Rifiuti, è l'Isola dei dubbi perenni - QdS

Rifiuti, è l’Isola dei dubbi perenni

Rosario Battiato

Rifiuti, è l’Isola dei dubbi perenni

mercoledì 06 Gennaio 2016

Vicinissima la nuova scadenza per la chiusura del deleterio periodo delle Ato Spa, nessuna certezza all’orizzonte. Tra affidamenti diretti del servizio e rischio di altre sanzioni non arriva la soluzione degli impianti energetici

PALERMO – Dopo un anno di tensione e improvvisazione, è tempo dell’ennesima scadenza. Tra circa una settimana, come ha precisato l’assessore Contrafatto a metà dello scorso dicembre e  presente nell’ultima ordinanza di proroga degli Ambiti, il sistema Ato (costato alla finanza pubblica 1,8 miliardi di passività, secondo i calcoli della Corte dei Conti dello scorso giugno) dovrebbe chiudersi e passare la mano alle Srr. Una data che non offre comunque alcuna certezza visto che già lo scorso anno la liquidazione definitiva era stata sbandierata in diverse occasioni, salvo poi sparire dai radar dell’azione governativa per evitare vuoti gestionali ed emergenze ambientali e sanitarie. A premere sul futuro, in ogni caso, ci sono i molti dubbi che hanno già stimolato discussioni e prese di posizione: dal futuro dei dipendenti alle nuove modalità di affidamento del servizio.
“Il governo Crocetta continua puntualmente a disattendere tutti gli obiettivi annunciati, primi tra tutti quelli ambientali. Nulla è stato fatto per razionalizzare il sistema integrato dei rifiuti e per realizzare nuovi impianti di gestione, di riutilizzo e di smaltimento, tanto è che le più grandi città della Sicilia, Palermo e Catania in primis, non brillano di certo per pulizia”. Le parole di lunedì scorso del deputato Marco Falcone, capogruppo di Forza Italia all’Assemblea regionale siciliana, non aggiungono nulla di nuovo alla drammatica situazione che ormai da anni attraversa i rifiuti isolani. Inutile stare a ripetere le solite scandalose cifre su differenziata, riciclo e smaltimento in discarica, che stanno ai margini d’Italia e d’Europa, però è certamente evidente che l’Europa sarebbe pronta a rilasciare “pesantissime sanzioni”, ha precisato Falcone, con un “ingente danno economico” e che si aggiungerebbero alle altre sulle discariche non bonificate.
Non solo sanzioni dietro l’angolo, perché il futuro potrebbe essere persino più nero. Un’anticipazione è arrivata a dicembre con la segnalazione dell’assessore Contrafatto per oltre 70 comuni siciliani che avevano proceduto all’affidamento diretto del servizio di raccolta dei rifiuti, non considerando le norme anticorruzione per la gestione degli appalti. Un’azione che aveva trovato risposta nel fuoco incrociato di Leoluca Orlando, che in veste di presidente dell’Anci Sicilia aveva accusato la Regione di stravolgimento delle regole e di favoreggiamento di alcuni privati, e dello stesso Marco Falcone, che aveva sottolineato le responsabilità dell’assessorato all’Energia nella gestione dei passaggi previsti dalla lr 9/2010 che avrebbe dovuto riordinare il sistema rifiuti dell’Isola.
Ma ci sarebbe ancora di più. Lo ha spiegato su leggioggi.it Massimo Greco, funzionario direttivo della Regione, mettendo in evidenza tutti i nervi scoperti da risolvere già nelle prossime settimane. In cima alla lista c’è il “rischioso tentativo di alcune società d’ambito di gestire in housing il servizio attraverso delle società pubbliche appositamente istituite”. Un’operazione che affronta in direzione contraria l’azione del legislatore nazionale, e quindi di quello comunitario, visto che sono state intensificate le misure intese a “limitare gli affidamenti diretti”.
 
Anche nel caso in cui l’ente di governo delle nuove società riesca a “giustificare” questa scelta, come alternativa a una gara concorrenziale, resterebbero comunque in sospeso ancora due aspetti, scrive Greco, che ormai da diversi anni il sistema si trascina dietro. La prima questione riguarda le risorse umane delle liquidate società d’ambito, e ben conosciamo il flusso di assunzioni senza controllo operato nelle allegre gestioni passate, e l’altra l’assenza di management “cioè di capacità operativa e gestionale in capo a una società pubblica che, nascendo ex novo, altro non è che un contenitore vuoto”. Domande corrette che meriterebbero risposte convincenti già nelle prossime settimane.

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