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Un siciliano di successo con i video games

Liliana Rosano

Un siciliano di successo con i video games

giovedì 14 Gennaio 2016

Giuseppe Mattiolo, siciliano di Augusta, lavora come ingegnere informatico in un’azienda di video giochi a Los Angeles in America. Sempre più gli adulti che giocano: la fascia di età con più videogiocatori è quella tra i 35 e i 44 anni

CATANIA – Una laurea in Ingegneria informatica all’Università di Catania, un dottorato in Matematica e diverse esperienze in Europa, Danimarca e Inghilterra per quattro anni prima di approdare a Los Angeles dove Giuseppe Mattiolo, siciliano di Augusta, oggi lavora come ingegnere informatico in un’azienda di video giochi, The Workshop Entertainment.
L’Industria dei giochi in Italia sta crescendo sia in termini di consumi che di produzione. Quali le differenze rispetto agli Stati Uniti?
“Da un recente comunicato della AESVI (Associazione Editori Sviluppatori Videogiochi Italiani) alla fine del 2014 il mercato dei videogiochi in Italia finiva con un bilancio di circa 900 milioni di euro di fatturato. A maggio 2015 il trend positivo si assesta sul +3,8%.
Anche la demografia dei consumatori è cambiata. Molte più donne e adulti giocano ai videogiochi: la fascia di età con più videogiocatori è quella tra i 35 e i 44 anni, seguita da quella degli ultra 45enni e poi dalla fascia tra i 25 e 34 anni.
Negli Stati Uniti, nel 2012 l’industria dell’intrattenimento raggiungeva 6,2 miliardi di dollari al PIL statunitense contando circa 150.000 persone impiegate nel settore.
Il 42 % degli americani gioca ai video giochi almeno 3 ore a settimana con una età media di 35 anni. Il 30% dei giocatori è tra i 18 e i 35 anni”.
Il sistema americano nel mondo del lavoro, nel tuo campo, quanto è diverso?
“Non ho mai lavorato nel mio settore in Italia ma posso dire che chi cerca lavoro negli Stati Uniti deve tenere presente alcune cose.
Anzitutto l’America non è interessata a una immigrazione umanitaria, almeno non tanto quanto accade in Europa. L’immigrante/lavoratore ideale ha un livello di istruzione elevato, ha qualifiche professionali ed è benestante. Se non si possiedono specializzazioni, titoli accademici o skills speciali, immigrare negli Stati uniti può rivelarsi complesso. Complicato è anche il discorso del visto di lavoro negli Stati Uniti.
La maggior parte dei contratti di lavoro specie nel mio settore sono “at will”, il che vuol dire che può essere rescisso da ambo le parti in qualunque momento e senza alcun preavviso.
Ogni azienda americana guarda al proprio impiegato come una risorsa che se non è redditizia o si dimostra una perdita va rimossa perche non necessaria o addirittura nociva.
Allo stesso tempo molti lavoratori considerano la propria azienda corrente come una stazione nella propria carriera professionale e sono pronti a saltare aul prossimo treno se necessario o più conveniente.
La “leggerezza” del contratto di lavoro è forse uno dei motori della dinamicità economica degli USA. La sicurezza sul lavoro e il mito del posto fisso così tanto idealizzato nel nostro paese è considerata roba vecchia negli USA.
In America, i giorni di ferie l’anno sono limitati in numero rispetto all’Europa e lo straordinario spesso non è ricompensato.
I contratti di lavoro solitamente includono l’assicurazione satinaria, quella dentistica, contributi pensionistici più o meno generosi, abbonamento a palestre, rimborsi su libri e media, shares dell’azienda".

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