Nessuna ombra sulla moglie di Cesare - QdS

Nessuna ombra sulla moglie di Cesare

Carlo Alberto Tregua

Nessuna ombra sulla moglie di Cesare

giovedì 14 Gennaio 2016

Via Capuozzo, Boschi e Messinese

La questione morale è stata dimenticata volutamente dal ceto politico, il quale ha scordato l’onere del suo primato, secondo il quale sulle loro figure non vi debba essere nessuna ombra come sulla moglie di Cesare.
L’eletto, ovvero il responsabile delle Istituzioni di qualunque livello, ha il dovere di essere ancora più irreprensibile del cittadino, in quanto è stato inviato ai vertici delle stesse Istituzioni con il compito di amministrare la Comunità secondo principi di equità e giustizia. Ecco perché quando è colpito da qualunque sospetto – spesso creato ad arte – deve farsi da parte fino a quando non venga riconosciuta la sua estraneità ai fatti imputati.
La questione morale è il cuore dell’azione del Movimento Cinque Stelle e dobbiamo riconoscergli il rigore con cui esso agisce in questa direzione.
Ecco perché apprezziamo le espulsioni di quegli eletti che non rispettano il codice etico o le regole del Movimento. Il giorno in cui esso diventasse un partito di casta, cesserebbe il suo appeal e non sarebbe più votato.

Il Partito democratico ha deciso una linea diversa e cioè che un avviso di garanzia non costituisce impedimento all’attività di sottosegretari e di altre figure istituzionali. Se si trattasse di cittadini normali, la posizione di Renzi sarebbe ineccepibile, perché l’avviso di garanzia dev’essere rispettato per quello che è, cioè consentire alla persona indagata di conoscere tutte le carte dell’accusa per potersi difendere e tentare di smontare l’impianto accusatorio.
Al riguardo, dobbiamo prendere atto che sempre più spesso la Magistratura giudicante non conferma l’impianto accusatorio, prosciogliendo gli indagati o gli imputati, sia perché i fatti espressi non costituiscono reato, ovvero perché i fatti non sussistono.
A seguito delle sentenze di primo o secondo grado, passate in giudicato, ovvero di quelle della Suprema Corte, chi è stato accusato ingiustamente fa causa di risarcimento allo Stato per i danni subìti, materiali e morali, d’immagine e quant’altro, ricevendo risarcimenti anche milionari.
Nell’inchiesta pubblicata martedì, soltanto in Sicilia, in dieci anni, sono stati risarciti danni per settanta milioni, in base ai dati forniti dal ministero dell’Economia.
 

Se i politici non si comportano come la moglie di Cesare, disgustano i cittadini che non si sentono più rappresentati: questo provoca l’effetto di non fare più incontrare l’offerta con la domanda politica. Quindi uno scollamento pericoloso per la democrazia, perché gli elettori debbono essere sempre motivati a scegliere i migliori cittadini degni di rappresentarli, che operino bene e che restino nel solco di una correttezza ineccepibile.
Le vicende riguardanti il ministro Maria Elena Boschi, per l’inchiesta sul padre, nell’ambito dello scandalo delle quattro banche, non può essere considerata un rimbalzo tra consanguinei. I figli non possono scontare le colpe dei genitori; i genitori non possono scontare le colpe dei figli.
Siamo convinti che la ministra non c’entri niente con lo scandalo delle quattro banche; tuttavia l’insofferenza dei cittadini è tale che buonsenso vorrebbe una sua momentanea sospensione dal ruolo, fino a che non si conosca la verità. Sarebbe indispensabile un rapido svolgimento delle procedure giudiziarie per arrivare alla conclusione.

Il caso di Rosa Capuozzo, sindaco M5S di Quarto, ha caratteristiche diverse, ma si trova sullo stesso solco. Nessuno può dire se sia stata eletta con i voti della camorra. Probabilmente lei stessa non è stata mai avvicinata. Però anche in questo caso vale la parabola della moglie di Cesare: cioè la sua uscita dalle Istituzioni.
Dobbiamo riconoscere che i leader del M5S hanno già emesso la sentenza, per cui Capuozzo è stata espulsa dal Movimento, con ciò facendo il paio con l’ex grilletto sindaco di Gela, Domenico Messinese.
La forza del M5S è nel rigore e nel rispetto delle regole etiche. Per questo alcune espulsioni frettolose di parlamentari sono giustificate da questa linea che riceve sempre più consensi. Ovviamente di protesta, non di proposta.
Su questa linea non si riconosce, però, l’ideologo ex M5S, Paolo Becchi, che rimprovera a Grillo di accordarsi in qualche modo con Renzi, come nel caso dell’elezione dei giudici costituzionali.

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