Tutta la Sicilia, trivella per trivella - QdS

Tutta la Sicilia, trivella per trivella

Rosario Battiato

Tutta la Sicilia, trivella per trivella

mercoledì 13 Gennaio 2016

Il quadro aggiornato allo scorso anno, realizzato dall’Ufficio nazionale minerario del ministero dello Sviluppo economico.  Presto nuove autorizzazioni previste dal cosiddetto “Protocollo Gela” firmato nel 2014. Ci sono 7 permessi di ricerca, pari a 4.501,18 km2, e 14 coltivazioni presenti nella terraferma

PALERMO – C’è tanta Sicilia nel bollettino ufficiale degli idrocarburi e delle georisorse redatto dall’Ufficio nazionale minerario del ministero dello Sviluppo economico e diffuso l’ultimo giorno dello scorso anno. Una panoramica che conferma quanto avevamo scritto un paio di giorni prima nell’inchiesta “La Sicilia è petrolio-dipendente” e ribadisce il legame a doppio filo col sistema degli idrocarburi in termini di ricerca ed estrazione. A questo quadro si aggiunge il peso determinante della raffinazione. Due porzioni che, in assenza di alternative, si prendono ancora una larga fetta dell’economia isolana.   
  
Ci sono 7 permessi di ricerca (Fiume Tellaro, Paternò, Passo di Piazza, Friddani, Montemaggiore Belsito, Castronuovo, Scicli) e 14 coltivazioni di idrocarburi presenti nella terraferma di Sicilia. La superficie coinvolta nella prima porzione è pari a 4.501,18 km2 e si tratta della porzione regionale più ampia a livello nazionale, ad eccezione dell’Emilia-Romagna che supera 6mila kmq per 31 permessi di ricerca vigenti su un totale nazionale di 83. Sono 119, invece, le concessioni di coltivazione presenti in Italia per 8.455,12 km2 e tra le quali spiccano le 20 della Basilicata (poco meno di 2mila km2) e le 36 dell’Emilia Romagna (1.721 km2). Tra 1.200 e mille km2, invece, rintracciamo Puglia (14 concessioni), Marche (19 concessioni) e Lombardia (17 concessioni). In Sicilia ne sono attualmente vigenti 14 per una superficie occupata di 596,85 km2.
Il capitolo relativo alle istanze per il conferimento dei titoli minerari nell’Isola vede altre 10 istanze di permesso di ricerca e 3 istanze di concessione di coltivazione. Nel porzione relativa alle trivelle offshore il ministero ha registrato 24 permessi di ricerca e 69 concessioni di coltivazione di idrocarburi nei mari nazionali. È sempre il rapporto del ministero a confermare anche la presenza di di un permesso di ricerca di risorse geotermiche a Pantelleria.
Per la Sicilia si tratterà di un anno particolare. Ieri il quotidiano la Repubblica ha riportato l’imminente firma da parte dell’assessorato regionale al Territorio e ambiente per due autorizzazioni per ricerche petrolifere in territorio di Gela. Il via libera arriverà, ha scritto la versione palermitana del quotidiano fondato da Eugenio Scalfari, perché le richieste di Enimed per le nuove attività di ricerca rientrano nel protocollo Gela firmato nel 2014 che nel complesso prevede investimenti da 2,2 miliardi di euro per la riconversione green della raffineria e per l’attività di ricerca ed estrazione.
Non ci sarà più molto spazio per il referendum. I sei quesiti originariamente presentati da dieci Regione (non dalla Sicilia) sono stati disinnescati, come avevamo scritto a dicembre, dalla norma voluta dal governo e inserita all’interno della Legge di Stabilità che ha di fatto accolto, secondo quanto stabilito dai giudici della Corte di cassazione, le richieste dei proponenti. Un’operazione per disinnescare un referendum molto pericoloso per la strategia energetica del governo, che prevederebbe il raddoppio della produzione nazionale di idrocarburi entro il 2020, e che tuttavia non ha raggiunto l’en plein. È rimasto ancora in ballo, infatti, il quesito che riguarda le attività di ricerca e produzione entro le 12 miglia dalla costa, in quanto la norma voluta dal governo non si considerava applicabile ai permessi e alle concessioni già rilasciate. La palla adesso spetta alla Corte costituzionale che dovrebbe validare il referendum che potrebbe tenersi già in primavera.
 


Nello Musumeci: “Denunciammo scelta del governo Crocetta”
 
CATANIA – “Siamo stati i primi a denunciare la vergognosa scelta del governo Crocetta sulle trivelle, una scelta che ci è subito apparsa come atto di sudditanza alle lobbies. Adesso siamo pronti a una grande mobilitazione popolare. Se c’è chi pensa a sfruttare il territorio senza rispettarlo, troverà la nostra ferma opposizione”. Lo afferma il deputato Nello Musumeci, leader del movimento #DiventeràBellissima commentando la notizia apparsa su organi di stampa sul via libera a ricerche nel mare di Pantelleria da parte del Ministero dello Sviluppo economico.
“Oggi la stampa regionale – ha proseguito Musumeci – ci informa che sarebbe pronto anche un progetto per Gela, la città di Crocetta, ma soprattutto quella dove insiste un polo petrolchimico che non ha mai davvero iniziato la sua riconversione”. Secondo Musumeci “la Sicilia sta perdendo grandissime opportunità anche lavorative, mentre l’indotto di tutti i poli petrolchimici isolani, esattamente come accaduto con Termini Imerese, assomiglia già ad un deserto carsico”. “Inutile girarci attorno: la Regione – conclude Musumeci – è stata incapace di un piano di sviluppo sostenibile e di un vero piano industriale”.

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