Francesco Musotto dovrà risarcire quasi 590mila euro - QdS

Francesco Musotto dovrà risarcire quasi 590mila euro

Raffaella Pessina

Francesco Musotto dovrà risarcire quasi 590mila euro

martedì 02 Febbraio 2016

“Disprezzo per gli interessi collettivi”: Corte dei conti condanna l’ex capogruppo Mpa. Spese ingiustificate con i fondi del gruppo parlamentare

La scarsa produttività e l’esiguità del numero delle sedute sono state evidenziate in un servizio televisivo a livello nazionale e il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, ha replicato sui “presunti sprechi all’interno del Parlamento siciliano”. Ardizzone ha spiegato che si sono svolte solo 5 sedute perché si è avviata la sessione di bilancio e quindi a lavorare sono le commissioni legislative, citando il regolamento interno. Sui costi della legislatura, Ardizzone ha sottolineato che “in questa legislatura si è passati dai 175 milioni del 2012 ai 155 di quest’anno, con una previsione di spesa di 146 nel 2018. Quindi, con una riduzione di costi che si avvicinerà ai 30 milioni di euro, oltre il 16%.
 
Sul bilancio pesano, a differenza di tutti gli altri consigli regionali dove a pagare è l’Inps, quasi 51 milioni di euro per le pensioni dei dipendenti in quiescenza e 20 milioni per i vitalizi degli ex deputati. Somme certamente maggiori delle altre Assemblee legislative per il semplice fatto che il Parlamento siciliano ha iniziato a operare dal 1947, mentre le Regioni ordinarie sono nate solamente nel 1970.
 
Quindi, mentre le altre Regioni avviavano la loro attività, in Sicilia c’era chi andava in pensione e si erano già svolte ben 8 legislature. Ecco il perché della differenza ed ecco perché se dai 155 milioni sottraiamo i 71 milioni di pensioni e vitalizi il bilancio è in linea con quello degli altri Consigli regionali”. Queste le spiegazioni del Presidente anche se il Quotidiano di Sicilia, più e più volte ha sottolineato come sia elevato il costo per far funzionare la macchina dei parlamentari in Sicilia e spesso abbia auspicato la cancellazione della parametrazione del Parlamento siciliano al Senato della Repubblica, deciso con legge regionale n. 44 del 1965.
Tutt’altra cosa è la specialità della Sicilia, che spesso sarebbe stata mal applicata o non applicata del tutto, a danno dei cittadini siciliani.
Invece, il presidente Ardizzone nella sua replica alle affermazioni sull’Ars, che costa troppo, replica stupito che forse si vuole colpire il regionalismo. E afferma che “alcune testate o alcuni editorialisti preferiscono omettere, per continuare a sostenere la propria tesi, peccando però di onestà intellettuale. Cui prodest?, mi chiedo senza sapermi dare una risposta”. Intanto, la Corte dei Conti ha chiesto all’ex capogruppo dell’Mpa Francesco Musotto di rifondere l’Ars con una cifra pari a 560 mila euro circa. Si tratta delle risultanze dell’inchiesta avviata dal nucleo di polizia tributaria, quella sulle spese pazze dei gruppi parlamentari. I giudici contabili avrebbero parlato di “colpevole leggerezza” e di “disprezzo per gli interessi collettivi”.
Sotto la lente di ingrandimento erano finite le indennità di funzionamento ai deputati del gruppo che ricevevano, in aggiunta al contributo “portaborse”, altre somme a fronte delle quali non è stato esibito “alcun documento giustificativo attestante l’impiego delle somme” e “senza alcuna valutazione della effettiva utilizzazione di tali somme e della loro inerenza con le finalità istituzionali del gruppo”.
A titolo di esempio: il conto di una cena per presentare la nuova giunta regionale, rimborsi per alberghi, ristoranti e necrologi. In diversi casi si trattava di voci di spese per le quali i deputati percepivano già le apposite indennità erogate dall’Ars con conseguente ingiustificato duplicazione di rimborso.
Intanto, si attendono le decisioni per gli altri capigruppo della passata legislatura.

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