Ars, il poltronificio e il riordino impossibile delle partecipate - QdS

Ars, il poltronificio e il riordino impossibile delle partecipate

Raffaella Pessina

Ars, il poltronificio e il riordino impossibile delle partecipate

venerdì 08 Gennaio 2016

Il piano di riordino delle 34 società è una delle mancate riforme del governo Crocetta. Figuccia (Fi): “In tre anni espresso il volto peggiore della politica”

La vicenda della ricapitalizzazione della partecipata regionale Riscossione Sicilia riporta alla ribalta quella che doveva essere una delle riforme del governo Crocetta e che ancora non ha visto la luce.
E’ da mesi infatti che è stato redatto il piano di riordino di queste 34 società che in un modo o nell’altro pesano sul bilancio della Regione e, che sempre secondo il piano, dovrebbero ridursi a 10. Le fortunate che la Regione avrebbe deciso di tenere sono: Sas, Sicilia e Servizi, Riscossione Sicilia, Irfis, Sviluppo Italia Sicilia, Maas di Catania, Siciliacque, Parco scientifico e tecnologico, Seus 118 e che rimarranno operative. La Regione invece avrebbe già annunciato di volere rinunciare a Mediterranea Holding, Società Interporti Siciliani, Distretto tecnologico Nano e Micro sistemi, Distretto tecnologico Navtec, Distretto Agrobio-pesca, Italkali e Airgest.
Il criterio utilizzato dai tecnici per stabilire se dismettere o meno una società è stato quello dell’analisi dei bilancio precedenti: se negli ultimi cinque anni la contabilità è andata in negativo e se no ha fatturato almeno la cifra di un milione di euro allora la società è segnata. Sta di fatto comunque chele riforme in Sicilia tanto attese non sono mai arrivate perché certamente avrebbero aiutato a risollevare la Sicilia.
 
Vincenzo Figuccia, vice capogruppo di Forza Italia all’Ars ha stigmatizzato la politica del Governatore: “I commissariamenti imposti dal governo Crocetta hanno condannato la nostra Sicilia ad un pericoloso immobilismo, a partire dalla gestione scellerata del nodo province. Un male, quello dei commissariamenti, che per volere di Palazzo d’Orleans si è esteso anche agli enti partecipati dalla Regione e  alle Camere di commercio. Per uscire dalle sabbie mobili la Sicilia ha bisogno esclusivamente di buona amministrazione, di un governo capace, pienamente legittimato dagli elettori. Diciamo basta al poltronificio Crocetta, ad un esecutivo più volte abbandonato dalla propria maggioranza, e che in tre anni ha espresso il peggior volto della politica”.

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