Palermo - Rifiuti, scontro Rap-Regione - QdS

Palermo – Rifiuti, scontro Rap-Regione

Gaspare Ingargiola

Palermo – Rifiuti, scontro Rap-Regione

venerdì 15 Gennaio 2016

La partecipata recrimina i rallentamenti subiti nell’iter per l’impianto di Trattamento meccanico biologico. Tra scambi di accuse e dichiarazioni di fuoco, il progetto ha ancora molte criticità

PALERMO – Il Tmb di Bellolampo entrerà in funzione tra il 26 e il 28 gennaio, la seconda fase della raccolta differenziata porta a porta partirà entro marzo e soprattutto, secondo il Comune e la Rap, a Palermo non ci sarà alcuna emergenza rifiuti.
Le notizie sull’immondizia del capoluogo si accavallano ma ormai è scontro totale con la Regione, in un continuo scambio di accuse e dichiarazioni di fuoco.
L’ultima puntata si è registrata martedì, dopo che è saltato il vertice a Palazzo d’Orleans con il governatore Rosario Crocetta. Di mattina il presidente della partecipata Sergio Marino e l’assessore comunale all’Ambiente Cesare Lapiana hanno sparato bordate contro la Regione, accusata di aver rallentato per mesi l’iter per l’impianto di Trattamento meccanico biologico e per “Palermo Differenzia 2”.
“Tutte bugie” per l’assessorato regionale all’Energia, che nel pomeriggio ha replicato punto su punto con una piccata (e informale) relazione. L’unico risultato tangibile, alla fine, è la realizzazione di un Tmb con una capacità di 750 tonnellate al giorno, quando Palermo da sola ne produce 950 (si cercherà di ridurle proprio grazie alla differenziata) e con i comuni dell’area metropolitana si arriva a 1.350: dato che i rifiuti, prima di finire in discarica, devono passare per legge da questo speciale macchinario, per il futuro sembra compromessa la possibilità che altri comuni conferiscano a Bellolampo. “Io lo eviterei”, ha detto il presidente Marino chiaro e tondo. Ma questo significa che bisognerà trovare altre soluzioni per la provincia.
E pensare che un vecchio progetto della defunta Amia, che prevedeva anche il conferimento dei comuni delle Srr, aveva ipotizzato un Tmb di 1.300 tonnellate al giorno.
Ma vediamo quali sono le partite in ballo tra Comune, azienda e Regione. Oggigiorno è obbligatorio che le discariche siano dotate di un sistema che tratti in modo differenziato la parte organica da quella solida, così da non affaticare le vasche, che a Bellolampo sono in tutto sei. Cinque sono ormai esaurite e di proprietà della curatela fallimentare dell’Amia, che deve occuparsi di tutti gli oneri (come ha stabilito una recente sentenza della Cassazione), mentre la Procura deve ancora stabilire a chi farle gestire. La sesta vasca invece è affidata alla Rap. Tornando al Tmb, dato che non è ancora in funzione, finora la discarica è rimasta aperta in deroga alla legge grazie a tre ordinanze sindacali. Il limite normativo ai provvedimenti di urgenza, però, è proprio tre: non sono possibili altre deroghe.
Il sindaco Leoluca Orlando – come hanno spiegato Marino e Lapiana – emanerà comunque una quarta ordinanza con una grossa differenza di fondo: la previsione – entro una decina di giorni, appunto tra il 26 e il 28 gennaio – dell’avvio del Tmb.
La polemica però non è mancata: “Si partirà con i rifiuti organici sulla linea del compost che pervengono da Palermo Differenzia 1 – ha affermato Marino – e in ogni caso il Tmb non è decisivo perché l’80% dei rifiuti finirà comunque nella sesta vasca. Ci sono diverse criticità perché il progetto è stato realizzato su iniziativa del commissario delegato per l’emergenza rifiuti (Marco Lupo, nda) e l’Amia ai tempi non fu coinvolta. Nonostante ciò la Rap ha preso in consegna l’impianto, chiedendo anche che la gestione operativa per i primi due anni venisse affidata all’azienda costruttrice”.
“E invece – ha continuato il presidente – la Regione ha proceduto in tutta fretta alla consegna anticipata dell’impianto, prima ancora di effettuare il collaudo funzionale e senza i mezzi necessari al suo funzionamento”.
Secondo il dirigente, questa procedura avrebbe costretto la Rap ad alcune “attività preliminari”: acquistare con un bando i mezzi necessari (ma le prime due gare sono andate deserte e si è resa necessaria la procedura negoziata), ossia una pala gommata, un biotrituratore, cassoni scarrabili e cassonetti; predisporre gli uffici per il personale (mancavano i prefabbricati, gli allacci elettrici, idrici e telefonici, gli impianti antincendio e di sicurezza e un laboratorio per il monitoraggio delle matrici ambientali); e infine formare il personale alla gestione e ai sistemi di sicurezza.
Dal canto suo, l’assessore Lapiana ha ribadito “la massima fiducia del sindaco e della Giunta nei confronti di Marino. Mi piacerebbe sapere quante discariche regionali hanno un Tmb funzionante”.
 


La replica del Governo: “Società impreparata”
 
PALERMO – L’assessorato regionale all’Energia, però, ha fornito la propria versione dei fatti. “Il Tmb – si legge nella relazione degli uffici di viale Campania – è stato progettato e verificato da personale dipendente Amia e Rap in comando presso la struttura del commissario delegato emergenza bonifiche e rifiuti, come pure il responsabile del procedimento; ad oggi questo personale è in servizio presso la Rap.
In fase di realizzazione dell’impianto Rap ha indicato ulteriore personale per seguire lo sviluppo di costruzione e avvio e per effettuare l’affiancamento tecnico alla ditta appaltatrice, come previsto dal bando di gara. Sostenere che i vertici e i tecnici della Rap (ex Amia) non conoscessero il progetto o che non siano stati coinvolti è semplicemente falso, come dimostrano le conferenze di servizi e tutti gli atti. Il capitolato prevede che la ditta costruttrice affianchi la Rap per un anno ed è quello che sta avvenendo”. Quanto all’utilità del macchinario, messa in discussione da Marino, la Regione replica sottolineando la sua “assoluta necessità per rispettare le norme vigenti”, facendo riferimento alle direttive europee del 1999 sulla riduzione dei conferimenti di rifiuti biodegradabili in discarica, recepite in Italia nel 2003.
“La gestione senza l’ausilio del Tmb è in deroga a norme e direttive europee e nazionali, nonchè all’Aia (Autorizzazione Integrata Ambientale) della piattaforma, che è datata agosto 2013”. Non solo, ma “la consegna dell’impianto Tmb dalla Regione al Comune, effettuata il 30 settembre 2015, era indispensabile per evitare la chiusura dell’intero impianto di Bellolampo. Peccato che la Rap abbia avviato le procedure di selezione del personale solo a giugno 2015, ancorché sollecitata più volte dalla Regione, e che non si sia dotata dei mezzi adeguati, pur sapendo che non erano compresi nel capitolato e che erano a loro carico”.
“La Rap sapeva con largo anticipo – ha concluso l’assessorato – che sarebbe stata effettuata la consegna, ma si è fatta trovare impreparata, per non parlare dei ritardi per le forniture di acqua e corrente elettrica”. Quanto alla provocazione ultima di Lapiana, “attualmente vi sono impianti Tmb funzionanti a Trapani, Catania, Castellana e Ragusa, oltre a quelli in costruzione”.

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