Petcoke usato come combustibile. Il Comune di Augusta ancora tace - QdS

Petcoke usato come combustibile. Il Comune di Augusta ancora tace

Luigi Solarino

Petcoke usato come combustibile. Il Comune di Augusta ancora tace

sabato 23 Gennaio 2016

La denuncia arriva da Legambiente Sicilia, ma la cementeria Buzzi Unicem replica: “è tutto in regola”. Enzo Parisi: per la popolazione del ‘Triangolo dei veleni’ elevati i rischi ambientali

AUGUSTA – Enzo Parisi, vice presidente di Legambiente Sicilia, denuncia l’uso di petcoke come combustibile nella cementeria Buzzi Unicem, sita nel territorio di Augusta, e fa presente che un’altra nave (la Sam Falcon, battente bandiera liberiana e partita da Houston nel Texas), dopo quella approdata nel novembre 2015, ha scaricato il 14 gennaio al pontile della suddetta cementeria altre 15 mila tonnellate.
Il petcoke è un combustibile solido, derivato dalla raffinazione del greggio, in cui si concentra un’elevata percentuale di composti solforati e di metalli pesanti. Si tratta di un rifiuto la cui combustione, oltre a calore, genera pericolosi scarichi in atmosfera come NOx, composti solforati ed IPA (Idrocarburi Policiclici Aromatici). Per tutte queste ragioni, Enzo Parisi, “invita le Amministrazioni comunali dell’area ad elevato rischio ambientale Augusta, Priolo e Melilli ad attivarsi per impedire che il petcoke venga ancora impiegato qui come altrove come combustibile. Vogliamo ricordare che in queste stesse ore stanno suscitando grande turbamento e preoccupazione i dati che emergono dall’aggiornamento dello studio epidemiologico dell’Istituto superiore di sanità sui residenti nella cosiddetta ‘Terra dei Fuochi’, ricadente nelle provincie di Napoli e Caserta, che ecomafie e camorra continuano ad avvelenare con rifiuti di ogni genere”.
“Il dramma della popolazione della “Terra dei Fuochi”, – continua Parisi – è purtroppo lo stesso di quello del ‘Triangolo dei veleni’ Augusta-Priolo-Melilli dove il concentramento di impianti petrolchimici, di cementerie e raffinerie ha prodotto e produce l’avvelenamento dell’aria, dell’acqua e dei suoli e causa danni rilevanti alla salute dei residenti. È particolarmente esecrabile il comportamento di chi, con le sue attività, provoca le malformazioni neonatali, un dato che negli anni passati ha raggiunto livelli terrificanti. Ad Augusta, dove si susseguono incessanti i fenomeni di disturbo olfattivo causati dalle emissioni maleodoranti della zona industriale, anziché potenziare ospedale ed offerta sanitaria e depotenziare rischi e impatti ambientali e sanitari, si consente invece l’ulteriore insediamento o l’ampliamento di impianti per il deposito ed il trattamento di rifiuti anche pericolosi e si continua ad utilizzare un pessimo combustibile come il petcoke. La colpevole mancanza di un serio e credibile piano industriale/ambientale nazionale, ma anche e soprattutto di quello regionale, sta da troppo tempo provocando, da una parte, il proliferare di singole iniziative che moltiplicano gli impatti ambientali senza significative ricadute occupazionali e, dall’altra parte, l’abbandono dei grandi gruppi che – insalutati ospiti con la complicità del governo – lasciano sul territorio migliaia di lavoratori disoccupati e omettono di bonificare i suoli, le acque e le aree che hanno inquinato”.
Il direttore della cementeria Buzzi Unicem di Augusta, Giovanni Caire, ha replicato che: “Tutto è in regola ed il prodotto che utilizziamo risponde pienamente ai requisiti di legge, così come le procedure. Da sempre utilizziamo il petcoke come combustibile, non lo riteniamo assolutamente inquinante e mi sembra strano sentire queste affermazioni”.
L’Amministrazione comunale di Augusta ha reso noto per bocca del Vice sindaco ed Assessore all’Ambiente, Giuseppe Pisani, che nei prossimi giorni intende prendere una posizione contro l’utilizzo del petcoke.

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