Sciopero dei medici contro tagli a sanità - QdS

Sciopero dei medici contro tagli a sanità

Carlo Alberto Tregua

Sciopero dei medici contro tagli a sanità

mercoledì 23 Dicembre 2015

Bilancio, 111 miliardi spesi male

La Legge di stabilità 2016 prevede per il Fondo sanitario nazionale ben 111 miliardi su 721 di spese totali, oltre agli interessi sul debito sovrano per circa 71 miliardi.
Si tratta di un aumento, rispetto all’anno precedente, di ben 1 miliardo. Nonostante queste risorse finanziarie addizionali, il Servizio sanitario nazionale ne continua a chiedere di ulteriori, anziché fare l’esame dei bilanci delle Aziende locali e Aziende ospedaliere, per tagliare gli innumerevoli sprechi che si annidano nei vari capitoli di bilancio.
Con l’entrata in vigore della direttiva europea, che vincola a non più di 48 ore settimanali il lavoro di medici e infermieri, con un turno obbligatorio di riposo non inferiore a 11 ore, la loro organizzazione ha avuto un brusco scossone. Ma è evidente che il nuovo orario, ridotto rispetto a quello precedente, è già ampiamente oneroso.
Mercoledì 16 dicembre, i medici hanno scioperato perché ritengono di non essere numericamente sufficienti ad affrontare i servizi e chiedono nuove assunzioni, cioè nuove spese.

La richiesta è giusta o sbagliata? Qual è lo strumento che determina con precisione quale sia il fabbisogno di medici e infermieri? Qual è lo strumento che determina con altrettanta precisione il numero dei dipendenti amministrativi, le loro qualifiche e quelle di tutti gli altri ausiliari della sanità?
La risposta la sentiamo immediatamente: la Pianta organica. Ma tale Pianta organica, in base a quale fabbisogno dei servizi sanitari è stata realizzata? E come può essere determinato il fabbisogno se, Azienda per Azienda, non è stato redatto il Piano programmatico, chiamato anche Piano aziendale?
Il caos si determina proprio perché manca questo strumento, che è il cuore di tutta l’organizzazione di ogni azienda. Redigendolo nelle sue quattro principali parti (programmazione, organizzazione, gestione e controllo), si avrebbe contezza del rapporto corretto fra spese e servizi; si eliminerebbero gli sprechi e le inefficienze; si darebbero i premi ai bravi medici e infermieri, sanzionando i fannulloni; ci sarebbe un corretto rapporto fra dipendenti sanitari e amministrativi i quali, questi ultimi, non dovrebbero superare il 6/7% del totale dipendenti.
 

Vi è una seconda questione non meno importante: si tratta dell’acquisto di beni e servizi. La questione è nota: la siringa o il cotone idrofilo costano un prezzo superiore nelle aziende meridionali rispetto a quelle delle aziende settentrionali, anche se non sempre è così. Il rimedio è semplice: basta obbligare tutti i servizi sanitari regionali ad acquistare ogni tipo di prodotto o servizio a prezzi Consip, che è la società statale che ha il compito di calmierarli.
In atto, vi è la via di fuga che consente alle aziende di acquistare direttamente o anche attraverso bandi di gara. Chiediamo quale sia la necessità di questo orpello quando basta comprare, ripetiamo, a prezzi Consip.
Vi è un’ulteriore questione che eliminerebbe alla radice sprechi e inefficienze: pubblicare sul sito del ministero della Salute costi e fabbisogni standard adelle aziende più virtuose d’Italia, che oggi si trovano in Toscana, Veneto e Lombardia. Cosicché riconoscere alle Aziende di tutte le altre regioni, costi e fabbisogni standard non superiori a quelli delle Aziende virtuose, sanzionando, con una riduzione dei trasferimenti, i supercosti e i superfabbisogni.
Si tratterebbe di impedire ancora abusi e clientelismi. Non abbiamo sentito alcun sindacato dei medici, primi attori del Servizio sanitario, chiedere la revisione delle spese, tagliando quelle destinate agli amici.

Un’altra questione in esame: il mancato raccordo e la migliore utilizzazione della rete virtuosa dei medici di famiglia, che dovrebbero essere utilizzati per gli interventi minori, ovviamente pagandoli, in modo da evitare l’inutile intasamento dei Pronto soccorso, soprattutto per le richieste classificate come Codice bianco.
Il Servizio sanitario spenderebbe molto meno così operando, rispetto a ora. Inoltre, il numero dei Pronto soccorso potrebbe essere aumentato affidandolo al Servizio privato che ne facesse richiesta.
Un’ultima questione: perché le Regioni ripianano i debiti delle Aziende? Si tratta di pessima consuetudine, in quanto le stesse dovrebbero reggersi esclusivamente in base ai Drg, cioè le fatture, per le prestazioni eseguite.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017