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Ricerca, ovociti freschi o congelati nessuna differenza per l’eterologa

redazione

Ricerca, ovociti freschi o congelati nessuna differenza per l’eterologa

sabato 23 Gennaio 2016

All’Ospedale Sant’Orsola di Bologna usato un ovulo in ibernazione da dieci anni. Laura Rienzi, presidente Sierr: “Congelamento non altera qualità cellule”

ROMA – L’utilizzo di un ovocita congelato da dieci anni per una fecondazione eterologa che ha portato ad una gravidanza, effettuato per la prima volta all’Ospedale S.Orsola di Bologna, è una “buona notizia perchè apre la strada ad un maggiore possibile uso di ovuli congelati per tante coppie che vogliono un figlio con l’eterologa”.
 
Secondo la presidente della Società italiana di embriologia, riproduzione e ricerca (Sierr), Laura Rienzi, si tratta dunque di un passo importante, considerando che per l’utilizzo di ovuli congelati non sussistono limiti di tempo. La tecnica è dunque sicura: “Un recente studio – spiega Rienzi – dimostra infatti come per la fecondazione eterologa l’utilizzare ovuli da donatrici freschi o congelati non faccia differenza. Gli ovociti congelati risultano, cioè, totalmente adeguati, ed i tempi del congelamento non alterano assolutamente la qualità intrinseca delle cellule”.
Nel processo di congelamento, spiega la specialista, “gli ovociti sono conservati in azoto liquido ad una temperatura di -196 gradi, dunque vicino allo zero assoluto. In queste condizioni – sottolinea – sono escluse reazioni chimiche degenerative e, dunque, le potenzialità di ovociti, embrioni e spermatozoi sono conservate”.
 
Questo vuol dire, in altri termini, che “da un punto di vista biologico il tempo è relativo”. Inoltre, rileva Rienzi, “è presumibile che la donatrice sia stata richiamata per effettuare tutti i test di screening aggiuntivi previsti in Italia per l’eterologa, non presenti dieci anni fa”. La gravidanza così ottenuta a Bologna rappresenta, inoltre, una “grande speranza” per tante altre coppie: “Oggi abbiamo un gran numero di ovociti congelati nei centri e rimasti inutilizzati, frutto di fecondazioni omologhe, ovvero all’interno della stessa coppia. Si tratta di ovociti già disponibili, ed il fatto che si possano utilizzare anche per i trattamenti di fecondazione eterologa è fondamentale”. In questo modo, conclude la presidente della Società italiana di embriologia, “si apre una porta a tante coppie che in Italia vogliono effettuare una fecondazione eterologa”.

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