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Catania – Emergenza abitativa, il capoluogo etneo resta una città difficile

Melania Tanteri

Catania – Emergenza abitativa, il capoluogo etneo resta una città difficile

giovedì 28 Gennaio 2016

Delle oltre diecimila famiglie che, ogni anno, vengono sfrattate in Sicilia, seimila sono catanesi. I sindacati di settore: “Necessari interventi di riqualificazione dei quartieri”

CATANIA – Crescono i numeri dell’emergenza abitativa a Catania. Delle oltre diecimila famiglie che, ogni anno, vengono sfrattate in Sicilia, seimila sono catanesi mentre, delle trentamila in lista di attesa, quelle della provincia etnea sono seimila. Numeri importanti che hanno spinto i sindacati di settore, Sunia, Sicet e Uniat, a riunirsi in assemblea per esaminare la situazione e pensare a strategie condivise con cui pressare le amministrazioni su un fenomeno in crescita. Il tutto, mentre il patrimonio edilizio pubblico del Comune continua ad ammalorarsi e le risposte in questo senso continuano a tardare.
Per questo anche i sindacati degli inquilini catanesi Sunia, Sicet e Uniat, parteciperanno alla manifestazione di venerdì 29 gennaio, alle ore 10, in piazza Indipendenza a Palermo con presidio alla Presidenza della Regione.
“Anche se l’interlocuzione con il Comune è stata avviata da mesi, così come la vertenza con lo Iacp – spiega Carlo D’Alessandro, segretario Sicet Catania – i risultati ottenuti sino ad oggi non sono soddisfacenti. Attendiamo con ansia che venga definito il progetto del Pon Metro – aggiunge – al quale abbiamo lavorato tanto; abbiamo fatto in modo che il Comune entrasse nella proprietà dei 144 alloggi delle due torri di Librino, che erano dello Iacp, altrimenti non si sarebbero potuto finanziare. E l’amministrazione comunale potrebbe recuperarne ancora molti altri”.
Insomma, sul fronte emergenza abitativa, Catania è stata, e resta ancora, una città difficile, anche se per i sindacati anche la Regione siciliana ha notevoli colpe. Per questa ragione, i sindacati chiedono “un programma di interventi per la riqualificazione e la rigenerazione dei quartieri e degli immobili di edilizia residenziale pubblica esistente utilizzando anche i fondi comunitari, l’apertura di un confronto con le parti sociali anche per cambiare l’attuale inefficiente sistema di gestione del patrimonio abitativo pubblico, contrastando incuria mal governo e sprechi, una legge quadro sul diritto all’abitare ed una programmazione coordinata degli interventi e dei finanziamenti finalizzati, il finanziamento aggiuntivo e adeguato ad un efficace contrasto degli sfratti per morosità incolpevole e per il sostegno all’affitto per le famiglie più fragili”.
Invitato dalle tre sigle sindacali, l’assessore comunale ai Servizi sociali Angelo Villari è intervenuto in assemblea assicurando massima disponibilità e l’organizzazione in tempi brevi di un confronto sui fondi Pon Metro tra sindacati degli inquilini e Cgil, Cisl e Uil. L’assessore ha concordato sulla bontà delle proposta e si è deciso di predisporre un protocollo d’intesa per definire le forme di collaborazione. è stata data poi conferma dell’inserimento dei 144 alloggi delle due torri nel piano comunale del Pon e dell’avvenuta gara per la realizzazione dei 98 alloggi a librino nel palazzo di cemento.

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