dei commercianti, Roberto Helg, contrario alla privatizzazione immediata. E non è il solo.
A mettersi di traverso all’operazione, come detto, è anche il sindaco di Cinisi, il quale, resistendo alle pressioni dei soci di maggioranza, ha fatto valere il 3,4% di azioni detenute dal Comune per far saltare far saltare la modifica dello statuto.
“Comune e Provincia – ha detto Salvatore Palazzolo – hanno sopportato in questi anni i maggiori rialzi di capitale, ma noi a Cinisi assorbiamo i maggiori carichi di impatto ambientale e fornitura di servizi. Sull’aeroporto dobbiamo quindi realizzare il massimo rendimento possibile e una vendita delle quote a breve termine sarebbe equivalso ad una svendita sottocosto”.
 


Critiche. Le reazioni da parte delle opposizioni
 
PALERMO – “Non più tardi di un anno fa – ricorda il capogruppo del Pd in Consiglio provinciale, Gaetano Lapunzina – nel corso di una seduta consiliare sulle problematiche dello scalo, il presidente aveva assunto l’impegno di confrontarsi, in via preliminare, con l’assemblea, per concordare le future strategie riguardanti la partecipazione nel capitale della società, la cui ricapitalizzazione, negli ultimi dodici mesi, è costata alla Provincia oltre 8 milioni di euro”. Anche Franco Miceli, capogruppo dell’Mpa, e Vincenzo Lo Meo, capogruppo del Pdl Sicilia a Palazzo Comitini, si sono detti perplessi sulla privatizzazione della Gesap, che “allo stato attuale non appare la giusta soluzione né per la Provincia né per la Gesap stessa”. Miceli e Lo Meo hanno chiesto quindi la convocazione urgente del Consiglio e la convocazione del management di Gesap. A Palazzo delle Aquile, la convocazione del Consiglio comunale in seduta straordinaria sul caso Gesap è stata chiesta da Pdl Sicilia e Mpa.

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