Micro polveri sottili sotto accusa, in Italia è record di decessi - QdS

Micro polveri sottili sotto accusa, in Italia è record di decessi

Liliana Rosano

Micro polveri sottili sotto accusa, in Italia è record di decessi

martedì 29 Dicembre 2015

Secondo l’Agenzia europea dell’ambiente sono state 84.400 le morti legate all’inquinamento dell’aria. Ibim-Cnr: a Palermo livelli di biossido di azoto superiori del 25% rispetto ai limiti

CATANIA – Sotto accusa loro: le micro polveri sottili, il biossido di azoto e l’ozono. Sono loro i responsabili dei decessi prematuri soprattutto in Italia, paese che, secondo l’ultima stima dell’Agenzia europea per l’ambiente, segna il record europeo del numero di morti prematuri rispetto alla normale aspettativa di vita per l’inquinamento dell’aria.
Il Belpaese, nel 2012, ha registrato 84.400 decessi di questo tipo, su un totale di 491mila a livello Ue.
Secondo lo studio , la maggior parte degli abitanti delle città continua ad essere esposta a livelli di inquinanti atmosferici che l’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS) non ritiene sicuri.
“Nonostante i miglioramenti continui degli ultimi decenni, l’inquinamento atmosferico incide ancora sulla salute degli europei, riducendo la qualità e l’aspettativa di vita” ha affermato Hans Bruyninckx, direttore esecutivo dell’AEA. “Inoltre, ha un impatto economico notevole, poiché aumenta i costi sanitari e riduce la produttività con la perdita di giorni lavorativi in tutti i settori dell’economia”.
Oltre alla salute, gli inquinanti atmosferici hanno un effetto nocivo sulla vita vegetale e sugli ecosistemi.
Il particolato può causare o aggravare le patologie cardiovascolari e polmonari, gli infarti cardiaci e le aritmie. L’area più colpita in Italia dal problema delle micro polveri si conferma quella della Pianura Padana, con Brescia, Monza, Milano, ma anche Torino, che oltrepassano il limite fissato a livello Ue di una concentrazione media annua di 25 microgrammi per metro cubo d’aria, sfiorata invece da Venezia.
L’ultima classifica italiana, quella di Legambiente dello scorso gennaio 2015, assegna a Frosinone il triste primato con 110 giorni di superamento del limite. La classifica 2015 sui capoluoghi più inquinati da PM10 nel 2014, viene seguita da Alessandria (86),  Benevento, Vicenza e Torino con 77 giorni. Lodi e Cremona (71), Avellino (69), Milano (68), Venezia e Asti (66). Compaiono nella classifica dei capoluoghi fuorilegge anche altre grandi città come Palermo (65), Napoli (40), e Cagliari (36).
Proprio nel capoluogo siciliano, lo scorso Febbraio è stato effettuato uno studio dell’Istituto di biomedicina e immunologia molecolare (Ibim) del Cnr condotto a Palermo e pubblicato su Environmental Research. I risultati sono adattabili a tutti i grandi centri urbani italiani. La ricerca, su un campione di abitazioni palermitane, è stata presentata al ministero della Salute e ha avuto come oggetto il superamento del limite dei livelli di biossido di azoto nelle abitazioni e il loro effetto sui disturbi respiratori negli adolescent.
“La valutazione di oltre 300 case di Palermo ha evidenziato come i livelli di biossido di azoto superino nel 25% dei casi i limiti di 40 microgrammi/metro cubo indoor definiti dall’Oms”, spiega Fabio Cibella dell’Ibim-Cnr. È risultato esposto ad elevate concentrazioni di biossido di azoto nella propria abitazione quasi il 90% dei soggetti asmatici, mentre il 22% dei soggetti allergici ed esposti a elevate concentrazioni di biossido di azoto indoor presentano asma corrente. Anche la funzione respiratoria è risultata peggiore del 15% nei ragazzi esposti a livelli più elevati di biossido di azoto con storia di asma”.
“Questo pone problema degli effetti dell’inquinamento urbano sulla salute delle fasce di popolazione più suscettibile, anche nelle proprie case”, dice il direttore dell’Ibim-Cnr Giovanni Viegi. “È da notare, nonostante il biossido di azoto derivi anche da sorgenti specificatamente indoor quali le cucine e le caldaie a gas – conclude – che sono proprio le abitazioni delle zone cittadine più centrali e trafficate a mostrare più inquinamento”.

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