Rifiuti, responsabilità e commissariamento - QdS

Rifiuti, responsabilità e commissariamento

Rosario Battiato

Rifiuti, responsabilità e commissariamento

venerdì 29 Gennaio 2016

Dopo l’Anac, le accuse del presidente di AnciSicilia sui costi di un sistema che ha devastato la finanza pubblica siciliana. Qualcosa si muove: consegnato impianto tmb a Bellolampo e aggiornamento del piano completato

PALERMO – C’è una Sicilia ancora in attesa di sciogliere il nodo termovalorizzatori, mentre si interroga sui tempi per aggiornare impiantistica e sistema di gestione. I rilievi dei giorni scorsi dell’Autorità nazionale Anticorruzione (Anac) al sistema di gestione dei rifiuti della Regione Siciliana, al termine di un’istruttoria per “analizzare le cause dei fenomeni distorsivi”, si sono limitati a certificare lo stallo. Niente che non si sapesse già, ma è il continuo accerchiamento che mette al centro le responsabilità della Regione a suggerire l’imminenza di un commissariamento.
Leoluca Orlando aveva il colpo in canna da settimane, anche perché già un mese fa aveva denunciato le inadempienze della Regione in uno scontro seguito alla segnalazione di 70 comuni da parte dell’assessore Contrafatto per irregolarità nella gestione del servizio di raccolta e smaltimento. Le agenzie dei giorni scorsi, che hanno scandito l’azione dell’Anac nel delineare il quadro devastante sui rifiuti siciliani, hanno fornito al presidente regionale dei comuni siciliani l’opportunità di tornare alla carica sul tema. Orlando ha ripreso la definizione di “calamità istituzionale”, citando, in altri termini, alcune delle accuse mosse dall’Anac come la “mancata attuazione della legge regionale 9 del 2010, l’assenza sino ai nostri giorni di un adeguato Piano regionale dei rifiuti, la mancanza di un programma di impiantistica pubblica e la decennale confusione e lacunosità di direttive regionali”.
C’è anche un altro riferimento preciso nell’accusa del sindaco di Palermo. Lo scorso anno e in “tre diversi incontri – ha dichiarato – ho denunciato alla Commissione Parlamentare, alla Procura della Repubblica di Palermo e alla stessa Anac, alcune attività illecite nel settore dei rifiuti, evidenziando pure le tante anomalie del sistema regionale che hanno determinato e continuano a determinare una grave lievitazione dei costi che grava sui Comuni e in ultima istanza sui cittadini che pagano la Tari e che sono costretti a sostenere il 100% dei costi del servizio”.
Del resto la finanza locale ha pagato molto il mancato funzionamento del sistema. Lo ha certificato la Corte dei Conti nella delibera n. 207/2015 diffusa lo scorso 25 giugno. In quell’occasione si era quantificato il lascito del vecchio sistema Ato in 1,8 miliardi di euro passività grazie alla “somma dell’esposizione debitoria a titolo di anticipazione” e l’importo dei “debiti certificati dai commissari liquidatori e, successivamente, i debiti accumulati durante la fase dei commissari straordinari”. Proprio la magistratura contabile aveva evidenziato come “la finanza locale in Sicilia” aveva riscontrato serie difficoltà “nell’ingente esposizione debitoria accumulata negli anni nei confronti delle società e dei consorzi d’ambito per il servizio integrato dei rifiuti” a causa di “gestioni antieconomiche”. E anche la Regione ci aveva rimesso, trovandosi costretta ad anticipare somme che non tutti i comuni avrebbero poi restituito con i piani di rientro.
Intanto presto potrebbero svanire alcune incertezze: il prossimo 4 febbraio alla Conferenza Stato-Regioni, Crocetta presenterà una proposta alternativa ai due impianti voluti dal governo. Di certo è svanita l’attesa per l’avvio dell’impianto di Trattamento Meccanico Biologico (Tmb) di Bellolampo, così come ci aveva anticipato l’assessore Contrafatto nell’intervista dello scorso 19 gennaio.
Ci sarebbe almeno un’altra buona notizia. L’aggiornamento del Piano rifiuti, tra le criticità segnalate dall’Anac, sarebbe già stato consegnato a Roma, o comunque sarebbe in procinto di esserlo, in attesa di volare alla volta di Bruxelles. Sull’aggiornamento dei piano rifiuti pende infatti una infrazione europea per la Sicilia e altre regioni.

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