Il 2015 anno da record per la lotta all'evasione - QdS

Il 2015 anno da record per la lotta all’evasione

redazione

Il 2015 anno da record per la lotta all’evasione

venerdì 29 Gennaio 2016

Il premier Renzi su Twitter: recuperati redditi per 15 miliardi di euro

ROMA – Il 2015 è stato un anno record nel recupero di redditi evasi: quasi 15 miliardi di euro. Il dato è stato reso pubblico nella giornata di ieri dal premier Matteo Renzi, che in un tweet ha mandato “un abbraccio” a chi definiva il governo “filo-evasori”.
A confermare il trend è stato il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Rossella Orlandi, la quale nel corso del convegno Telefisco organizzato da il Sole 24 Ore ha sottolineato come il recupero dell’evasione fiscale nel 2015 abbia fatto segnare un risultato superiore a quello dell’anno precedente. “I dati definitivi – ha spiegato – ancora non ci sono, poiché in validazione, ma siamo sicuri di essere in crescita. È stato un anno straordinario”. Nel 2014 il recupero dell’evasione era stato di 14,2 miliardi, segnando a sua volta una crescita rispetto al 2013.
"In un anno molto difficile a causa dei nostri problemi organizzativi – ha aggiunto Orlandi – abbiamo proseguito con forza e determinazione nel recupero dell’evasione pregressa. Ora continuiamo la nostra attività di deterrenza. Noi pensiamo sempre in termini di cassa che contribuisce ai conti dello Stato”.
Tra i più importanti risultati raggiunti occorre poi annoverare il recupero dell’evasione delle multinazionali, per le quali, a detta del direttore dell’Agenzia delle Entrate, non ci sono né sconti né accordi. “Si sbaglia – ha detto – a usare la parola accordo, specie per quanto riguarda Apple. La società ha aderito a un verbale e abbiamo lavorato molto. Non era facile e ora ce lo riconoscono tutti. L’Italia per prima ha concluso un’operazione che molti hanno cercato di fare, con un lavoro di squadra sinergico che ha riguardato anche la Procura di Milano e le Dogane”.
Orlandi ha poi puntualizzato come non ci sia “alcuna differenza nel comportamento del Fisco tra piccoli e grandi contribuenti”.
“Il nostro compito – ha concluso – è soprattutto quello di contrastare comportamenti evasivi di grande rilevanza. Abbiamo controllato il 40% delle società di grandi dimensioni. Devono comprendere che in caso di mancata compliance ci può essere un danno reputazionale”.
Intanto, a livello europeo si pensa a una stretta sull’evasione delle imprese, con nuove regole vincolanti per fermare “gli usi più comuni” utilizzati dalle compagnie per evadere il Fisco. Tra le strategie ipotizzate, uno scambio d’informazioni tra gli Stati membri dell’Ue per la prevenzione di accordi fiscali che determino “abusi” e la creazione di una lista europea dei Paesi terzi che si rifiutano di agire correttamente. Queste sono soltanto alcune delle misure varate dalla Commissione europea con l’approvazione del pacchetto anti-frode fiscale adottato dal collegio dei commissari e presentato ieri a Bruxelles.
L’obiettivo delle proposte è duplice: da un parte si intende dare vita a “un’ampia risposta coordinata dell’Ue alla evasione fiscale delle imprese”; dall’altro si intende armonizzare un sistema, quello fiscale, ancora troppo disomogeneo. Per “combattere” le pratiche fiscali “aggressive” delle imprese in Europa in modo “efficiente ed efficace”, la Commissione europea ritiene che “nuove regole” siano “necessarie per allineare la legislazione fiscale in tutti i 28 Paesi dell’Unione europea”.
Certezza e trasparenza sono le due parole d’ordine della Commissione europea. Nella proposta si intende introdurre il principio fondamentale per cui le compagnie dovrebbero pagare le tasse dove producono il proprio profitto. Per una migliore trasparenza, poi, l’Ue propone una revisione della direttiva per la Cooperazione amministrativa che va nel senso di scambio di informazioni tra autorità nazionali su attività delle compagnie multinazionali e loro stato fiscale.
A inizio primavera poi la Commissione europea presenterà relazioni sulla situazione in ogni Stato membro dell’Ue.

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