L'idroelettricità: tre modi per creare elettricità sfruttando l'acqua - QdS

L’idroelettricità: tre modi per creare elettricità sfruttando l’acqua

L’idroelettricità: tre modi per creare elettricità sfruttando l’acqua

mercoledì 20 Gennaio 2016
L’energia idroelettrica è la risorsa rinnovabile più utilizzata in Italia dopo le risorse fossili, e consiste nello sfruttare l’acqua raccolta nelle dighe. L’acqua viene incanalata in grosse condotte e la sua forza di caduta viene trasformata in energia cinetica che a sua volta aziona un trasformatore generante energia elettrica. Tale energia soddisfa il 15% del fabbisogno della popolazione italiana. Questo metodo venne sperimentato, per la prima volta, da Greci e Romani che sfruttavano l’energia dell‘acqua per far muovere le ruote che azionavano i mulini.
La prima centrale idroelettrica fu la centrale di Bertini costruita a Paderno, la più grande costruita in Europa, di ben 9500Kw. L’energia prodotta in quest’impianto per la prima volta venne spostata a Milano lungo una linea elettrica lunga 32Km e nella quale passavano ben 13.500 volt, per quell’epoca un’energia certamente elevata. Questa risorsa non è del tutto inesauribile, infatti la produzione dell’energia dipende anche dalla quantità di acqua che si accumula nelle cisterne.
Ci sono tre diversi tipi di centrali: centrali con impianto ad accumulazione, qui l’acqua viene fatta scorrere attraverso le turbine e poi viene accumulata in cisterne finché, durante la notte, quando l’energia costa meno, viene riportata nel bacino principale per un incremento della produttività. Le centrali ad acqua fluente, sono poste lungo un fiume che sfrutta lo scorrimento dell’acqua per far girare le turbine. Infine le centrali a bacino, dove viene bloccato un fiume creando una diga nella quale l’acqua viene incanalata e diretta verso le turbine per poi essere mandata in un bacino di calma dove ne viene diminuita la velocità.
 
Matteo Galbato e Federico Montagno, classe III C, IPSIA “Capizzi” – Bronte (Ct)
 
 

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