Spiagge a Messina: una occasione mal sfruttata - QdS

Spiagge a Messina: una occasione mal sfruttata

redazione

Spiagge a Messina: una occasione mal sfruttata

martedì 05 Gennaio 2016

Confindustria Messina in prima linea per la valorizzazione del litorale sia jonico che tirrenico

MESSINA – Anche se siamo nel pieno della stagione invernale, e potrebbe sembrare inusuale, vogliamo guardare alle nostre coste, elemento importante e organico al nostro territorio, e opportunità non solo balneare. Tra l’affaccio jonico e quello tirrenico, la città metropolitana di Messina, vanta 218 chilometri di litorale, di cui 60 nell’ambito del comune capoluogo. Si tratta di una risorsa dal valore inestimabile e mai, ancora, veramente valorizzata. Quella che in ogni parte d’Italia e del mondo rappresenterebbe certamente una delle fonti primarie di sviluppo e motore dell’economia, a Messina resta solo una occasione mal sfruttata.
È quanto meno singolare la mancanza, ancora oggi, del Piano regionale del demanio marittimo, uno strumento regolatorio, previsto da una legge regionale del 2005, che, sulla base di una precisa pianificazione, dovrebbe consentirebbe un uso finalizzato e oculato del demanio marittimo.
È vero che il Piano che va redatto sulla base del contributo dei singoli Comuni, chiamati a predisporre i rispettivi Piani di utilizzo delle aree demaniali (Pudm), e che nello scorso mese di giugno, dopo dieci anni, mancavano ancora all’appello i piani di 24 comuni, tra i quali spiccavano anche località a forte vocazione turistica. Ma è pur vero che molti enti locali, tra cui il Comune di Messina, hanno trasmesso da anni il proprio piano di utilizzo del demanio all’Assessorato Regionale al Territorio ed Ambiente senza ricevere alcuna risposta. Intanto, questa imponente lacuna non solo ha frenato pesantemente opportunità di crescita e di sviluppo del nostro territorio, ma ha anche compromesso l’ordinaria gestione delle coste.
Tempi lunghissimi e inaccettabili, che mortificano qualsiasi idea di futuro.
Non si può prescindere dalla maggiore attenzione alle caratteristiche del territorio e da una pianificazione adeguata a valorizzarne le potenzialità, a partire dalle sue spiagge, che costituiscono uno dei cardini anche della destagionalizzazione, dato che i nostri litorali possono esser fruiti in vario modo e per un periodo ben più esteso di quello strettamente balneare. 
E tuttavia, l’assenza di una pianificazione strategica e organica del demanio marittimo, non può essere un alibi alla carente organizzazione di servizi essenziali, a partire dalla pulizia, che le amministrazioni dovrebbero pianificare con regolarità, piuttosto che effettuare solo alle soglie della stagione estiva, e dalla previsione di porti a secco, strumenti preliminari sia all’ordinata fruizione della costa, sia alla valorizzazione di borghi e tradizioni marinare.
L’imprenditoria legata alle attività dell’accoglienza e dell’intrattenimento gioca un ruolo strategico nella valorizzazione del litorale, ma ha vita molto difficile. La spinta propositiva del settore imprenditoriale deve poter incontrare l’azione delle istituzioni, deve poter contare su un contesto funzionale alla produttività e pronto in termini di servizi offerti, dalla cura e manutenzione delle aree del litorale, alla certezza e stabilità delle regole concessorie per arrivare poi alla predisposizione di adeguate politiche di sviluppo di tutte le opportunità legate al sistema costiero.
Il Piano di utilizzo del Demanio marittimo può rappresentare un’occasione concreta perché consente di disegnare le nuove linee di sviluppo della costa messinese e quindi anche della rigenerazione sociale ed economica.
Nella lunga attesa della definizione del piano regionale, lo scorso 9 giugno, una direttiva dell’assessorato competente ha prorogato le concessioni demaniali marittime in essere al 31 dicembre 2020. Una risposta importante per l’economia del mare ma ancora troppo labile per essere coerente con le strategie di impresa e con pianificazioni di ampio respiro.
È necessario che l’imprenditoria faccia sistema per acquisire un quadro regolatorio, efficace e stabile, che consenta di valorizzare una risorsa naturale sino ad oggi trascurata e le cui possibilità e potenzialità rimangono assolutamente inespresse.

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