Elettricità: cresce la domanda, ma non in Sicilia - QdS

Elettricità: cresce la domanda, ma non in Sicilia

Rosario Battiato

Elettricità: cresce la domanda, ma non in Sicilia

giovedì 28 Gennaio 2016

Consuntivo Terna 2015: primo risultato in positivo da tre anni a questa parte in tutta Italia, l’isola fra le poche regioni col segno meno. Nell’anno la contrazione è stata dell’1%, è passata da 19.785 GWh a 19.583 GWh

PALERMO – Le buone notizie non arrivano mai da sole, ma spesso viaggiano in cattiva compagnia. I segnali anti-crisi giunti dai dati Terna sui consumi di energia elettrica nell’ultimo anno, da tre anni a questa parte è il primo risultato in positivo (+1,5% sul 2014), associati ai numeri più in dettaglio che riguardano la crescita dei consumi delle imprese e al ruolo rivestito dalla produzione rinnovabile (circa il 40% della produzione nazionale netta), hanno un contraltare di rilievo. Questi numeri positivi, infatti, non riguardano la Sicilia, mentre le prospettive rinnovabili, denunciano le associazioni di categoria, sono a forte rischio.
Secondo i primi dati provvisori elaborati da Terna, la società che gestisce la rete elettrica nazionale, il totale dell’energia richiesta in Italia nel 2015 ammonta a 315,2 miliardi di kilowattora, valore in aumento dell’1,5% rispetto al 2014. Un incremento trainato soprattutto dalla macro-area Sud (che include Campania, Puglia, Calabria, Basilicata) che addirittura ha superato la media nazionale (+4,4%).
Per la Sicilia restano tempi duri. Nel mese di dicembre, rispetto allo stesso periodo del 2014, ha fatto registrare una crescita della domanda (+1,7%) addirittura superiore alla media nazionale (+0,7%), ma è il consuntivo generale dell’anno appena trascorso a dare la dimensione della crisi regionale. Assieme alla macro-area che comprende Liguria, Piemonte e Valle d’Aosta, la Sicilia è stata l’unica regione ad aver fatto registrare un dato negativo di richiesta di energia elettrica nel confronto tra l’anno appena trascorso e il 2014. L’Isola, che ha visto una contrazione dell’1%, è passata da 19.785 GWh a 19.583 GWh.
Nel 2015 la domanda di energia elettrica è stata soddisfatta per il 85,3% con produzione nazionale e per la quota restante (14,7%) dal saldo dell’energia scambiata con l’estero. All’interno della produzione nazionale quasi il 40% è arrivato dalle fonti rinnovabili.
Anche in questo caso c’è un aspetto da considerare. La scorsa settimana il coordinamento Free, che raccoglie 25 associazioni di settore (tra cui Legambiente, Anev, Kyoto Club, Adiconsum, Assorinnovabili, Cna, Itabia), ha diffuso una lunga nota denunciando come i dati ufficiali di Terna “evidenziano un dato allarmante, in netta controtendenza rispetto a quanto accade in Europa e nel resto del mondo: lo scorso anno si è registrata in Italia una diminuzione della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili”.
E i prossimi anni, secondo gli esperti dell’associazione, si prospettano ancora più duri perché l’attuale situazione di stallo potrebbe perdurare. Secondo il coordinamento, in cima alla lista delle criticità evidenziate ci sono, tra le altre cose, l’assenza di basi normative, stabilità legislativa e certezza del diritto, efficienza burocratica, assenza di coordinamento amministrativo con le Regioni. Tutte falle di un sistema che hanno come conseguenza anche la fuga dei capitali all’estero.
Nel mirino c’è l’esecutivo nazionale: “da una parte il governo Italiano per bocca del ministro Galletti ha chiesto di limitare ad 1,5° (invece che a 2°) centigradi l’aumento massimo della temperatura terrestre, dall’altro gli imprenditori eolici, geotermici, idroelettrici e da biomasse non possono realizzare gli impianti che questi obiettivi contribuirebbero a raggiungere perché lo stesso Governo non emana da oltre un anno un Decreto interministeriale che definisce le date per le Aste competitive per la realizzazione di impianti da Fonti rinnovabili”.

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