Ars, aleggia lo spettro dell'esercizio provvisorio - QdS

Ars, aleggia lo spettro dell’esercizio provvisorio

Raffaella Pessina

Ars, aleggia lo spettro dell’esercizio provvisorio

sabato 12 Dicembre 2015

Emendamento del governo alla Legge di Stabilità: alla Sicilia solo 900 mln. Vincenzo Vinciullo, presidente commissione Bilancio: “1,4 mld le risorse dovute”

PALERMO – Un emendamento del governo nazionale alla Legge di Stabilità prevede una boccata di ossigeno per le regioni per la riduzione del loro debito. La manovra prevedeva che ai governatori andassero  1,3 miliardi, mentre nel testo dell’esecutivo lo stanziamento arriverebbe a 1,9 miliardi di euro. Una differenza di ben 600 milioni di euro.
Nell’emendamento viene specificato come allo stesso tempo, l’importo di 6,6 milioni di euro nel 2016, 9,8 milioni nel 2017, 12,1 milioni nel 2018 e 14,2 milioni dal 2019, “viene recuperato all’Erario tramite versamento all’entrata del bilancio dello Stato da parte di ciascuna Regione e, in caso di mancato versamento, attraverso corrispondente riduzione dei trasferimenti a qualunque titolo dovuti alle Regioni interessate”.
Alla Sicilia vengono però assegnati 900 milioni di euro per il 2016. E, anche qui, gli importi per gli anni successivi (9,9 milioni nel 2016, 14,8 milioni nel 2017, 18,2 milioni nel 2018 e 21,2 milioni a decorrere dal 2019) vengono recuperati attraverso “un maggiore accantonamento nei confronti della Regione Siciliana a valere sulle quote di compartecipazione ai tributi erariali”. “Le risorse assegnate alla Sicilia, si legge nell’emendamento, arrivano “nelle more dell’adeguamento delle norme di attuazione dello Statuto della Regione siciliana alle modifiche intervenute nella legislazione tributaria la fine di omogeneizzare il comparto delle autonomie speciali, in modo da addivenire tra l’altro a un chiarimento sulla compartecipazione regionale e sulla revisione della percentuale di compartecipazione al gettito tributario, alla ridefinizione delle competenze secondo il principio della leale collaborazione istituzionale nonché alla luce dell’adempimento nel 2015 da parte della Regione degli impegni in materia di contenimento delle spese e a condizione di un aggiornamento dell’intesa Stato-Regione siciliana in materia di obiettivi di contenimento della spesa 2016”.
Il Presidente della commissione Bilancio all’Ars, Vincenzo Vinciullo interviene sulla questione paventando un “taglio lineare del 5% su tutte le voci del prossimo bilancio siciliano. “solo 900 milioni a fronte del miliardo e 400 milioni attesi e dovuti all’Isola – ha detto Vinciullo – Se non arriveranno da Roma i 500 milioni che il governo ha sottratto, saremo costretti ad applicare un taglio lineare del 5% su tutte le voci del prossimo bilancio”. Vinciullo ha definito inevitabile il ricorso all’esercizio provvisorio. “è l’unica soluzione tecnica – ha spiegato – per poter chiudere il bilancio prima possibile in attesa che da gennaio, si possa intervenire con una soluzione mirata”.
Vinciullo lancia una proposta: la decurtazione dei 500 milioni, che potrebbe essere approvata dalle Camere nei prossimi giorni e che penalizza il bilancio siciliano, può essere colmata con la riduzione dal 49 al 42 per cento della compartecipazione alla spesa sanitaria: “Il decreto Bindi allora ci aveva penalizzati con l’innalzamento dell’aliquota –dice Vinciullo – oggi abbiamo ampiamente dimostrato che il bilancio della sanità è in pari, la Sicilia non deve essere più punita, si può quindi riportare la quota di compartecipazione a quella delle altre regioni”.
Sui conti siciliani in rosso incalza il vice presidente della commissione Bilancio Riccardo Savona: “Se passa questo emendamento del governo centrale che ha così modificato l’importo a svantaggio del nostro bilancio regionale, la Sicilia non ce la fa, non ci sarebbero i soldi per i trasferimenti ai Comuni – ha detto Savona – Noi incassiamo solo 10 miliardi l’anno, 6 miliardi e mezzo li diamo alla sanità, paghiamo i mutui, e lo Stato si trattiene un miliardo e 300 milioni. La Sicilia è bloccata”.

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