Enti locali siciliani poco attenti alle politiche energetiche - QdS

Enti locali siciliani poco attenti alle politiche energetiche

Rosario Battiato

Enti locali siciliani poco attenti alle politiche energetiche

sabato 14 Novembre 2009

Il dossier “Ecosistema urbano 2009” mette in luce le gravi inadempienze delle Amministrazioni pubbliche. Nella graduatoria, Agrigento e Trapani presentano un punteggio “0” su 100

PALERMO – La carenza o l’assenza delle  amministrazioni pubbliche siciliane negli elenchi della certificazione Iso 14001 stavolta non trova giustificazione nell’assenza di una normativa regionale adeguata, infatti sono diversi i riferimenti previsti nelle leggi regionali e i conseguenti incentivi e gli sgravi previsti per chi investe nel settore del risparmio energetico e della sostenibilità ambientale. Già il decreto dell’Ass. reg. dell’agricoltura e delle foreste del 15/10/2004 prende come riferimento il regolamento CEE n. 1836/93 (relativamente all’art. 14, noto come Emas, Eco-Management and Audit Scheme) e l’insieme di norme Iso 14000/96. Il decreto assessoriale del 31/03/2005 prevede delle linee di indirizzo relative ai piani di riconversione delle aziende zootecniche, le cui istanze verranno prese in considerazione anche in rapporto ai sistemi di controllo della qualità come Iso ed Emas.
 
L’ordinanza del 19/11/2002 prevede degli sgravi fiscali sulle tariffe dello smaltimento dei rifiuti in discarica, infatti sulla quota di tariffa relativa alla gestione si calcola uno sconto del 10% per chi esibisce certificazione Iso 14001 o Emas 2. Anche il Dec. ass. 9/2/2009, pubblicato sulla G.U. n 7 del 27/2/2009, prevede le Direttive per la concessione e l’erogazione delle agevolazioni alle imprese che operano, tra le altre cose, nell’ambito della certificazione Iso ed Emas. Sono inoltre previste maggiorazioni cumulabili del valore del 2% nel caso in cui l’impresa sia già in possesso del sistema di gestione ambientale Emas. A fronte di questi riferimenti tutto tace nell’amministrazione pubblica isolana.
L’ultimo rapporto di Legambiente sull’Ecosistema Urbano lascia poca speranza alle Amministrazioni pubbliche siciliane in materia ambientale. Il dossier dell’associazione ambientalista prende in riferimento diversi parametri come la media annua delle emissioni, i consumi idrici domestici, la produzione di rifiuti urbani, la raccolta differenziata, il trasporto pubblico, il tasso di motorizzazione, le zone a traffico limitato, le aree verdi, i consumi di carburanti e gli impianti ad energia rinnovabile. A stupire sono i risultati sulle politiche energetiche dei comuni isolani: Catania arriva a 7 su 100, Caltanissetta 50 su 100, Agrigento 0 su 100, Ragusa 36 su 100, Trapani 0 su 100.
Non è migliore la situazione sul fronte dell’Eco management, uno strumento che dovrebbe servire a migliorare la qualità ambientale delle amministrazioni pubbliche. In questo settore Trapani langue a quota 13 su 100, Catania 20 su 100, Agrigento e Caltanissetta a 0 su 100. Il problema della compatibilità ambientale delle amministrazioni pubbliche fa emergere come contraltare il problema delle emissioni e quindi dell’inquinamento urbano. Ad esempio la diffusione di Pm10, media annua in microgrammi/mc, vede Siracusa sul gradino più basso (53,2) d’Italia, distante anni luce dall’aria di Siena, che ha una media annua di 20 microgrammi/mc.
“Le città sono in sofferenza – ha spiegato Alberto Fiorillo, responsabile aree urbane di Legambiente – alle prese con numerosi problemi ambientali e una manutenzione che malagestione o risorse economiche sempre più risicate a disposizione delle amministrazioni locali rendono via via più problematica e carente. Eppure proprio i centri urbani, che sono tra i principali attori di un modello di sviluppo non sostenibile”.
(2. Fine. L’articolo precedente è stato pubblicato il 12 novembre 2009).

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