Rifiuti, nuovo scontro istituzionale - QdS

Rifiuti, nuovo scontro istituzionale

Rosario Battiato

Rifiuti, nuovo scontro istituzionale

mercoledì 23 Dicembre 2015

La Regione ha accusato 74 Comuni di aver proceduto all’affidamento diretto del servizio di raccolta e smaltimento. L'Anci ribadisce lo stravolgimento della legge regionale 9/2010 e chiede maggiore chiarezza

PALERMO – Incroci pericolosi nel settore dei rifiuti isolani: Regione e Amministrazioni locali si sono trovati ancora a singolar tenzone. Si rinfacciano, per l’ennesima volta, responsabilità che starebbero alla base del fallimento del sistema siciliano. Una discesa in campo seguita all’azione dei giorni scorsi dell’assessore Vania Contrafatto, che ha segnalato circa 70 Comuni per irregolarità nella gestione del servizio di raccolta e smaltimento. Immediata la replica dell’Anci, che ha rispedito su Palazzo d’Orleans tutte le accuse.
Il caso estremo della discarica di Mazzarà Sant’Andrea, che ha riempito le cronache giudiziarie degli ultimi mesi, potrebbe rappresentare il figlio maggiore di altri illeciti di natura comunque ben diversa commessi in ben 74 Comuni siciliani distribuiti tra tutte le province isolane. Nel mirino dell’assessore Contrafatto ci sono quelle amministrazioni locali che hanno proceduto all’affidamento diretto del servizio di raccolta rifiuti, che sarebbe consentito in caso di emergenze sanitarie a differenza di quanto prevedono le norme anticorruzione che chiedono sempre e comunque la gara d’appalto. L’assessore ha segnalato questi comuni “ribelli” all’Anticorruzione e alla Corte dei Conti, che avranno un gran lavoro da compiere nei prossimi anni per mettere a lucido la macchina di gestione dei rifiuti dell’Isola.
La replica all’azione assessoriale è arrivata dall’interno dell’Ars. “Sparando a zero sulle amministrazioni locali – ha spiegato Marco Falcone, capogruppo di Forza Italia –, l’assessore sembra infatti volere nascondere gravi responsabilità dell’assessorato da essa stessa guidato”. Il riferimento corre all’articolo 14 della legge regionale 9/2010 (la riforma varata durante il governo Lombardo), che assegna un “potere sostitutivo in capo all’assessorato alle Autonomie locali, su segnalazione dell’assessore all’Energia”. Un punto che Falcone chiederà di chiarire al più presto per capire se sia stato rispettato o meno.
Sul fronte delle amministrazioni locali, l’Anci ha pubblicato lunedì una lunga nota, arricchita dalle dichiarazioni del presidente Leoluca Orlando, che rimette al centro della perenne crisi dei rifiuti la cattiva gestione della Regione e gli interessi economici dei privati. E c’è il rischio di non fare chiarezza, secondo Orlando, perché “si accomunano in un unico elenco situazioni diverse legate a situazioni territoriali diversificate. Generalizzazioni rispetto alle quali l’assessorato, che conosce nel dettaglio ogni processo amministrativo relativo ai rifiuti, semmai dovrebbe fare chiarezza”. L’ultimo passaggio è riservato allo “stravolgimento” operato dalla Regione nei confronti dell’impianto della “legge regionale 9/2010 favorendo la moltiplicazione degli Aro e consentendo nei fatti la perpetrazione di interessi particolarissimi di pochi privati, che nei singoli territori operano in regime di monopolio e le cui posizioni sono state difese attraverso la presenza diretta nel Governo”.
Non è la prima volta che Regione e Comuni arrivano alla scontro frontale. Era già successo anche nell’altro malandato settore della depurazione e anche in quel caso le responsabilità erano state rimpallate per diversi mesi fino al commissariamento operato da Roma. La speranza, anche in questo settore, potrebbe giungere dall’esterno e in particolare dall’Anticorruzione. Raffaele Cantone, audito in commissione regionale Antimafia all’inizio di dicembre, aveva spiegato che il “livello di trasparenza degli enti pubblici non è alla pari con le altre realtà italiane”. E sarebbe il momento di mettersi in pari.
 

 
Il ministro Galletti: "In Sicilia poca differenziata discariche sono strumento peggiore"
 
MESSINA – “Sui rifiuti, dico che non amo i termovalorizzatori ma che odio le discariche. In Sicilia il 12% di differenziata è bassa, come l’8% di Messina. Questa regione deve migliorare sulla differenziata”. Lo ha detto il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti durante la visita di ieri a Messina. “Si devono – ha aggiunto – dismettere le discariche, che sono il male dell’ambiente. O mi si dimostra coi fatti che non servono termovalorizzatori, o bisogna farli. Non ci sono più scuse. C’è sempre stato e ci sarà da parte mia l’impegno al confronto con la Regione per la ricerca di soluzioni”.
“È chiaro – ha proseguito – che in Sicilia abbiamo dal punta di vista dei rifiuti una situazione molto difficile, perché abbiamo una capacità raccolta differenziata troppo bassa e quando è tale e c’è poca termovalizzazione vuol dire che noi stiamo utilizzando lo strumento peggiore che è quello della discarica. Questo io non lo posso permettere’’.

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